fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

sabato 18 gennaio 2025

Livelli di esistenza

 Ad un primo livello ci sono le origini concentrate che ipotizzano i fisici: tutto in uno... tutta l'energia e tutta la materia sono lì, roventi ed indistinte... e c'è poco da dire per definizione!

Poi c'è il livello della realtà quantistica, dove la dialetticità di un mondo di campi e particelle si rincorrerebbe all'infinito se un ulteriore fattore logico, la triplicità, non venisse a stabilizzare la realtà materiale dei protoni e neutroni, e poi di questi negli atomi.

Per questi ultimi comincia ad avere senso un concetto di tempo, il quattro della ciclicità, il respiro di vita, gli eventi che possono capitare a degli esseri viventi la cui forma, come abbiamo visto, sembra costruita con un  uno schema logico a dodici elementi.

Gli esseri riflettono il mondo con la loro coscienza. Il mondo rappresentato dalla coscienza si aggiunge dunque al dodici dello schema ed apre un ulteriore livello di esistenza, anche se più "sottile". Le parole, i nomi, le definizioni, i nostri discorsi... la cultura diventa realtà per il nostro esistere.

Ma oltre alla realtà rappresentata subito possiamo aggiungere, con la stessa legittimità, anche la realtà immaginata, il sogno la creatività. L'inconsistenza di questo piano è pari ovviamente alla possibilità di falsificare, intenzionale o meno.

E possiamo ancora immaginare l'ineffabilità di un altro piano: quello delle cose dimenticate. Degli eventi ma anche delle persone. Esiste chi è ricordato ed ognuno persiste, potremmo voler pensare, in una grande comune memoria cosmica di cui ciascuno di noi rappresenta evidentemente un minimo e insopprimibile tassello.

Oltre, ed è come tornare allo zero, al nulla di partenza... ci sono le cose rimosse, quelle sepolte apposta come sembra essere il sito di Gobekli Tepe, cesure forse insondabili nella profondità della nostra storia.




martedì 14 gennaio 2025

La giusta prospettiva


Se è vivo il pensiero è cosa intera, quindi un dubbio è intero solo se sta assieme alla sua risoluzione: l’importante non è il pensare, di per sé, ma l’arrivare alle conclusioni.

Quindi un cane è più veloce (quindi più efficiente se ci interessa la rapidità) perché nella sua testa non perde tempo a verbalizzare, lancia il suo pensiero con un’occhiata… e siamo noi lenti a capirla, dircela, processarla… e finalmente rispondere.

Un batterio è più efficiente ancora… La coscienza cosmica è istantanea, senza tempo, senza sviluppi romanzeschi... Non puoi pretendere però che un batterio possa interessarsi ad un livello di manifestazione della realtà più al dettaglio del suo. Ci sono cose che ai cani non interessa sapere di noi, così come i nostri genitori adulti ci sono stati in parte sconosciuti finché non siamo cresciuti noi stessi.




Alternativi

Siamo l’alternativa antisistema, ma chi siamo? Chi è l’alternativo? Chi non si è fatto infinocchiare dalla propaganda holliwoodista, chi non crede più al babbo natale americano ed al lungo elenco di balle che ha imposto a tutto il mondo? Va bene, ma questo “noi” è puerile nell’attribuire alla controparte (dicasi élite), tutta la responsabilità, la colpa e la cattiveria di quel che accade.

“Noi” siamo anche i figli di quella modernità che oggi vediamo partorire mostri distopici. Prima che distruggerci nei corpi e nell’intelligenza per gli effetti del consumismo, la modernità ci ha emancipato in tanti campi: un’idea di insopprimibilità dell’individuo, in primis, ma anche il solidarismo sociale e quindi lotta di classe e sindacati e poi femminismo, ecologia, pacifismo, omosessualità etc. Diciamo che i decenni della nostra bella epoca senza guerre (a casa nostra!) li abbiamo impiegati in ogni movimentarismo possibile a dar voce a tutte le sfaccettature e criticità di un’umanità da riscoprire sotto le rigidezze dei tradizionalismi.

“Da sotto i tradizionalismi…” appunto! Sono quelli i precedenti storici da cui si è prodotto il mondo moderno, non possiamo pensare di tornare indietro. Realisticamente “noi” possiamo solo essere un soggetto moderno, che però è andato oltre, ha superato gli spigoli in cui la modernità si è incastrata. E se anche qualcuno sulla terra fosse davvero sfuggito al confronto con la modernità, allora siamo noi quel soggetto che DEVE (deve sottolineato!) dimostrarsi capace di spiegare senza traumi a chi ancora abita nei tradizionalismi quali indebite rigidità comporta il suo posizionamento.

Prima ancora dell’ambizione di definire l’orizzonte di senso della nuova esperienza è necessario che la rifondazione culturale si componga perlomeno della somma di tutti quei percorsi critici. Criticismi dei quali dobbiamo quindi essere in grado di studiare e capire il portato positivo e distinguere i fattori limite e dunque la versione tragicamente travisata che ne ha fatto il transumanesimo.

E’ assordante il silenzio di quei soggetti che negli scorsi decenni hanno proposto sincere esperienze di ecologia pacifismo o questioni di genere: per anni inascoltati ora di colpo i loro temi, stravolti, sono diventati le armi del nemico. Ma quel silenzio chiede solo un’interlocuzione: è il momento che i temi elaborati da specifiche soggettività diventino ora patrimonio comune.

Non possiamo ripudiare la modernità con cui ci siamo emancipati, ma dobbiamo essere qualcosa più che moderni, dobbiamo andare oltre usando anche gli strumenti della modernità proprio perché consapevoli dei limiti che presentano.

Concettualmente dobbiamo affinare i nostri strumenti capendo il ruolo deresponsabilizzante di atteggiamenti semplificati come il vittimismo o l’infantilismo. Dobbiamo imparare a riconoscere le complicità reali piuttosto che accomodarci a cercare sempre un colpevole in qualcun altro.

La situazione è semplicemente che le popolazioni occidentali accusano oggi gli effetti di uno stile di vita consumista in termini di immiserimento umano: semplificazione, stupidità, malessere. La risposta a questo disagio si chiama autolesionismo. E le élite non sono “cattive” ma semplicemente organizzano ciò che il malessere popolare chiede: guerra, distruzione, assurdità.

Noi temiamo la guerra ma la bomba è già scoppiata, l’incomprensione è lì: queste che ci circondano sono macerie umane (e noi nel mezzo!). Le élite, nei loro raffinati sadismi, hanno solo organizzato una grande lotteria cui tutti partecipiamo allettati dalla grande promessa implicita: i pochi sopravvissuti staranno più larghi!

Il transumanesimo  non ha la dignità di un reale progetto di umanità, è solo il delirio di un’agonia. Se ancora ci riconosciamo un minimo di vitalità allora troveremo di sicuro più interessante preoccuparci di pensare a cosa portare sulla scialuppa di salvataggio e come immaginare un futuro possibile. Facciamo un esempio.

Chi si è messo nell’ismo dell’ecologia si è chiesto dunque come inventarsi un modo ecologico di stare nell’ambiente, come abitare la provincia e custodire il territorio. Questi “neo-eco-villici” non sono più ovviamente la diretta continuazione di un passato tradizionale, ma neppure possono essere ridotti a mera espressione di scelte e gusti personali (come vorrebbe la versione moderna). No, essi sono e non possono evitare d’essere una denuncia  per l’altra opzione abitativa: la città!

Puzzoni ed esecrabili quanto volete i neovillici, ma quell’esperienza, se intenzionale e consapevole, segna un punto critico di non ritorno: di fronte all’esempio di un ecovillaggio nessuno può più rivendicare una legittimità alla vita cittadina, non ci sono ragioni perché qualcuno si sottragga al prendersi la sua parte di responsabilità per l’ambiente che lo nutre. Chiunque dovrebbe saper dire quale è il campo che lo nutre.!

Questo piccolo esempio per dire che dobbiamo chiarirci sul tema “verità”. Queste erano la cifra del passato, grandi verità rivelate o comunque assolutiste e rigide. Poi in tempi moderni ci eravamo quasi assuefatti all’idea che di verità non ce ne fossero più, un po’ come quando si smette di credere a babbo natale. E ora, cosa gli viene in mente al mondo alternativo? Che dobbiamo tornare ai vecchi valori: dio patria famiglia?

E’ evidente invece che dobbiamo maturare un nuovo rapporto con la verità. Le nuove considerazioni che tutti i movimentarismi portano, ciascuno sul suo campo specifico, non sono nuove ortodossie e imposizioni, ma semplicemente ammissioni di realismo, criteri di valutazione.

Al di là di ogni sofismo la realtà materiale, la realtà dei nostri corpi, è ancora un riferimento utile per la nostra comprensione del mondo.


giovedì 9 gennaio 2025

Presentazione

 La forma di un piccolo embrione inscritto in un cerchio, ecco l'alternativa a Darwin e alla modernità.

L'alternativa ecologica alla modernità già esiste ma è silente e non solo perché il mainstream ha potenti mezzi di propaganda ma soprattutto perché manca all'alternativa un senso condiviso, un'idea comune di quello che stiamo facendo.

Eppure abbiamo tutto per iniziare un mondo nuovo. Un'alimentazione sana, l'attenzione per il territorio, la sperimentazione di nuove forme aggregative, una finanza etica, una logica nonviolenta... Mentre tutti sperimentavano il consumismo qualcuno si occupava di "partire da sé" e produrre appunto quella ricchezza di strumenti e pratiche tra cui cercare nuove e feconde interconnessioni come quella che qui presentiamo.

Molte persone conoscono l'alimentazione macrobiotica e l'astrologia. Qui abbiamo scoperto che la macrobiotica non serve solo a tenerci in salute così come l'astrologia non serve solo a descrivere il nostro carattere. Queste due pratiche ci raccontano anche del nostro corpo riconoscendovi la struttura di uno schema generativo comune a tutti gli organismi viventi.

La storia testimonia che l'idea di leggere il corpo in uno schema circolare è molto antica. Questo è il simbolo del Duat, a simboleggiare l'inversione dell'ordine delle cose nell'aldilà, ed è un termine teologico dell'antico Egitto.


Ancora dall'Egitto l'affresco nel tempio di Dendera rappresenta le 36 decadi del cerchio astronomico come altrettanti personaggi tutelari delle diverse parti del corpo.


La melotesia, l'attribuzione delle parti del corpo alla sequenza dei segni zodiacali, è poi stata un'abitudine costante di tutto il nostro medioevo e rinascimento.


E da Vitruvio e da Leonardo ancora raccogliamo il tentativo di descrivere le geometrie del corpo in età adulta.


Ma è con l'intuizione di attribuire la circolarità al corpo nel suo momento generativo che si parte davvero. L'essere si forma sempre in uno spazio raccolto: un nido, un guscio, un utero, il baccello di un seme. Il corpo adulto manifesta forse armoniche proporzioni ma è nel momento in cui siamo una piccola virgola embrionale che ricaviamo il disegno delle nostre forme.


Altrettanto antica è la convinzione di riconoscere dei rapporti e dei nessi interni al corpo. In questo senso la fisiognomica della medicina tradizionale cinese permette ai cultori dell'alimentazione macrobiotica di controllare ogni giorno lo stato dei propri organi interni nei tratti del volto.


Questo ci permette di identificare tre settori corporei: corpo e testa, legati appunto da questo rapporto di fisiognomica, e gli arti. Le tre parti riportate sul cerchio zodiacale mostrano rapporti frazionari semplici: l'intero del cerchio riserva una mezza parte al corpo, un terzo agli arti ed il sesto rimanente alla testa.


Ecco dunque che arriviamo all'attualità. Circa vent'anni fa nel nostro ecovillaggio abbiamo trovato interessanti queste idee ed abbiamo provato a verificarle usando il cerchio zodiacale nella versione dell'astrologa italiana Luisa Morpurgo.



A questo dettaglio lo schema ci ha permesso un'analisi decade per decade del corpo umano, l'approfondimento nella descrizione di organi e sistemi, e la comparazione con i principali gruppi di esseri viventi.

I risultati di queste ricerche ci sembrano interessanti anche se ovviamente necessitano ora di un confronto sia sul piano dell'informazione scientifica che su quello della pratica olistica. 

La capacità descrittiva di questo schema ci sembra andare oltre un semplice vago simbolismo configurandosi come un vero e proprio schema generativo delle forme biologiche. Se così fosse il "feto nel cerchio" potrebbe rappresentare quel riferimento ontologico che stiamo aspettando. Non il risultato conclusivo di una ricerca ma l'inizio di un nuovo modo di vedere ed interpretare il mondo.

Musica e matematica




 

venerdì 20 dicembre 2024

La Cosmologia Ciclica Conforme è "biocompatibile"

Tutto ha una sua ragion d'essere anche l'inferno e il paradiso. Sottratti al monopolio del discorso teologico, la fisica saprebbe come riqualificarli: dalle fiamme dell'inferno del big bang al noioso paradiso di entropia e dispersione delle stelle che si allontanano sempre più... Anche se in termini un po' estremi sono questi, mi sembra, i confini dell'universo conosciuto. Ma sono termini fisici e non religiosi, e il bello è ciò che sottendono e cioè il dipanarsi dello spazio-tempo del mondo materiale e della vita.

Allora non c'è da avere timore dell'inferno perché ne proveniamo: è il calore di una fucina o di un utero. Ma neppure c'è da augurarsi il paradiso perché ogni cosa ci va spontaneamente, come ogni sviluppo porta ad una conclusione ed ogni cosa che nasce morirà.

L'evoluzionismo ha fatto della scienza una religione. Ma già una religione della salvezza era assurda, come l'evoluzionismo, perché sono tautologie, perché il flusso della corrente va già in quella direzione e si chiama termodinamica e non ha bisogno di spinte o preghiere!

Piuttosto, se vogliamo occuparci di trascendenza, riconosciamole il suo ambito ragionevole e cioè il tentativo intuitivo e istintuale di comprensione, l'immaginazione laddove non arrivano i nostri strumenti tecnici e l'esperienza empirica. 

La scienza non sa cosa è la coscienza e come facciamo a risvegliarci ogni mattino, come nasciamo, come nasce una specie e come è nata la vita in generale. Non lo sappiamo come scienziati ma in quanto esseri viventi possiamo provare ad immaginarlo e a dire, con l'arroganza della soggettività, che se noi vita siamo così come siamo forse è perché rispecchiamo un contesto anch'esso ciclico riproduttivo e coscienziale.

E' così che da profani della fisica possiamo trovare interessante una ipotesi come quella della Cosmologia Ciclica Conforme del premio nobel Roger Penrose. A parità di mancanza di conti teorici e prove sperimentali il biologismo può offrire l'argomento della plausibilità logica e della concordanza estetica... Fatene buon uso!



Rivoluzione interiore o politica?

Finalmente, a 53 anni, un amico è riuscito a farmi leggere qualcosa di Osho: ho trovato una raccolta di suggerimenti di vita da cui pescare in senso ispirato, ho tirato a caso un paio di volte... e c'ha azzeccato! Bravo, lo sa fare. Così a naso direi che muove le sue riflessioni attorno ad un concetto di forma dell'umano che trovo condivisibile... ma devo ancora leggerlo, datemi il tempo.

Per ora mi interessa notare che il fenomeno di "insegnare a vivere" è molto attuale su internet (bravi o no che siano quelli che ci provano). Un fenomeno che mi viene da appaiare alla politica antagonista che purtroppo continuo a veder spiaggiata nella versione "eroico vittimista" (incapacità di vedere la complicità popolare nella merda in corso, nda).

Non voglio qui essere denigratorio nei confronti di nessuna di queste esperienze, sia ben chiaro, voglio solo cercare di cogliere la portata intera di quello che stiamo vivendo collettivamente.

Dunque abbiamo da un lato uno sprone personale all'ottimismo che avrebbe anche un portato conseguente di equità sociale, dall'altro un richiamo collettivo alla responsabilità politica che porterebbe i suoi buoni effetti anche sul nostro piano personale.

Bene, ma non devono essere alternative, se no non ne usciamo. Le due prospettive si arricchiscono a vicenda se sappiamo unirle, se divengono entrambe dotazione condivisa di un nuovo gruppo sociale.

E questo è proprio quello che qui proponiamo di fare grazie alla scoperta dello schema biologico: un nuovo paradigma "biologista" dovrebbe poter rappresentare un riferimento interessante e comune per entrambe le esperienze sopra citate.


Avvertenze

Il biologismo non può essere interessante per chi vuole una religione, infatti il nostro "dio" - l'ordine dell'universo, la legge naturale, lo schema cosmico - non è più vivo di noi, siamo noi piuttosto la vita di quello schema.

Il cosmo è il contenitore della vita, come la stufa è il contenitore della brace... e senza brace la stufa è un pezzo di ferro, freddo duro e spigoloso!

(...stupidi adoratori di stufe spente! potrebbe essere un nuovo irreligioso epiteto)


lunedì 9 dicembre 2024

Imperialismo protestante


E' vero che qualunque suprematismo può condurre a guerra e genocidio, ma oggi abbiamo da riconoscere le origini e le responsabilità di questa modernità globalizzante e di questo imperialismo occidentale.

Le religioni in generale possono essere intese come l'amministrazione della nostra piccolezza: sia come bambini di fronte ad un genitore, sia come manifestazioni di fronte al principio cosmico generante. Sono due questioni decisamente diverse che le religioni, mischiando, non ci aiutano a capire.

La nuova esegesi biblica proposta da Mauro Biglino e gli studi antropologici sui culti del cargo ci parlano della religione come rapporto con una concreta figura storica (gli alieni domesticatori e genitori biotecnologici del popolo ebraico, così come gli aviatori americani capitati sugli atolli del pacifico durante la seconda guerra mondiale). In questo caso è questione di edipicità ed infantilismo e richiede all'umanità una maturazione di tipo psicologico.

Nel secondo caso invece stiamo parlando di una questione più astratta e filosofica, ma non per questo meno carica di responsabilità di fronte al presente.

La nostra piccolezza di fronte alle leggi dell'universo è riflessione cara ad ogni orizzonte religioso. In una versione ragionevole l'Ego umano può trovare misura ed intima soddisfazione nel riconoscersi coincidente con l'Io cosmico (dalla contemplazione mistica al pragmatismo taoista, per esempio).

Nella versione protestante invece (ognuno di fronte a dio, senza mediazione), questo rapporto viene invertito, semplicemente, ed è l'egopatia umana a rivestire il principio cosmico, impossessandosene. Così ogni soggetto moderno si crede dio nella solitudine del suo individualismo, così l'umano non trova più la sua forma (il riconoscimento dello schema generativo delle forme biologiche) tra le leggi dell'universo ma, all'opposto, pensa lui stesso di dare forma all'universo e dunque esserne padrone.

Banalmente si chiama delirio di onnipotenza, ed è alla base non solo dell'imperialismo americano ma, più in generale, del posizionamento intrinsecamente pernicioso di chiunque adotti acriticamente lo stile di vita di questa modernità globalizzata.

domenica 8 dicembre 2024

Il biologismo è vegano e animalista

Non mi sono mai occupato del veganesimo perché ho da subito incontrato l'alimentazione macrobiotica i cui criteri di fatto lo implicano (la carne non è essenziale, ha pesanti effetti collaterali e possiamo evitarla con tutto vantaggio per la salute).

Così analogamente non ho mai riflettuto molto sull'animalismo perché il principio che qui abbiamo definito, il biologismo, anche qui di fatto lo contempla. Non ne origina perché non parte da una critica alla sofferenza, e non ne ha bisogno perché nasce in positivo come riconoscimento della centralità del principio vitale.

Nel 2007 non pensavo all'animalismo perché ero teso a cercare nuovi criteri euristici generali: "un modesto principio di compiutezza ed equivalenza esistenziale fra tutti gli organismi sarebbe lo strumento sufficiente quanto indispensabile per tornare a cercare delle strategie di vita umanamente più soddisfacenti ed ecologicamente più lungimiranti." (Stato di Grazia p.22)

Il biologismo è un "movimento metafisico" perché sovverte l'antropocentrismo di fatto, proponendo concretamente l'alternativa di uno schema generativo delle forme biologiche comune a tutti gli esseri.

Oggi colgo volentieri le tante suggestioni che mi arrivano dal movimento animalista. Laddove spiegavo la perdita di empatia all'origine della "civiltà del fottere" come semplice effetto dello stress neolitico (fatica cronica dei lavori agricoli rispetto alla vita sicuramente più sportiva del precedente raccoglitore), ecco mi perdevo l'occasione di spiegare quanto, ancora bambino, già sapevo: è l'allevamento il vero stress che rode l'empatia umana!

Certo è evidente, in termini logici e pratici, che da un lato per allevare con successo devi essere empatico per capire di cosa hanno bisogno i tuoi animali... poi però quell'empatia sei costretto a zittirla quando devi ucciderli! La pratica dell'allevamento è sicuramente un grosso fattore di semplificazione civilizzatrice che ha contribuito a forgiare la perniciosa predatorietà umana attuale così come fanno, più in generale, tutte le pratiche di tradimento dei nostri bisogni in senso industriale e commerciale. Abbiamo tradito il nostro rapporto empatico con la natura del nostro pianeta, non siamo più in grado di essere riconoscenti per le risorse che questo ci offre.

Cosa fare? Recuperare questa empatia, coltivare la forma della salute e socializzare la riscoperta complessità umana e biologica in generale... io penso che queste siano anche forme di politica congrue con il bisogno di trovare nuovi equilibri ecologici e sociali.

Nel movimento si sprona a "lavorare incessantemente e senza paure personali per innalzare le tensioni sociali all'interno del sistema antropocentrico, così da aumentare la probabilità del crollo..." (Leonardo Caffo, Animal Liberation Front, p. 64) Io, per parte mia, proprio nell'ascolto e nel rispetto delle mie paure,  preferisco lavorare per costruire l'alternativa biologista.




venerdì 29 novembre 2024

Introduzione alla realtà


Un punto può svilupparsi in una linea che se non è retta sarà curva e, per poco che pieghi, tornerà all’origine tracciando un cerchio.

Se oggi vediamo le stelle allontanarsi, in origine possiamo immaginare gocce di energia schizzare via per ogni dove e divergere, così creando tra loro lo spazio ed il tempo del manifestarsi di ogni fenomeno.


L’intero della realtà è dunque apparentato per la sua origine e di fatto coerente per la sua forma: atomi e stelle sono danze circolari che, nel loro roteare, sviluppano le caratteristiche estrinseche loro proprie.

Anche la vita è cerchio: tonde le cellule, lo zigote, globulare ancora la masserella della morula, la gastrula poi si fa cava, si piega e si ripiega ed alla fine dispone tutti gli organi nella loro giusta successione nel corpicino di un embrione che per tutti è analogo, una piccola virgola ricurva e raccolta nello spazio rotondo di un uovo o di un utero.


Nel ripiegarsi la linearità di una sequenza porta dentro a sé, dentro al cerchio, il giro intero della realtà e delle sue tensioni. Il giro di un anno attorno al sole, il caldo ed il freddo diametralmente opposti, dialettici ed alterni, le quattro stagioni e tutti gli elementi della realtà rappresentati ed incastonati in quel certo modo, forse l’unico, che rende possibile la funzionalità organica di tutti gli esseri.

Il cerchio, con le sue geometrie interne, rappresenta allora lo spazio-tempo generativo di tutti i fenomeni possibili, la tensione comune sottesa alla multiformità apparente di infinite esperienze soggettive.

Il cerchio “esiste”? Gli orbitali atomici o le orbite planetarie “esistono” prima che un elettrone o un pianeta, solcandoli, li rendano evidenti? La questione è indeterminabile. La “cerchitudine” però rappresenta, in ogni caso, un formidabile approccio cognitivo per leggere la realtà nella sua coerenza interna e nei suoi rapporti di analogia tra le più diverse esperienze esistenziali. Un sestante per orientarci nella realtà complessiva, prima che un qualunque strumento, come ad esempio il riduzionismo scientifico, ce ne illustri al dettaglio le parti.

Riportati gli organismi al loro cerchio generativo embrionale, tutta la realtà risulta allora rappresentata da fenomeni circolari: sistemi col centro occupato come atomi e stelle e, a loro intermedi come ordine di grandezza, sistemi col centro libero, gli esseri, la vita.


La sequenza degli elementi del possibile è intrinsecamente dialettica, una sua metà contraffaccia l’altra, è ripiegabile come un’onda, e nel farlo traversa ordendo i diversi ordini di grandezza del reale. Un primo livello fisico dove il cosmo genera la materialità, un secondo dove si dettaglia la multiformità chimica ed un terzo dove la biologia mette in rapporto quelle parti chimiche, sottolineando così l’importanza di un piano innegabilmente immateriale quanto ineludibile per l’instaurarsi di un sistema complesso come il metabolismo vivente.

L’indagine sul cerchio della vita è allora una indagine sulla immaterialità di uno schema, sulla logica sottesa alle forme dispiegate nell’universo… In breve è un’indagine cosmologica, un’ambizione possibile solo scoprendo quanto il nostro corpo di quel cosmo è rappresentazione e misura.

Palmo messorio e pollice contabile

Ti regalo un altro esempio di come lo schema suggerisce comprensioni inedite, mi sembra, di cose che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni come ad esempio le mani. Allora esiste una vulgata che guarda le dieci dita come ad un incontestabile impero del sistema decimale. Bene, ma esistono teatrini alternativi all'Io inebetito che guarda le sue dieci dita e poi punta col naso per contarle... Immagina un "pollice contabile" che sta comodamente di fronte al pallottoliere delle dodici falangi e conta... conta le dozzine e con esse le misure dei fenomeni ciclici e circolari che gli interessavano anche e soprattutto da preistorico antenato!

Ecco vedi, stavo pensando a come giustificare l'importanza e la scelta del dodici nella strutturazione dello schema, ed ecco che trovo un nuovo particolare da aggiungere a quello che trovammo molto tempo fa Piero ed io, ancora prima di trovare lo schema. Ragionando sul pongide che scende dall'albero nella rift valley e sta nella savana nascosto tra l'erba alta, è granivoro e come coglie il suo cibo...? Ecco allora la prima delle definizioni completamente inedite che l'indagine sullo schema ci regalava: il PALMO MESSORIO !

E perché dare al pollice opponibile la centralità nella spiegazione evoluzionista? Perché l'uso della mano non è stato altrettanto dettato dalla quotidianità dell'alimentazione o, come abbiamo concepito oggi, dalla fantastica capacità di far di conto? (questa è ricerca in "direzioni non evoluzioniste")

Ovvio che starai proprio guardando la tua mano e avrai già considerato tutti gli intrecci possibili fra le tabelline del tre e del quattro etc. Non ti dimenticare allora di leggervi anche lo schema dei dodici pianeti piegato a W doppio (il basso del W, i pianeti sessuali, verso il palmo). Questa sarebbe già una bella idea, un esempio per fare didattica, poi però possiamo aggiungervi un particolare anatomico coerente: la difficoltà a distinguere i movimenti tra il terzo e quarto dito, come fossero legati assieme a dire la necessità grafica di una continuità numerica e logica!




giovedì 28 novembre 2024

Soffio vitale


Il flusso termodinamico serve al cosmo come l'aria per la stufa: 

lo scorrere del tempo anima il teatrino della nostra vita!

Patto di reciproca estraneità

La modernità ci aveva abituati ad una collettività fondata su di un patto di reciproca estraneità. L'urbanizzazione, la famiglia nucleare, l'atomizzazione individualistica... sembravano emancipare dalle pastoie sociali della vita in provincia, lo stato di diritto pareva offrirci una garanzia dalle forme tradizionali del fottersi, signorile o mafioso che fosse.



A pensarci bene la condizione di estraneità non è di per sé negativa: l'altro "non ancora conosciuto", potenzialmente, è sempre una promessa di scoprire una persona interessante; oppure diciamo che un patto sociale di reciproca estraneità è sempre meglio del fottersi conclamato.

In realtà la qualità di "non ancora conosciuto" si trasforma presto nella versione dove la debolezza ci rende l'altro "non più conoscibile"! Questo riporta alla luce potenziata tutta la tensione al fottersi individualistico che, dopo anni di accumulo nei tanti aspetti idioti della vita moderna, prima o poi scoppia.



E questo in Italia per la nostra generazione si è conclamato nel 2020 con l'inizio della pandemenza. Il corpo sociale abbandona del tutto i tratti perbenistici dello stato di diritto e si scatena il linciaggio sociale. Questa è la guerra che ci tocca dopo ottant'anni dalla seconda mondiale. Noi abbiamo cominciato con la sanità nazista, gli ucraini hanno visto il più tradizionale bellicismo, mentre in medio oriente gli israeliani ci hanno dimostrato tutta la loro perizia genocida.

L'unica domanda che mi viene è quanto dovrà durare?

martedì 12 novembre 2024

Pensiero delegato


Con la delega dell'intelletto al mondo virtuale per l'umano si completa l'accesso ad un livello d'ordine superiore alla pluricellularità.

Se le decisioni sui nostri destini sono ormai rassegnate nelle mani dei tecnici e se i discorsi seri sono banditi, allora gli individui non vivono più dentro la realtà ma dentro le pareti del nuovo organismo: piccole cellule suddite di un nuovo livello di coscienza le cui ragioni, ormai e per sempre, le travalicheranno incomprensibili!

Si completa ho detto ma avrei dovuto dire "potrebbe completarsi fosse in salute".

Non essendolo, evidentemente, l'umano sta forse solo imboccando la strada di una nuova malattia dove l'enorme crescita demografica, se non riuscirà a partorire le forme di un nuovo organismo, resterà quello che è: carne da macello per le guerre di sempre!

mercoledì 6 novembre 2024

Resistenza polverosa


L'elettronica ama la plastica, è il suo ambiente elettivo perché la plastica non fa polvere.

Invece una casa in campagna... coi muri di terra, legno dappertutto, tessuti naturali, pellicce feline e canine: tutta polvere naturale e sana... ma incompatibile con l'asettica virtualità digitale!

sabato 2 novembre 2024

Per chi è ancora in grado di leggere...

Normalmente quando uno ti racconta qualcosa tu ti fai un film nella tua testa con le immagini che quel racconto ti stimola (anche uno scritto, un libro), sono le tue immagini, è il film che ti sei fatto tu attivamente, è il tuo pensiero in risposta al pensiero altrui. Se uno ti racconta di una gita in montagna... è il tuo modo empatico ed emotivo di partecipare ad una cosa vissuta da altri.

Ma se uno prende l'abitudine di parlarti illustrando con video i suoi pensieri racconti discorsi... ti ha fottuto perché ti dà già il film, il suo ed impedisce il tuo: con quelle immagini ti sta proponendo come reagire emozionalmente ad un certo argomento, quindi sta spingendo in maniera implicita sul tuo modo di farti una tua opinione, impedisce il tuo pensiero personale.

Ho sempre provato alla fine di un film al cinema un certo disagio all'uscita, anche se il film era interessante e mi era piaciuto, ora mi spiego il perché. Un film è certamente da intendersi come un viaggio virtuale e allucinato, due ore dimentico del corpo e della realtà, e giustamente il fatto di "scendere dal treno" fa un certo effetto... Ma soprattutto il disagio è che subito dopo un film uno si trova senza i suoi pensieri, come inebetito, ed ha bisogno di un certo tempo per ritornare a sentirsi normale. C'è una certa sperequazione tra il singolo spettatore e l'industria cinematografica, e questo l'aveva già notato Pasolini.

Ma quando l'immagine diventa un inquinante quotidiano che trovi dappertutto nella comunicazione su qualunque cosa, che si riduce spesso a semplici video con sottotitoli o con voce automatica, allora diventa grave, perché significa la cancellazione del pensare, ai video altrui non hai pensieri di risposta. Dovresti ogni volta fermarti, pensare a cosa hai visto, ripensare all'intera comunicazione ricevuta e farti una tua opinione... Dovresti ribattere con un altro video! La cosa che con un film è impossibile dati mezzi e costi (quel che diceva Pasolini criticando il mezzo stesso che usava) ora è invece sul web è alla portata di tutti e per molti oggi diventa l'abitudine!

Il metaverso ha vinto: noi esseri reali stiamo tutti a casa propria... a confezionare le nostre video-immagini da confrontare con quelle degli altri come dei burattini sul palcoscenico... se vi diverte!

Basta, non è serio illustrare i propri pensieri con immagini (se non vi è uno specifico motivo documentaristico ovviamente, dai non datemi del fanatico!)

Fa schifo, partecipa della generale degenerazione. Attenti anche tutti quelli della pur santa controinformazione. Se davvero è questo il livello medio delle persone che vi si riferiscono, bé allora non bisogna andargli dietro! Il compito è piuttosto quello di spiegare (anche e in primis non facendolo a propria volta, ovviamente!) il rischio di questa tendenza in atto. 


In my mind and in my car
We can’t rewind we’ve gone to far
Pictures came and broke your heart
Put the blame on VTR

video killed radio star

Pensare?

Qualcuno può pensare   che gli altri non pensano   (gli stupidi imperialisti di sempre)

Qualcuno può pensare   che è stupido pensare   (la modernità figlia dell'imperialismo)

Nessuno infine     può più pensare ad alcunché...     perché viene la guerra!

lunedì 21 ottobre 2024

Confidenze epistemologiche

 Che introduzione è possibile fare al tema del tutto cosmico?

Tutte e nessuna: ogni interlocutore necessita la sua.

Ciao caro, vedi oggi hai potuto goderti di una personalizzata introduzione al meraviglioso "panorama che si vede di quassù", una delle infinite e proprio la tua...
Scusa, torniamo seri. Quel che mi interessa qui è farti apprezzare la differenza fra un approccio personalizzato e le astratte formulazioni cosmico-sapienziali che pure appunto sul blog per non perderle.
Allora (e se non l'hai ancora fatto ora è il momento che ti chiedo proprio di farlo) leggimi qualcuna di quelle formulazioni che ho tentato di dare della materia, e dimmi se non abbiamo bisogno di una catechismo o qualcosa del genere... penso forse addirittura che la grande legge di unificazione debba essere dichiarata in termini di  catechesi di postulati e presupposti di realismo, prima di riuscire a determinarne la formula matematica...
A me farle, entrambe le cose, stimola sensazioni diverse. Distillare l'astratto mi evoca costantemente un piano ben oltre il vitale, pardon dovrei dire prima del vitale manifesto, prima del vitale emotivo cui siamo abituati. Resto esaltato, ovviamente, ma anche molto turbato: definire la vita inevitabilmente significa porsene fuori, in qualche maniera, forse anche nella giusta direzione della vera coscienza cosmica senza tempo e senza spazio... ma comunque con un sentore di nostalgica dipartita! Distacco che posso solo colmare con la voglia imperiosa di sentirmi domandare cosa ho intravisto ed col piacere di provare a spiegarlo, proprio con quei termini e quegli esempi e quelle immagini che sento che ogni volta vengono diversi proprio perché l'interlocutore è diverso...
Stiamo inaugurando un nuovo eclettismo dove veramente ora un bambino sano rischia di aver più termini, e pertinenti, di un filosofo o di un fisico...
buonanotte

Fenomenologia della fottitura

Stamane ti regalo l'esperienza del passaggio (litigarello ovviamente) di due cacciatori dietro la finestra della cucina... Come sempre in queste occasioni ho la precisa percezione del fenomeno della fottitura di cui ora ti voglio proprio parlare. Cominciamo con due affermazioni delle mie...

1 Il gusto degli ormoni è il sentore del popolo cellulare interno, d'altra parte ogni cellula pensa: chissà cosa sta pensando l'essere superiore?

2 La fottitura è il gusto dell'adrenalina senza lo sfogo dell'azione

L'adrenalina "legittima" è quella implicata dal buttarsi in una azione o nel reagire ad uno stimolo improvviso.
Invece il nevrotico piacersi del gusto dell'adrenalina di per sé (un film horror per esempio) è alla radice del fenomeno sociale della fottitura e quindi, in ultima istanza, dell'intera struttura degenerativa della nostra civiltà.
Scegliere l'altro come risorsa (decidere di fottere qualcuno!) o patire impotenti la fottitura (quella di stamane dei cacciatori come quella implicita nel commercio, o quella interrogatoria di un professore o la paletta delle forze dell'ordine...) sono posizioni analoghe e complementari: implicano adrenalina e ci rendono complici della civiltà del fottere.
... a me non piace, sinceramente, proprio quel gusto e quel senso di pancia rattrappita che l'adrenalina lascia quando appunto lo sfogo dell'azione non c'è, e questo non è solo autogestione esistenziale personale ma diventa dirimente perché è la domanda fondamentale da porre ai nostri nuovi interlocutori: vi piace il gusto dell'adrenalina?, non avete ancora concluso quell'esperienza?, non vedete che danni fa?, per favore fate in fretta che qui bisogna passare ad altro...!
A me non piace perché l'incontro con l'altro maschio vorrei che fosse condito di altri ormoni e questa è anche la fondamentale "funzione" (concedimi la licenza funzionalista... proprio a me!) dei finocchi nel corpo sociale ed in specifico nella società degli uomini: rendere più complessi i giochi!

(Ecco finalmente che dopo mezz'ora di scritto ed aver lavato i piatti... il gusto dell'adrenalina regalatomi dai cacciatori è andato via! )
Questa dell'adr. è un esempio di analisi fenomenologica attinente, direi in questo caso, al significato di Marte-azione nella sua dialettica con Venere-comodità. Non è ancora l'analisi anatomica di parti del corpo in una certa decade, ma solo l'abbinamento "sinottico" dell'adrenalina alle caratteristiche marziane e le concordanze che ne discendono.
Allora, fino ad ora avevo dato del rapporto gusto-effetto dei cibi una definizione molto pratica: prima si considera l'effetto che fanno i cibi con cui riempiamo la dispensa e solo poi il gusto può dettare con l'istinto la scelta giusta giorno per giorno.
Ora posso approfondire l'analisi ed affermare che:
in prima battuta il gusto serve a distinguere i cibi tra di loro per non avvelenarsi
in seconda battuta si ragiona cosa mangiare in base all'effetto che vogliamo ottenere per noi stessi 
ed infine ecco forse arrivare il gusto-piacere comunemente inteso: come premio per la scelta giusta, cioè giusto la verifica della coerenza tra come vogliamo stare e cosa abbiamo mangiato per arrivarci

Ecco che con questo esempio di una piccola analisi fenomenologica (Usserl, se vogliamo, ma con in più le capacità di lettura dello schema) ti ho mostrato perché lo schema è molto importante anche per una comprensione dell'attuale: proporre al prossimo di rileggersi con i nuovi strumenti cognitivi significa chiedergli di prendersi la sua responsabilità politica! Fatti complesso e non generare altro potere nefando! 

Figli di uno schema

Oggi con te vorrei parlare dell'atteggiamento funzionalista con cui ci hanno insegnato a guardare il bioma.

Se, come Lui disse, gli organismi sono la sommatoria di pezzi arrivati per caso e selezionati dalla storia, allora ad ognuno di quei pezzi dovremo riconoscergli una funzione...
Se poi penso che le energie psichiche di tutti i giovani che hanno approcciato la biologia da metà dell'ottocento ad oggi è andata in fumo dietro a questo sport apparentemente brillante ma in realtà idiota...
Sì, idiota, perché mi sembra che ostinatamente non si sia voluto accorgersi della forzatura che questo esercizio di pensiero comporta: ogni pezzo è usato da diversi animali in maniere plurime diverse e specifiche, ma anche creative ed inventabili oppure non usato o addirittura controproducente per la sopravvivenza. Un arto ha ricche possibilità d'uso: movimento e azione, ma anche protezione, calore, bilanciamento, espressione, danza, mimica, gestualità... C'è una funzione principale e le altre accessorie? e chi lo stabilisce quali sono? quel pezzo è nato per una funzione, e poi lo si è usato per qualcos'altro? possiamo sapere che non sarebbe sopravvissuto
se non avesse avuto quel pezzo fatto così?... Appena uno si pone due domande tutto crolla!

Ricordo che la domanda fondamentale della ricerca sulla vita è: come mi risveglio ogni mattina ricordandomi chi ero il giorno prima, come sono nato assortito con la mia insopprimibile individualità, come nasce una nuova specie vivente, come nasce il bioma sulla terra, come nasce la vita nell'universo...
Ecco, visto che su questi temi non sappiamo un granché, allora le due ipotesi sono paritetiche: figli del caso in progressione nella storia, o sempre nuove e analoghe stampe dello stesso conio-schema?
Ti voglio fare un esempio. Pensa a quando la cellula si riproduce: tutti hanno in mente l'immagine dei cromosomi in forma di bastoncello, sono impacchettati e chiusi come in valigia, pronti a dividersi in due squadre sul fuso mitotico di partenza... bene, e se loro sono in valigia chi comanda il processo? Proprio nel momento più importante della sua vita la cellula sembra lasciare il comando e lascia che a dirimere la spartizione dei cromosomi (e nella meiosi ovviamente anche l'assortimento genetico della prole) tutto sia lasciato al caso...

Bene, noi diciamo che proprio questo è il momento principe in cui la trascendenza gioca il suo ruolo, nel momento della riproduzione la tensione dello schema detta una nuova ma sempre analoga conformazione e la riedizione fresca e rinnovata della vita ogni volta lo testimonia.
Usciti dalla nebbia evoluzionista ora ogni organismo può sfoggiare tutta la sua manifesta particolarità: nasco, guardo i pezzi che l'ordine cosmico mi ha dato e poi mi invento come usarli. La concordanza in questo caso è una tensione sempre accesa: l'ala e la pinna trovano la loro forma concordante rispettivamente con l'aria o con l'acqua non perché il rischio di precipitare o di annegare ha selezionato le forme che più aiutavano in quel verso, ma perché amministrate dalla medesima dialettica, in questo caso direi  Y-Nettuno, rigidezza e fluidità, cioè l'arto avrà la possibilità di modulare il suo aspetto in un'escursione di forme che risulteranno sempre in concordanza con la consistenza di un mezzo più o meno denso. C'è un legame fenomenologico d'origine (forma dell'arto anteriore e consistenza del mezzo fisico da attraversare sembrano dunque nella stessa casella di una tavola sinottica) e c'è il legame ontologico, rinnovato da parte dell'animale che si valuta e che decide liberamente come usare quei pezzi in mezzi di diverse densità.
La fenomenologia dell'ambiente è la medesima di quella organica, lo stesso schema genera gli esseri animati ed i contesti materiali dove vivono.

scienza e trascendenza

E' da un po' che scambio con voi queste mail per cercare di socializzare la ricerca sullo schema. A questo punto devo fare didattica, personalmente ne ho voglia ed a questa si aggiunge la necessità di sottoporre a verifica quanto Piero ed io rischiamo di esserci solipsisticamente montati nella solitudine culturale di questi decenni.

Ho bisogno di verificare se questo modo di vedere la vita possa diventare strumento di quella nuova umanità postmoderna che attendiamo.
Voglio dire che penso che questo sia il linguaggio possibile e corretto per tutti per capire e parlare delle cose naturali (ontologia, olismo), poi "quelli che hanno studiato" aggiungeranno anche l'esercizio di un rigoroso metodo per ricavare informazioni con un certo grado di validità (scienza, riduzionismo). Va da sé che ritengo che la conoscenza sia l'ontologia, e che tutti debbano occuparsene. Mentre penso che i ricercatori specializzati nel metodo scientifico abbiamo patito questi due secoli del rischio di perdere di vista il vero piano della comprensione umana con l'idea che si potesse descrivere e parlare del mondo con l'invenzione di un "linguaggio scientifico"...
No, no, no... 
La scienza definisce paletti di informazioni che l'ontologia deve rispettare per restare nel limite del plausibile: questa è la definizione corretta dei reciproci rapporti tra comprensione ontologica della realtà e ricerca scientifica! 
L'ontologia riguarda tutti, il metodo scientifico riguarda chi va alla ricerca di informazioni particolari.
Per questo io non chiedo una revisione scientifica ma umana ed ontologica. Certo qualche "paletto" di informazione scientifica posso averlo citato e usato male, chissà quanti ne ignoro!, ma non è questo il problema perché non è scientifico il confronto. Questa roba non è scienza perché è inverificabile, ma neppure è spazzatura creazionista per bambini idioti, attenti.
Questa è invece l'alta comprensione ontologica possibile ad una sana popolazione,  che dunque chiede ai suoi scienziati di tornare a considerarsi semplici tecnici della raccolta dati.
Questa è la fondazione di un nuovo linguaggio realista e socializzabile a tutti, internazionale perché riferito al corpo e per tutti metafora di un modello cosmico.

Difetti di forma

Dobbiamo capire come funzioniamo rispetto alle "mancanze" dalla forma della specie.
Dato: la pezzatura dei sacchi considerati normali da movimentare è scesa dai 100 kg di inizio novecento ai 50 e poi ai 25 attuali. Non si tratta solo di emancipazione popolare, la forza fisica media della popolazione è diminuita, ci sta bene o cerchiamo di correre ai ripari?
Per farlo bisogna esserne consapevoli: riconoscere un senso di colpa o di mancanza rispetto alla forma "che dovremmo avere" (tesi opposta all'evoluzionismo) è essenziale, ma è anche l'opposto di  quanto si sforza di fare il modernismo: accettarsi per quello che si è... diversamente sani, diversamente belli!
No, deboli, malati e brutti dobbiamo riconoscerci! Solo accusando il colpo e patendo quel che c'è da patire nello scoprirci mancanti possiamo metterci a fare qualcosa di costruttivo per noi o per i nostri figli.
Così è anche sul cognitivo. Banalmente la lunghezza delle poesie che si pretendeva che i bambini dovessero essere in grado di imparare a memoria si è notevolmente ridotta nell'arco di poche generazioni.
Ora, anche il "so di non sapere" ha dei limiti: encomiabile per dire lo sprone al cercare, esecrabile se fa diventare tabù il trovare una qualunque cosa... Ecco il Tabù mi sembra di aver sperimentato questi anni: uno scomposto fuggi fuggi di fronte a quelle che dovrebbero essere banalità per un umano che fa esperienza della salute e della complessità.
Certo è brutto e fa male accorgersi delle proprie defaillances, ma è il dolore inevitabile per uscire dal guscio protetto e tutelato e infantilizzante della modernità. Chi però affronta questo dolore e questa solitudine, poi può accorgersi con sollievo che la soluzione è implicita nella nostra riscoperta forma e dunque nel suo desiderio di socialità.
Tutti assieme riportiamo ad interezza ciò che è possibile all'umano: nella comunità intera, se davvero riesce ad interagire intimamente, può manifestarsi appieno la forma che dovremmo avere tutti a riferimento.

mercoledì 9 ottobre 2024

Depopolamento

 Che triste vivere in un paese che muore. Non ci sono giovani, non c'è curiosità, uno impara presto a sentirsi vecchio. Se ti viene una buona idea... non trovi nessuno a cui dirla.

Bisogna fare attenzione, nel provare a formulare una nuova teoria politica in tale contesto, a non inquinarla del cattivo umore imperante. Questo si traduce infatti nella debolezza cognitiva di non vedere la propria complicità nel collettivo autolesionismo contemporaneo.

martedì 8 ottobre 2024

Esercizi di posizionamento...

 Lasciando da parte ogni velleità spirituale dovrebbe essere possibile una semplice meditazione "posizionale", leggersi cioè all'interno della geometria dello schema:


Esercizio di Meditazione posizionale:
Spento il terzo (la terza parte, gli arti) con l'inazione
resti tu (il sesto della testa) con i tuoi organi (il mezzo del corpo),
che sei come dio con i suoi esseri,
cosmo e manifestazione, pensiero e respiro,
la fisiognomica cinese quindi è cosmogonia
e noi organi siamo quindi le emozioni del dio-cosmo!


Mi sembra interessante  accompagnare questa tecnica di rilassamento con una riflessione fatta dieci anni fa sempre su questo blog

Intelligenza naturale:
La comprensione rappresenta il movimento inverso a quello per cui
da uno schema unitario si genera la multiformità del reale.
L'intelligenza è la risposta allo sviluppo del cosmo,
è l'esercizio faticoso di risalire la corrente
per ricongiungersi alla fonte delle potenzialità,
riaccorpare i termini, cogliere le analogie...
Purtroppo, la nostra moderna idea di progresso
non mi sembra andare in questa direzione.

Insegnante

 <<Il primo dovere dell'insegnante è di scuotere ben bene l'allievo. E quando il tumulto che ne nasce si sarà sedato, tutto allora sarà probabilmente andato al suo giusto posto. Oppure non ci andrà mai!>>

dal Manuale di armonia di A. Schonberg 

lunedì 30 settembre 2024

cosmo vivente

Attenta umanità bambina,
non sei tutto...
ma sei intera come il tutto:
il tutto è intero in tutte le sue parti, per definizione,
mentre tu, individuo, devi essere intero per essere vivo!

Il cosmo - se così definiamo l'intero universo termodinamico e la ciclicità delle condizioni che lo permettono -
è cosmo vivente,
e non in senso accessorio (nel c. può svilupparsi la vita),
ma in senso stretto:
IL COSMO E' LA VITA

Il cosmo fa come lo zigote cioè si fraziona, morula in infiniti fenomeni ed esseri

e questi interagiscono tra loro: tutto in uno.

Non siamo soli nel cosmo, la socievolezza è insita nel cosmo e gli esseri la manifestano con l'empatia.

L'individualismo non è previsto, un cosmo che si sente solo è un cosmo che sta male!


venerdì 27 settembre 2024

Triadi

 La Politica e la Cultura                                                                                                                               non costruiscono la salute del corpo,                                                                                                      quella dipende dallo stile di vita.

D'altronde anche il salutismo                                                                                                                       non è raggiunto appieno                                                                                                                            senza responsabilità politica e ricerca culturale.

giovedì 26 settembre 2024

La tensione dello schema

 dall'art. Forma - Harry Manelli, Manfredo Massironi - Universo del Corpo (1999) - Treccani


Una classe particolare di geni, i geni della specificazione regionale o geni del pattern, codifica la posizione relativa delle parti del corpo. Essi sono stati identificati in metazoi appartenenti a tutti i phyla; sono omologhi e conservano lo stesso pattern spaziale di espressione. Questo rappresenta una caratteristica comune, chiamata zootipo, praticamente invariabile fra gli animali e quindi potenzialmente in grado di definirli. Un animale è un organismo che esprime lo zootipo. Il periodo di massima espressione di quest'ultimo è anche il periodo di massima somiglianza morfologica fra tutti gli embrioni di ogni phylum. Tale periodo fu scoperto da K.E. von Baer per i Vertebrati ai primi dell'Ottocento, ma in seguito si dimostrò che uno stadio di sviluppo analogo esiste in tutti gli altri phyla animali (Sander 1983). Questo stadio è detto filotipico perché in esso gli embrioni di ogni phylum non solo si somigliano, ma hanno tutti la morfologia tipica del phylum. L'embriologia descrittiva ha dimostrato quindi che tutti gli animali hanno uno stadio filotipico e l'embriologia molecolare che in quello stadio essi esprimono il pattern comune dello zootipo. Gli animali si possono definire come gli organismi che esprimono lo zootipo, perché questa espressione è associata, in tutti i phyla, al processo di costruzione del piano generale del corpo. Anche se i piani corporei sono diversi, lo zootipo resta costante e rappresenta una struttura altamente conservata durante l'evoluzione dei metazoi.

Biologia e termodinamica

La vita ha qualcosa di peculiare nel distinguersi dal destino termodinamico degli oggetti materiali, cavando proprio da quel flusso l'energia per fare "la capriola", per risvegliarsi al mattino, per riprodursi, per essere autocoscienti. E' il cosmo che si rende cosciente tramite noi esseri viventi:

lo Schema è reso manifesto dalla Forma biologica in tutte le sue possibilità

le diverse forme biologiche, gli esseri viventi, traducono tra loro lo Schema mangiandosi, con la catena alimentare


L'evoluzionismo non è falso, è solo vuoto come una tautologia

 L'evoluzionismo non è falso, è solo vuoto come una tautologia perché se la vita ha qualcosa di peculiare è proprio il distinguersi dal destino termodinamico degli oggetti materiali, cavando proprio da quel flusso l'energia per fare "la capriola", per risvegliarsi al mattino, per riprodursi, per essere autocoscienti:

è il cosmo che si rende cosciente tramite noi esseri viventi

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Fin qui è il presupposto dal quale dovrebbe partire ogni ricercatore sincero. Per capire poi cosa voglia dire, da parte della vita, "opporsi al destino termodinamico"... questo è il bello del nuovo posizionamento biofilo: dopo Eisenberg l'indeterminazione quantistica non deve farci arrendere ad un distacco incolmabile con la realtà, anzi ci richiede espressamente l'onere di una "comprensione coinvolta" che parta dalla nostra diretta e condivisa esperienza di forma e salute. 

Attenti a non scivolare sulla strada della trascendenza

Attenta umanità bambina,
non sei tutto...
ma sei intera come il tutto:
il tutto è intero in tutte le sue parti, per definizione,
mentre tu, individuo, devi essere intero per essere vivo!

Il cosmo - se così definiamo l'intero universo termodinamico e la ciclicità delle condizioni che lo permettono -
è cosmo vivente,
e non in senso accessorio (nel c. può svilupparsi la vita),
ma in senso stretto:
IL COSMO E' LA VITA

domenica 22 settembre 2024

Socializzare l'indipendenza

 Nel riassociarsi attorno al nuovo paradigma biofilo si tratta di alimentare un vero e proprio sovraorganismo.

Se la famiglia edipica riduce semplicisticamente la propria potenziale creatività nella carne di un figlio (quando ancora ci riusciva), un branco sano  dovrebbe essere invece direttamente produttore di società, e non succube d'essa.

Pensate ad una società fatta solo di momenti di festa o, quando serve, di occasioni di solidarietà. Questo è il tessuto sociale in un territorio popolato di branchi, se questi tendono all'autonomia non resta altro motivo per incontrarsi:

socializzare le informazioni per essere indipendenti

martedì 3 settembre 2024

Byologismo: tra Byopotere e Byopotenza


 Attenti ad evitare il byopotere, diceva Foucault.

Attenti a coltivare la byopotenza dobbiamo aggiungere noi!


Le forme estreme del moderno potere sulla biologia, sulla natura e sui nostri corpi sono proprio ciò che il mondo alternativo ha cercato di capire e di spiegare agli altri in questi anni di pandemenze, bellicismi e genocismi... ma non basta.

Dopo aver scoperto che il potere delle élite e delle istituzioni origina dalla debolezza personale di ciascuno di noi, possiamo anche scoprire  che la prima delle forme politiche per reagire a tutto ciò non è la lamentela né la contrapposizione ma piuttosto l'autonoma coltivazione della propria vitalità, cosa che sola può darci la complessità di corpo e pensiero sufficiente a sottrarci al gioco di complicità con i nostri carnefici o, più direttamente, col nostro autolesionismo.

Eviteremo di originare potere altrui quando saremo in grado di costruire potenza nostra, fatta di salute natura socialità.

Perfetto ma anche l'elitarismo transumanista progetta interventi volti a plasmare l'umano e deciderne il futuro, cosa ci distingue da quella pericolosa deriva eugenetica?

Il transumanesimo rappresenta il delirio autopoietico evoluzionista di un soggetto che scopre di poter influire sul proprio corpo, ma per andare dove?

Noi diciamo che la fantascienza transumanista è fuori rotta perché l'interferenza con la biologia della nostra specie non è creativa e ci porta anzi sicuramente verso una delle infinite malattie possibili. Mentre noi pensiamo di non rischiare la deriva eugenetica perché una corretta coltivazione di sé - a partire da una sana alimentazione ed uno stile di vita equo ed ecologico - può solo condurci al centro, riportarci in equilibrio sul nostro centro di forma.



Rivendichiamo dunque la pratica politica di uno stile di vita che ci riporta al centro della nostra forma biologica, consapevoli al contempo che la comprensione e la coltivazione della stessa rappresentano anche una più ragionevole forma di rapporto con il piano della trascendenza e dell'ontologia rispetto alle ideologie storiche e alle religioni tradizionali.