Tutto ha una sua ragion d'essere anche l'inferno e il paradiso. Sottratti al monopolio del discorso teologico, la fisica saprebbe come riqualificarli: dalle fiamme dell'inferno del big bang al noioso paradiso di entropia e dispersione delle stelle che si allontanano sempre più... Anche se in termini un po' estremi sono questi, mi sembra, i confini dell'universo conosciuto. Ma sono termini fisici e non religiosi, e il bello è ciò che sottendono e cioè il dipanarsi dello spazio-tempo del mondo materiale e della vita.
Allora non c'è da avere timore dell'inferno perché ne proveniamo: è il calore di una fucina o di un utero. Ma neppure c'è da augurarsi il paradiso perché ogni cosa ci va spontaneamente, come ogni sviluppo porta ad una conclusione ed ogni cosa che nasce morirà.
L'evoluzionismo ha fatto della scienza una religione. Ma già una religione della salvezza era assurda, come l'evoluzionismo, perché sono tautologie, perché il flusso della corrente va già in quella direzione e si chiama termodinamica e non ha bisogno di spinte o preghiere!
Piuttosto, se vogliamo occuparci di trascendenza, riconosciamole il suo ambito ragionevole e cioè il tentativo intuitivo e istintuale di comprensione, l'immaginazione laddove non arrivano i nostri strumenti tecnici e l'esperienza empirica.
La scienza non sa cosa è la coscienza e come facciamo a risvegliarci ogni mattino, come nasciamo, come nasce una specie e come è nata la vita in generale. Non lo sappiamo come scienziati ma in quanto esseri viventi possiamo provare ad immaginarlo e a dire, con l'arroganza della soggettività, che se noi vita siamo così come siamo forse è perché rispecchiamo un contesto anch'esso ciclico riproduttivo e coscienziale.
E' così che da profani della fisica possiamo trovare interessante una ipotesi come quella della Cosmologia Ciclica Conforme del premio nobel Roger Penrose. A parità di mancanza di conti teorici e prove sperimentali il biologismo può offrire l'argomento della plausibilità logica e della concordanza estetica... Fatene buon uso!
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