Un punto può svilupparsi in una linea che se non è retta sarà curva e, per poco che pieghi, tornerà all’origine tracciando un cerchio.
Se oggi vediamo le stelle allontanarsi, in origine possiamo immaginare gocce di energia schizzare via per ogni dove e divergere, così creando tra loro lo spazio ed il tempo del manifestarsi di ogni fenomeno.
L’intero della realtà è dunque apparentato per la sua origine e di fatto coerente per la sua forma: atomi e stelle sono danze circolari che, nel loro roteare, sviluppano le caratteristiche estrinseche loro proprie.
Anche la vita è cerchio: tonde le cellule, lo zigote, globulare ancora la masserella della morula, la gastrula poi si fa cava, si piega e si ripiega ed alla fine dispone tutti gli organi nella loro giusta successione nel corpicino di un embrione che per tutti è analogo, una piccola virgola ricurva e raccolta nello spazio rotondo di un uovo o di un utero.
Nel ripiegarsi la linearità di una sequenza porta dentro a sé, dentro al cerchio, il giro intero della realtà e delle sue tensioni. Il giro di un anno attorno al sole, il caldo ed il freddo diametralmente opposti, dialettici ed alterni, le quattro stagioni e tutti gli elementi della realtà rappresentati ed incastonati in quel certo modo, forse l’unico, che rende possibile la funzionalità organica di tutti gli esseri.
Il cerchio, con le sue geometrie interne, rappresenta allora lo spazio-tempo generativo di tutti i fenomeni possibili, la tensione comune sottesa alla multiformità apparente di infinite esperienze soggettive.
Il cerchio “esiste”? Gli orbitali atomici o le orbite planetarie “esistono” prima che un elettrone o un pianeta, solcandoli, li rendano evidenti? La questione è indeterminabile. La “cerchitudine” però rappresenta, in ogni caso, un formidabile approccio cognitivo per leggere la realtà nella sua coerenza interna e nei suoi rapporti di analogia tra le più diverse esperienze esistenziali. Un sestante per orientarci nella realtà complessiva, prima che un qualunque strumento, come ad esempio il riduzionismo scientifico, ce ne illustri al dettaglio le parti.
Riportati gli organismi al loro cerchio generativo embrionale, tutta la realtà risulta allora rappresentata da fenomeni circolari: sistemi col centro occupato come atomi e stelle e, a loro intermedi come ordine di grandezza, sistemi col centro libero, gli esseri, la vita.
La sequenza degli elementi del possibile è intrinsecamente dialettica, una sua metà contraffaccia l’altra, è ripiegabile come un’onda, e nel farlo traversa ordendo i diversi ordini di grandezza del reale. Un primo livello fisico dove il cosmo genera la materialità, un secondo dove si dettaglia la multiformità chimica ed un terzo dove la biologia mette in rapporto quelle parti chimiche, sottolineando così l’importanza di un piano innegabilmente immateriale quanto ineludibile per l’instaurarsi di un sistema complesso come il metabolismo vivente.
L’indagine sul cerchio della vita è allora una indagine sulla immaterialità di uno schema, sulla logica sottesa alle forme dispiegate nell’universo… In breve è un’indagine cosmologica, un’ambizione possibile solo scoprendo quanto il nostro corpo di quel cosmo è rappresentazione e misura.
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