fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

lunedì 13 gennaio 2025

Vulgata storia

Di tutte le altre specie non conosciamo cosa avvenga in realtà al momento della nascita, e neppure possiamo chiederglielo. Per la nostra invece possiamo trovare tracce nella memoria storica che ci riportano alle origini se non della specie almeno del corso di una civiltà che potremmo definire tale proprio solo in ragione di questa continuità di coscienza e non per particolare superiorità morale.

Ecco allora che il primo dato sicuramente da registrare è quello di una cesura da un prima di cui sappiamo proprio poco: un disastro naturale, un meteorite o un'eruzione, un momento comunque segnato anche nel nostro genoma, il "collo di bottiglia" di una strettura demografica accentuata, la famosa "Eva mitocondriale" di cui tutti saremmo figli.

Un disastro che ci ha portati sull'orlo dell'estinzione e/o l'interferenza con esseri alieni di cui saremmo i figli in provetta, frutto di biotecnologia? Fatto sta che entrambe le vicende sono riportate nei nostri più antichi racconti e vanno dunque prese sul serio.

Così è per esempio per l'ebraismo che, se all'inizio racconta chiaramente dei rapporti con "esseri superiori", ad un certo punto comincia a rielaborarsi come monoteismo e, nel cristianesimo appieno, arriva a disegnare la figura di un dio unico, trascendente ed informe miscuglio di astratti principi cosmologici con edipiche vergogne.

Così fino agli ultimi secoli dove il monoteismo si esaurisce nelle opposte tendenze di umanesimo e scienza: l'umanesimo si chede chi siamo e se siamo speciali per qualcosa (ma in realtà è solo riuscito a porre la domanda e non a rispondervi), mentre la scienza si chiede se siamo davvero così potenti da autodeterminarci (ma in realtà è solo riduzionismo che provoca semplificazione e degenerazione).

Oggi i limiti di umanesimo e scienza sono superabili con una filosofia biologista che può finalmente rappresentare il raggiungimento o il ritorno al corretto posizionamento di tutti gli esseri riguardo alla loro dimensione creaturale, in quanto figli dei loro genitori, e alla dimensione creativa, in quanto parte della complessiva coscienzialità del cosmo.

In altre parole: di una coscienza cosmica perenne la vita è la versione creaturale perché con nascita e morte è adeguata al flusso termodinamico di questo universo.

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