E' vero che qualunque suprematismo può condurre a guerra e genocidio, ma oggi abbiamo da riconoscere le origini e le responsabilità di questa modernità globalizzante e di questo imperialismo occidentale.
Le religioni in generale possono essere intese come l'amministrazione della nostra piccolezza: sia come bambini di fronte ad un genitore, sia come manifestazioni di fronte al principio cosmico generante. Sono due questioni decisamente diverse che le religioni, mischiando, non ci aiutano a capire.
La nuova esegesi biblica proposta da Mauro Biglino e gli studi antropologici sui culti del cargo ci parlano della religione come rapporto con una concreta figura storica (gli alieni domesticatori e genitori biotecnologici del popolo ebraico, così come gli aviatori americani capitati sugli atolli del pacifico durante la seconda guerra mondiale). In questo caso è questione di edipicità ed infantilismo e richiede all'umanità una maturazione di tipo psicologico.
Nel secondo caso invece stiamo parlando di una questione più astratta e filosofica, ma non per questo meno carica di responsabilità di fronte al presente.
La nostra piccolezza di fronte alle leggi dell'universo è riflessione cara ad ogni orizzonte religioso. In una versione ragionevole l'Ego umano può trovare misura ed intima soddisfazione nel riconoscersi coincidente con l'Io cosmico (dalla contemplazione mistica al pragmatismo taoista, per esempio).
Nella versione protestante invece (ognuno di fronte a dio, senza mediazione), questo rapporto viene invertito, semplicemente, ed è l'egopatia umana a rivestire il principio cosmico, impossessandosene. Così ogni soggetto moderno si crede dio nella solitudine del suo individualismo, così l'umano non trova più la sua forma (il riconoscimento dello schema generativo delle forme biologiche) tra le leggi dell'universo ma, all'opposto, pensa lui stesso di dare forma all'universo e dunque esserne padrone.
Banalmente si chiama delirio di onnipotenza, ed è alla base non solo dell'imperialismo americano ma, più in generale, del posizionamento intrinsecamente pernicioso di chiunque adotti acriticamente lo stile di vita di questa modernità globalizzata.
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