fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

domenica 19 aprile 2015

Chi zappa non migra

Di solito chi zappa non "migra". Chi è povero scappa da un contesto e da una cultura che lo stanno fottendo, mentre chi è ricco parte alla conquista di nuove ricchezze.
Spesso però, chi scappa da un posto asfissiante è anche molto debole e trova necessario riassociarsi al gruppo di origine per affrontare il nuovo contesto.

Ecco dunque popolo ed élite ricongiungersi in terra straniera e formare una nuova comunità: che al suo interno svilupperà le stesse dinamiche e le tensioni da cui si fuggiva, ma che all’esterno sarà capace dello stesso imperialismo, promuovendone la diffusione.

domenica 12 aprile 2015

I migranti islamici e la conversione al consumismo come religione della modernità

Quando un migrante islamico arriva in Europa può fare una certa esperienza della libertà, la libertà per come la intende l’occidente, cioè libertà di consumo. Purtroppo questa pratica comporta un danno ambientale che risulta non più sostenibile e che chiede, urgentemente, di cercare delle alternative.
Questa libertà comporta anche, almeno nella nostra esperienza, un certo grado di alienazione cui parte di loro risponde rifugiandosi nel fondamentalismo d’origine.
Ora, il sistema socioeconomico occidentale – democrazia ed economia di mercato – si basa sul fatto che la maggior parte della popolazione assume una posizione laica piuttosto che fondamentalista (uno prima si considera cittadino del suo stato e poi, solo dopo, seguace della sua religione o delle sue convinzioni), questo è un requisito cui difficilmente si può rinunciare senza far venir meno le condizioni per quella stessa libertà che sono venuti cercando.
Inoltre, se guardiamo con attenzione lo stile di vita della modernità, dai più è vissuto in maniera omologante ed acritica cioè, sostanzialmente: il consumismo rappresenta la pratica religiosa reale ed universalizzante dell’occidente, anche senza bisogno di un clero o di una teologia esplicita.
Dunque il richiamo che i fondamentalisti fanno al loro popolo in migrazione è, in effetti, corretto: attenti, immagino dicano tutti, attenti che lo stile di vita degli infedeli vi porterà fuori della grazia di dio. Ed è vero, la tentazione dell’occidente rappresenta davvero la possibilità di convertirsi ad un’altra religione, e non quella cristiana ma quella della modernità consumista, e semplicemente, attraverso l’inaspettata ritualità di uno stile di vita.
I nostri fondamentalisti vorrebbero quest’occidente ancora cristiano, ma non è vero, non è più vero. I progressisti dovrebbero dire che ormai siamo un paese compiutamente laico, ma neanche questo è vero perché, in realtà, siamo già pienamente assorbiti nella dimensione religiosa della modernità.
L’opportunità della cittadinanza in un paese democratico sembra allora offerta al prezzo dell’adesione alla religione del consumo. E’ vero, ma non è obbligatorio, non è ancora religione di stato! Il supermercato è comodo ma costa, il supermercato fa ammalare e prima ancora annoia e sono in molti, oggi, quelli che cominciano a cercare delle alternative più salutari e più interessanti!
L’Italia era ancora contadina nella prima metà del novecento, poi è stata operaia in fabbrica, e poi solo più genericamente “impiegata” nel settore terziario. Che vuol dire? Servizi, logistica, commercio, tecnici specializzati, assistenza, istituzioni… Riassumendo vuol dire che compriamo le merci, le spostiamo, le consumiamo… e ci facciamo assistere! Chi produce? Boh, forse è anche per questo che siamo in crisi.
Un ciclo per noi è finito. Abbiamo colonizzato e rubato risorse, poi abbiamo trasformato il bottino nei beni che volevamo consumare e poi ce li siamo spartiti… fino all’ultima briciola! Oggi l’Italia non è più il paese del boom economico, delle industrie e del posto fisso, gli stipendi sono finiti e restano solo le ultime pensioni dei vecchi, ma da spartire con le badanti.
Oggi l’Italia è il paese del disastro, sociale e ambientale. Oggi l’Italia è un paese che deve ricominciare a considerarsi povero e che ha urgenza di ricostruire tutto: ritrovare una sua autonomia produttiva agricola, immaginare una gestione del territorio un po’ più lungimirante che in passato e, condizione essenziale, tessere una nuova rete sociale capace di fare tutto ciò.

Accomodatevi, in questo senso c’è un sacco di lavoro per tutti, oriundi e migranti!

mercoledì 1 aprile 2015

Gli interpreti dei sogni



<< Disse che si sarebbe messo al servizio del capitalismo (un sarcasmo, o forse la chiamano ironia). La cosa non lo sorprese. Perché Elias non dubitava che Johan Corneliussen fosse ancora marxista, e che cosa avrebbe dovuto farsene? Possedeva in effetti una conoscenza unica, il marxismo, che gli forniva una capacità superiore di interpretare i sogni della gente, visto che, in fin dei conti, per ora stanno tutti dove stanno, cioè in questa società. Solo mettendosi al servizio del capitalismo poteva realizzare quelle sue doti, perché il capitalismo è in fondo l’unico capace di mettere a frutto quei sogni e, soprattutto, di adoperare gli interpreti dei sogni. >>

Dag Solstad, Timidezza e dignità, 1994