fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

martedì 31 ottobre 2023

Lettera ad un astrofisico impegnato

 Caro dott. Aurelien Barrau,


le scrivo dopo aver visto il suo intervento su youtube in difesa di Derrida. Mi sono detto: ecco, il decostruttivismo è proprio il nostro esercizio di critica culturale e la pratica di vita di questi ultimi venti anni che ho raccontato nel blog "La Civiltà del Fottere" (giovanni-jalla.blogspot.com). Spero che lo troverà interessante ed ho piacere di comunicare la nostra esperienza ai nostri vicini d'oltralpe.
Nel tentativo di capire la crisi del mondo moderno abbiamo identificato il problema principale nel rapporto tra i sessi, nel modo culturale di intenderli e nella semplificazione dei modelli dell'individualismo e della famiglia.
Per riassumere le molte riflessioni che troverà sul blog, posso così descriverle il modello sociale che ci sembra proponibile per il mondo futuro: piccoli insediamenti locali ecologici dove vivono gruppi di uomini e di donne organizzati in società maschili e femminili. Le persone prima maturano la loro adultità, non individualista ma socievole, nel confronto all'interno delle loro società di genere, e solo dopo si incontrano tra loro nel villaggio, sia per le relazioni amorose sia per la gestione politica (scegliere quanti figli fare in base alle risorse disponibili). In questo modello si evitano i limiti della famiglia, si offre una ricca complessità sociale alla crescita dei figli e si riconosce un ruolo alle persone omosessuali come "tutor" delle rispettive società di genere.
Il primo frutto dell'ecologia di questo modello di vita è la coltivazione della forma umana, quindi della sua salute e complessità, sapendo che tutte le pratiche di una sana alimentazione e di un corretto stile di vita portano al centro di Una forma sana rispetto alle mille di possibili malattie.
Un concetto di forma diventa così il nuovo paradigma alla base di una visione complessa e realistica della strutturazione sociale del potere, così come di un superamento, in campo non solo scientifico e biologico, del concetto di evoluzionismo.
Il potere non è una condanna misteriosa e metafisica ma solo il portato molto concreto delle nostre debolezze, cioè della perdita di forma. La modernità ha emancipato le popolazioni occidentali dalle vecchie rigidezze tradizionali, ma le ha anche indebolite nella semplificazione da contadino a operaio a impiegato urbanizzato. Oggi i figli degli impiegati inquinano i loro corpi al supermercato, non sanno più fare niente ed hanno bisogno di una società che sempre più li tuteli. L'élite ovviamente organizza i suoi interessi ma il vero mandante e complice è il popolo, a causa delle sue paure, delle sue debolezze ed incapacità. L'abbiamo visto tragicamente con l'imposizione dei vaccini così come con la propaganda bellica. E' vero che si è creato anche un movimento di resistenza ma, almeno in Italia, il concetto di complicità popolare è del tutto assente tra gli opinionisti della libera informazione, e tutta l'attenzione è volta alle trame dei potenti che sono considerati i soli "cattivi".
L'idea di una forma biologica è anche l'unica  alternativa alla semplificazione e ai limiti della teoria evoluzionista, le riporto una parte di un mio intervento al riguardo:

"Con Darwin abbiamo accettato di abbandonare un concetto di forma, umana e biologica, come riferimento. Darwin, invece della sua stupida tautologia del "chi non muore si rivede" della selezione naturale, poteva limitarsi a dire "lasciamo un attimo da parte il senso complessivo della realtà, che è difficile da cogliere, ed analizziamo ogni singolo aspetto separato dagli altri". 
Va bene, non è il demonio, è solo lo strumento del riduzionismo come strategia tecnica e scientifica, quello strumento che ci ha dato le "potenti" leve della società  occidentale e della somma delle sue conoscenze.
Il riduzionismo tecno-scientifico è solo uno strumento, quindi dobbiamo considerare che quei dati sono per definizione insensati, cioè muti e ciechi, e che spetta a noi la responsabilità di sapere cosa farne alla luce di una coscienza di un senso complessivo della realtà che possiamo solo ricavare altrove. In quel "altrove" sta, ovviamente, l'ammissione della necessità di una cosmogonia. E qualcosa di più serio e di più fondato di tutto quell'olismo inconcludente che rischia, come tutti i movimentarismi critici finenovecenteschi, di farsi fottere dalla rilettura elitarista e tragica del transumanesimo.
Cosmògoni di se stessi, dunque: guardiamoci sapendo che è nella nostra forma che dobbiamo cogliere la rappresentazione del tutto."

Qui può partire una interessante ricerca dello schema delle forme biologiche, cosa che abbiamo cominciato a fare provando a combinare assieme antichi reperti archeologici culturali come lo schema dell'astrologia mediorientale e la medicina tradizionale cinese. I risultati di questa ricerca avrebbero bisogno di una lettera ben più corposa di questa. Qui mi basterebbe incuriosirla con una ipotesi: se le forme della vita manifestano tensioni sottese alla realtà, allora quelle stesse forme potrebbero suggerire quali modelli cosmologici preferire come più coerenti e verosimili... La biologia riletta con attenzione ecologica potrebbe forse dare indicazioni ontologiche agli astrofisici che vorrebbero "chiudere il cerchio" della gravitazione quantistica!

6 Il cambio di paradigma

 Se anche fosse solo di natura didattica, la forte corrispondenza che si dimostra tra uno schema astratto e le forme biologiche ci permette un radicale cambio di paradigma nella considerazione degli esseri.

La forma di una qualunque specie non sarà più dunque solo la sommatoria di una serie di funzionalità frutto del caso e selezione della storia, come dice l'evoluzionismo, ma la sempre diretta manifestazione di una legge generale, di uno schema comune che in ogni specie e in ogni individuo realizza un esemplare unico.

In un paradigma, che sia più complesso dell'evoluzionismo, le specie per prima cosa nascono col loro particolare assetto, ricavato da logiche interne, e solo poi si confrontano col mondo trovando creativamente un qualche uso per ogni loro parte, o anche no...

L'evoluzionismo ha dovuto ansiosamente cercare una funzione per ogni carattere, ma in questa prospettiva non è necessario. Le ali delle farfalle sono colorate perché esprimono un intrinseco carattere di una parte del cerchio... poi qualche specie di farfalla troverà utile quel carattere, altre magari solo l'impaccio.

I ragni producono seta per loro assetto intrinseco. Molte specie troveranno un qualche uso (dei più diversi, tra l'altro) per quella particolare vocazione, altri semplicemente riempiranno il mondo di inutili e noiose ragnatele "perché è nella loro natura"!

I testicoli stanno appesi fuori dal corpo perché devono stare a temperatura leggermente inferiore... salvo che nelle specie che li ritengono all'interno! Dovrebbe bastare un esempio di avvitamento logico come questo a far capire come la spiegazione evoluzionista sia stata un inutile ma costante spreco di energia mentale in intere generazioni di scienziati.

Smettiamola, rassegnamoci al fatto che il riduzionismo permette fantastici approfondimenti nei dettagli, ma è del tutto incapace di ridarci un senso complessivo delle cose. Quello dobbiamo riconoscerlo da noi, nell'autocoscienza del nostro stesso schema costitutivo.

5 La conferma del corpo nel cerchio

 Così, come per sfida, può cominciare la verifica delle attribuzioni anatomiche di un povero corpo inserito "simbolicamente" in un astratto cerchio zodiacale...

Solo che, con stupore,  una per una sembrano quadrare: una bocca gioviale nel segno del toro si trova proprio diametralmente opposta ad un ano mercuriale il quale, guarda caso, è proprio in scorpione tra le decadi di un marte fallico ed un plutone testicolare...


                        (schema del feto con le attribuzioni planetarie di Luisa Morpurgo)


Subito si apre ovviamente la questione del glossario di riferimento, molte delle accezioni planetarie sono nel vocabolario normale col riferimento ai miti greci come gli aggettivi marziano e venereo, e trovano diretta corrispondenza col pene e gli organi femminili, altre sono connessioni logiche molto evidenti come il senso di centralità solare rispetto al carattere del nostro Io (è la posizione del sole il giorno della nascita a dettare il segno zodiacale). Altre sono invece di nuova e più difficile attribuzione ed è maggiore il suggerimento logico che arriva dallo schema piuttosto che dalla loro funzione di aggettivo della realtà.

Il dettaglio al quale può arrivare la descrizione anatomica del corpo tramite una griglia di valori disposti secondo lo schema logico e geometrico del cerchio zodiacale, dipende forse solo dall'approfondimento che vi si vuole dedicare, ed apre in realtà un intero campo di studi.

Qui ci basta ricordare come l'indagine scientifica riduzionista era arrivata ad identificare una comunanza genetica fondamentale, e sembra condivisa da tutti gli esseri pluricellulari, con i cosiddetti "geni architetto", una serie di geni molto antichi che sono alla base della struttura dei primi abbozzi embrionali in tutte le specie. In questa prospettiva anche questi geni sembrano figli necessari dello schema e non fortuiti inventori dello stesso.

4 Schema zodiacale moderno

Dicevamo che il feto nel cerchio, per parlare davvero, deve ancora incontrare lo schema completo delle trentasei decadi nella ricostruzione che ne ha fatto l'astrologa italiana Luisa Morpurgo a partire dagli anni '70. Perché? Perché fino ad allora lo schema era sempre stato incompleto!

L'antica pratica astrologica da tolomeo in poi si è dovuta adeguare ogni volta che aguzzando un po' la vista e poi col telescopio si è arrivati agli otto pianeti oggi conosciuti oltre alla terra. Con l'aggiunta del sole e della luna siamo a dieci e ancora non basta... Nei lunghi secoli del medioevo non avevano che sette misere perline da infilare nelle trentasei decadi del cerchio... Nonostante questo, caparbiamente, tutti hanno sempre cercato di attribuire il senso di un qualche pianeta ai singoli settori del cielo. Molte di quelle attribuzioni trovano riscontro ancora oggi dimostrando una certa validità anche del metodo empirico.

Comunque, la signora Morpurgo, per capacità sue logiche personali (e in modi anche interessanti da seguire leggendo le sue opere, a partire dall'Introduzione all'astrologia del 1971) ha fatto principalmente due cose: ha pensato che i nostri pianeti conosciuti fossero solo una parte di quelli che dovevano invece essere, per intrinseche logiche naturalistiche, una serie di dodici; e poi ha pensato che tre di quelle sequenze fornivano la perfetta attribuzione planetaria a tutte le trentasei decadi del cerchio astronomico secondo una certa ipotesi di disposizione.

Ne risultava quindi una corona circolare caratterizzata da un disposizione puramente geometrica o matematica delle trentasei decadi. Perfetto... e quindi, almeno in teoria, sicuramente incompatibile con delle forme organiche...

3 Reperti di archeologia culturale

 Gli schemi di antiche culture possono aiutarci nel continuare l'indagine dei biologi trascendentali di metà ottocento: il tentativo cioè di identificare uno schema generativo comune a tutti gli esseri. Noi qui abbiamo trovato interessanti i suggerimenti della medicina tradizionale cinese e dell'astrologia mediorientale.

La medicina tradizionale cinese non solo ci offre  uno schema della corrispondenza tra gli organi interni e le parti del volto, ma permette pure la verifica empirica della sua validità (a chiunque voglia praticare l'alimentazione macrobiotica ed i suoi criteri di autodiagnosi). 

L'apporto della tradizione cinese non si ferma certo qui, ma a questo, ad una concreta pratica di uno stile di vita come per esempio l'alimentazione, sta l'esperienza fondamentale di un altro tipo di percezione del proprio corpo che con l'evoluzionismo, non so come dire... fa proprio a pugni!

La seconda, l'astrologia (dalla quale discende ancora oggi il tentativo previsionale e caratteriale della rubrica da rotocalco) ha antiche origini mesopotamiche ed egizie, e ci fornisce una griglia, uno schema del cielo in cui provare ad infilare il corpo.

Gli egiziani attribuivano differenti parti del corpo a ciascuno dei trentasei decani, divinità tutelari del cerchio celeste.

(foto dell'affresco: cielo nel tempio di dendera)

Nel medioevo si rappresentava spesso il corpo umano in piedi con l'indicazione didascalica dei segni zodiacali.

(dipinti medievali come esempio di melotesia figura in piedi e figura incurvata)

E a volte si "torceva" un corpo adulto nel cerchio zodiacale, cosa che tra l'altro già gli egizi facevano, ed in un segno-concetto teologico per loro fondamentale come la rappresentazione del duat, l'adilà.

(geroglifico con la barca del duat ed il corpo piegato a cerchio)

Ancora oggi si pratica di fatto la melotesia, cioè il tentativo di attribuire le parti del corpo ai segni zodiacali. Qualcuno ha finalmente anche centrato la questione fondamentale dell'età, notando che è proprio il corpo nelle sue proporzioni embrionali che si trova più a suo agio nelle dimensioni interne di un utero-cerchio zodiacale, quello essendo ovviamente il suo momento formativo.

(schema del feto nel cerchio con i dodici segni)

Ma non basta perché fino a lì, dall'attribuzione dei segni al corpo caviamo poco, giusto qualche indicazione simbolica. Il feto nel cerchio, per parlare davvero, deve ancora incontrare lo schema completo delle trentasei decadi nella ricostruzione che ne ha fatto l'astrologa italiana Luisa Morpurgo a partire dagli anni '70.

2 Nel 1800 cercavano ancora quello schema

 Quando Darwin arrivò al tavolo del vivace dibattito in corso chiuse ogni discussione dicendo qualcosa come... se è così difficile pensare al senso complessivo della vita e delle sue forme, allora facciamo come se fossimo davvero figli del caso (della selezione naturale etc, etc) e dedichiamoci ai singoli pezzi! 

E da lì il riduzionismo, e scienza e tecnica potenti ma cieche... ma non è questo che ci interessa. Ci interessa invece quel dibattito che era in corso a metà ottocento tra i migliori biologi europei (vedi la biologia trascendentale), il cui oggetto era proprio la ricerca dello schema secondo il quale si organizzavano le forme degli organismi.

Alcuni ipotizzavano che le ossa del corpo si riproponessero nelle parti del cranio, da altri veniva l'ipotesi che se le forme degli organi potevano anche cambiare (come i tre stomaci dei ruminanti per esempio) non cambiava la posizione relativa (dopo l'esofago e prima del duodeno, per continuare l'esempio). Si dava per scontato che le forme degli organismi originassero da uno schema comune, l'ambizione era di scoprirne la struttura (esattamente come si poteva constatare la "rettangolarità" periodica della tavola degli elementi chimici).

Oggi, che ci siamo finalmente accorti di quanto due secoli di evoluzionismo ci abbiano ottusi, quell'ambizione deve tornare nostra. Noi abbiamo a disposizione molti dati in più, nuovi come antichi, che possiamo usare per aiutarci in questa ricerca.

1 Rileggiamo la biologia

 La biologia va riletta tutta, da occhi naive e da un posizionamento ecologico e coinvolto.

Cos'è la vita? No. Cosa io sono deve dire la nostra coscienza a se stessa, sapendo inoltre di stare a parlare in nome del cosmo intero. Perché se siamo più della somma delle nostre parti è perché quelle parti sono ordinate secondo uno schema che innesca un sistema, il più complesso nell'universo, di cui atomi e stelle sono solo i confini materiali.

E quel rapporto tra le parti è di natura immateriale, è soltanto un'informazione che viene a dar vita al sistema: è la natura innegabilmente trascendente di noi stessi e dell'intera realtà. Bene, ma quel principio di trascendenza non dobbiamo solo adorarlo ma è da indagare, in ogni modo che ci è possibile, per renderci pienamente consapevoli di noi stessi secondo tutte le componenti della nostra umanità, e quindi anche quella razionale.

A pensarci bene un batterio, se vive, rappresenta l'equivalente esistenzialità di me stesso (e forse anche in forma più schietta e vitalmente potente). Siamo noi piuttosto che, per le nostre complicatezze, fatichiamo ad un'istintuale adesione alle leggi dell'universo ed incespichiamo nella logica.

lunedì 30 ottobre 2023

Accenni di "complicità"...

 Bravo dott. Meluzzi,

mi hai dato finalmente modo di citarti perché nella puntata di stamane di 100giornidaleoni (https://www.youtube.com/watch?v=WxysnWVHV_0) hai notato, anche se solo per inciso, il nodo cruciale: cosa ci ha condotto ad essere quelli che siamo cioè, in pratica, degli idioti che si cercano le disgrazie...

Raccontavi di come "... l'80% dell'umanità viveva con il 20% delle risorse e il rimanente 20% dell'umanità, il nostro, cosa che ha contribuito anche al nostro ebetismo e al nostro rincoglionimento generale da grande fratello, consumava invece e produceva scorie per l'80% delle risorse..."

Il consumo, il mangiare troppo ci ha rincoglioniti e nel rimettere al centro del tavolo (tirando via ideologismi e pregiudizi vari) la forma umana, e nel ricostruirle un congruo stile di vita sta l'obiettivo ed il senso di cui un movimento di alternativa come il nostro ha sicuramente bisogno.

Io penso che farebbe molto bene a tutti i nostri ragionamenti infilare sempre un atteggiamento del genere: quale mia-nostra debolezza sta generando il problema che ho davanti? Questa capacità di realismo deve essere il metro di valutazione di un altro stile di vita che produca nei fatti complessità umana invece che semplificazione industriale.




domenica 22 ottobre 2023

Non simmetria tra i sessi

 Le Società degli uomini e delle donne non possono essere simmetriche e speculari, così come non vi è simmetria tra l'omo e l'eterosessualità, vediamo perché.

Tra i maschi la virilità rende equivalenti: alla soglia dell'adolescenza un ragazzo dovrebbe poter dare del tu all'anziano dove, crescendo, avverrà solo che la potenza si tramuterà in saggezza.

Tra le donne invece la menopausa segna una divisione tra l'esperienza di giovanile e fertile ciclicità e ondivaghezza, ed una anziana di maggiore stabilità e linearità di coscienza: l'autorità di una matriarca.

Pure differenti sono i destini della meiosi riproduttiva, cioè della divisione cellulare che come ultima tappa trasforma una cellula staminale gametica in spermatozoi o ovuli. Da una cellula maschile in due passaggi si producono quattro spermatozoi fratelli, paritetici e solidali. Da una cellula femminile invece uno solo dei quattro potenziali ovuli conquisterà tutto il citoplasma, mentre butterà fuori dal nido gli altri tre.


Al maschile un plutonico cameratismo fra gli spermatozoi coltiverà e promuoverà l'azione del fallo marziano teso all'azione, ne deriva una creatività promiscua e collettiva.

Al femminile l'elemento X (nell'ipotesi di completamento della sequenza planetaria dell'astrologa Morpurgo) corrisponde all'utero e al controllo dell'omeostasi corporea, potremmo dire all'autorità di imporre l'equilibrio. Venere invece descrive le ovaie e la selezione dell'ovulo che di volta in volta sarà scelto per maturare. Ne risulta un'idea di necessaria gerarchia come controllo della fertilità, ed un'idea di legittimo egoismo come attenzione a drenare tutte le risorse verso il proprio utero gravido e verso la prole.

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Altrettanto non sembra esservi simmetria tra l'omo e l'eterosessualità: per gli uomini arrivare ad amare le donne non vuole necessariamente dire arrivare ad odiare gli uomini, a schifarsi della maschilità del proprio corpo!

Anzi, se io fossi una donna sinceramente mi preoccuperei degli uomini che arrivano a tanto... ma tant'è che molte donne, quando sciolte dall'autorità femminile, proprio all'estetica del maschio delinquente ed aggressivo rischiosamente mirano!

Essere omosessuali forse è solo il soffermarsi sul proprio genere perché troviamo già così interessante coltivare una sana virilità e la creatività del collettivo maschile... da lasciare volentieri ad altri l'ulteriore piacere dell'ambìto bersaglio!



venerdì 20 ottobre 2023

Oltre-moderni: il tempo non torna indietro!

 Se la modernità è malata, se è modernismo, cioè incastro nell'affascinato infantilismo del potente strumento tecnico e scientifico, allora non è possibile tornare indietro ma è necessario passare oltre ad un'adultità che sia qualcosa più che moderna, che sappia usare tutti gli strumenti della modernità... ma tesi allo scopo vitale della specie, umanizzati.

L'umanità oltre-moderna, potremmo chiamarla, è allora conscia del monito di Nietzsche come di Pasolini: stiamo degenerando! Allora il richiamo al superuomo non scivola nel delirio d'onnipotenza del transumanesimo ma è solo il richiamo all'umana natura: sani complessi e vitali!

L'umanità oltre-moderna non torna indietro. Sa che bisogna essere emancipati ma anche qualcosa in più: sa che bisogna essere almeno moderni e, meglio ancora, qualcosa più che moderni. Così come: 

bisogna essere qualcosa più che ideologici o anche solo idealisti: bisogna essere ragionevoli!

Qualcosa più che religiosi o morali, bisogna essere realistici!

Qualcosa  più che individualisti, bisogna scoprirsi socievoli!

Qualcosa più che semplicemente sessuali, bisogna risultare fertili e creativi!

La biologia incontra la termodinamica per superare Darwin

 Nell'ecologia umana la biologia sa ragionare con la termodinamica e col suo inesorabile flusso dalle origini all'entropia: la scienza della vita chiude il cerchio con la fisica e ci porta a superare l'evoluzionismo nella semplice considerazione che l'evoluzione non è vanto vitale ma immeritato flusso del tempo dell'esistenza e, peggio ancora, termine della stessa!

Compito della vita è piuttosto la riproduzione di se stessa e, nelle sue forme e nella sua coscienza, riproduzione del mondo che la circonda.

Se al batterio delle origini è ovvio attribuire la maggior potenza vitale in assoluto, forse dobbiamo riconoscergli anche la coscienza più diretta e schietta, riservando alla nostra invece, solo la minuscola preziosità di una delle infinite e soggettive riproposizioni.

giovedì 19 ottobre 2023

Situazionismo pacifista?

 E' meglio farsi ammazzare a casa propria per difendere la pace, che farsi ammazzare al fronte per amor patrio.

E' meglio essere pacifisti, cioè forti dentro di sé, coi propri cari e a casa propria, e lasciare che l'invasore invada e che un altro capo sostituisca i nostri capi... non cambierà molto: continueremo a subire tasse e vessazioni ma almeno finalmente odiando quelle istituzioni che prima, come oltre al danno la beffa, seppure per debolezza amavamo!

sabato 14 ottobre 2023

Sillogismi...

 Se accertiamo la correlazione tra pluridosati e malori e morti improvvise, allora sarà il caso di escludere dal servizio la maggior parte dei piloti di aerei, degli autisti di treni, bus, taxi e quant'altro. Peccato, si erano inoculati proprio per continuare a lavorare...

Piove: governo ladro!

 Da quando enti ed istituzioni hanno cominciato a dichiarare pubblicamente operazioni di geoingegneria è legittimo chiedere loro conto e risarcimento di qualsiasi danno del maltempo, che sia una siccità o un alluvione!

venerdì 13 ottobre 2023

Delirium tremens

Le trame dell'èlite sono spesso occulte, all'estremo però potrebbero anche diventare insensate. Il delirio d'onnipotenza della religione che si eclissa (il protestantesimo modernista di cui si parla nel titolo di questo blog) forse sta finalmente degenerando in un alcoolico Delirium tremens...

mercoledì 11 ottobre 2023

Omosex vs transumanisti

 Caro Gabriele Sannino,


per prima cosa ti devo dire, e ti ringrazio, che fai parte della costellazione della controinformazione del mio ecovillaggio nei boschi in provincia di Torino. In un qualche video ho sentito un tuo accenno all'identità omosessuale, ho guardato la tua bibliografia, cliccato su amazon, letto il tuo "Non sono un alieno" e deciso di chiamarti. Il tutto in due giorni, grazie ai potenti mezzi della modernità! Mi piacerebbe offrirti il nostro punto di vista sulla questione.
Per parte mia biograficamente riassumo in due tappe: fino ai venticinque anni ho maturato il mio personale coming-out, poi ho incontrato il compagno dei successivi venticinque e con lui, un po' come fosse il nostro modo di fare famiglia, l'abbiamo messa sul sociale: lui disegnava e costruiva mobili ecologici, abbiamo cominciato con un gruppo d'acquisto di alimentazione macrobiotica e poi comprato dei terreni fuori città e costruito una cascina per stare più larghi. Negli anni abbiamo conosciuto moltissime persone che sono passate di qua e, anche se fisicamente non hanno sedimentato una nutrita comunità convivente, hanno comunque partecipato a maturare le riflessioni che qui ti riporto.
La mia mente (forse eccessivamente vocata alla sintesi filosofica piuttosto che al romanzare... ) è subito corsa alle conclusioni: se io (gay) esisto... il mondo deve cambiare!
Forse che il potere (altrui) si fonda sulle (nostre) debolezze e forse che la famiglia è la prima di queste debolezze...
Forse che i maschi possono trovare un modo plurale piacevole e costruttivo di stare assieme al di là del sesso...
Forse che i due sessi hanno un diverso modo di socializzare e gli converrebbe maturare la propria identità nel riferimento al proprio gruppo di genere, prima di andare al confronto con l'altro, sociale o seduttivo che sia.
Forse che gli ecovillaggi del mondo di domani potrebbero essere il connubio responsabile di una "società degli uomini" e di una "società delle donne" piuttosto che una giustapposizione di egoismi famigliari?
In questo contesto il ruolo delle persone omosex sarebbe quello di animatore, di tutor della propria società di genere. In questo, tra l'altro, si ritroverebbe un aggancio con l'antropologia di molte società tribali sparse per il mondo.
In questo momento la comunità lgbt si trova ad esprimere quello che la società italiana tutta ha vissuto negli anni '50: boom economico, emancipazione dei costumi e tanto romantico immaginario da feuilleton sentimentale.
Rispetto al coming-out anch'io ho ancora tribolato un po' da ragazzino ma poi devo sinceramente ringraziare il mondo liberal che ho trovato attorno a me crescendo. Oggi però mi sembra fino un po' esasperata e compulsiva l'iperproduzione di immaginario gay riguardo alla scoperta e all'accettazione di sé. Forse è giunto il momento di dirci: ok esistiamo... ma allora, per fare cosa?
Anche perché altrimenti, e questo è il tragico risvolto, il nostro "tema" diventa arma del nemico e cioè della società semplificante figlia dell'indebolimento implicito nella modernità industriale e consumista. Siamo diventati uno dei tanti proiettili nella pistola del transumanesimo, di fianco agli stratagemmi manipolativi e autoritari degli ultimi anni: psicopandemie, guerre imperialiste, allarmismi climatici etc.
Dobbiamo darci una mossa, ce lo chiede l'intera nascente comunità delle persone che a questo mondo distopico non ci stanno e che però faticano a trovare un senso nuovo per il mondo da costruire.

Mi piacerebbe, ovviamente, parlare con te di queste cose. Per cominciare puoi trovare tutti questi discorsi sviluppati nella miscellanea del blog "La Civiltà del Fottere". Come ti ho detto io sono un sintetizzatore filosofico e non assolutamente un front-man discorsivo, ma sarei ben lieto, per la causa, di regalarti tutte le riflessioni nate da questi anni di confronti col mio compagno e con tutti quelli che ci hanno tenuto compagnia.

Con stima

Liberismo obbligatorio

 Il capitalismo sembrava un assoluto fino a che i capitalisti stessi non hanno deciso di cambiare gioco inventandosi il divertente ossimoro del liberismo obbligatorio...

la sanità privatizzata ci obbliga a comprare i suoi vaccini, ficcarceli in vena e firmargli pure il consenso!

Potremmo anche ricostruirne la storia: le madame del boom economico sono corse al supermercato, i loro figli più avveduti hanno pensato bene di riassumere l'edonismo con un ago in vena ed ora l'estetica del tossico e delle sue siringhe si è normalizzata con i pluridosati e i richiami stagionali. Gli effetti avversi di oggi sono i morti di overdose di ieri... divertitevi!

lunedì 9 ottobre 2023

Un'astronave per uscire dalla modernità?

 Per chi pensa che la crisi del mondo contemporaneo richieda la ricerca di un'uscita d'emergenza queste riflessioni potrebbero tornare utili. Io penso che la forma della scialuppa di salvataggio non debba essere diversa dalla forma dell'imbarcazione alternativa che vogliamo costruire per un mondo nuovo.

Una farm locale, un insediamento agricolo che si prenda la responsabilità di un pezzo di territorio. Una cascina maltenuta perché il perbenismo sono i diserbanti e gli OGM, ma che punta in alto, ambiziosa come l'astronave che tanto vorrebbero i transumanisti!


Un'astronave perché è nella natura umana (almeno dal neolitico in poi, anche stando alla versione accademica) ritagliarsi una piccola porzione di mondo coi vestiti e gli attrezzi che ci servono, e con delle piante e degli animali in forma addomesticata al pari nostro. Non è innaturale perché anche un formicaio si comporta uguale: un mondo artificioso di gallerie dove si allevano afidi e si coltivano funghi. Anche il corpo di un qualunque organismo pluricellulare è analogo per le singole cellule che vi nascono vivono e muoiono dentro.

"Astronave" poi non deve essere il termine pericolosamente astratto ed alienante dei figli del darwinismo e dei tossici di fantascienza: ripensiamolo come la riservata cautela di non impattare troppo con il circostante, con l'ambiente naturale che ci nutre e da cui comunque dipendiamo.

Un'astronave collettiva dunque, il branco umano, il respiro sociale riscoperto dal desiderio e dalla salute: è inutile spiegarlo "da fuori", imbarcati quando senti di averne bisogno!

sabato 7 ottobre 2023

La psico-somatica dell'ottimismo

 Ha buona mira la satira del giornalista Matteo Gracis (Mi sento alieno  del 7/10/2023,  https://www.youtube.com/watch?v=JZGue217mes) Godibile ma pungente, è perfetta da usarsi per stuzzicare un po' amici e parenti.

Gracis è un altro che ha identificato la complicità popolare nella merda contemporanea: "... il problema è che in milioni di persone la paura di morire ha superato la voglia di vivere!"

Quando poi si tratta di capire cosa farci ecco lo sprone: "la paura si combatte col coraggio. Smettere di lamentarsi per riflettere con ottimismo su quanto siamo già stati fortunati ad essere sopravvissuti fin qui..."

Ecco la psico-somatica, la magia del pensiero positivo... E sia pure, ma con l'accortezza di ricordarsi sempre di quel fattore intermedio tra la psiche e il soma che sono le pratiche di vita corrette con cui possiamo consapevolmente coltivare la nostra forma e la nostra salute.

L'avevamo con ironia chiamata psico-frigo-somatica in qualche post negli anni scorsi: tutti ci auguriamo i "magici" effetti dell'ottimismo, ricordiamoci di aiutarli un po' con qualche sana ricetta!

Il dito e la luna della democrazia

 Democratismo dovremmo chiamare tutto questo ben voler imporre la democrazia agli altri.
I regimi democratici ipostatizzano, idolatrano, il momento della discussione...
mentre l'obiettivo è la corretta decisione da prendersi.

Oppure, meglio ancora:
mentre i sinceri dibattono... gli altri governano!

venerdì 6 ottobre 2023

Potere ed orizzontalità

 Vi consiglio l'intervista a Pietro Ratto di oggi 6 ottobre 2023 (su youtube, 100 Giorni da Leoni "Al vertice della piramide") 

Finalmente troviamo qualcuno intellettualmente aperto ad un concetto di complicità popolare nella merda contemporanea.

Interessante e condivisibile la distinzione tra denaro e potere dove qualcuno si occupa di una ricchezza fine a se stessa e qualcun altro invece lo sopravanza considerando i soldi solo uno strumento per il vero fine del potere.

E' molto interessante il suo notare che ai vertici della piramide, tra chi appunto gestisce il potere oltre alla strumentalità dei soldi, si creano alleanze ed orizzontalità:

"... non ci sono nomi di persone ma solo denominazioni di società, ai vertici delle quali non è così facile comprendere chi stia. Ma se fino agli anni '60 del novecento si poteva ancora parlare di scontro tra le grandi famiglie finanziarie, dal '68 si crea (vedi il libro "I Rockfeller e i Warburg") una grande alleanza di famiglie che si siedono davvero attorno a un tavolo costruendo delle realtà particolari e ben concrete di consociazione..." Poiché le grandi famiglie avevano da sempre usato alleanze matrimoniali, in quegli anni le leggi sul divorzio in tanti paesi occidentali mettono a rischio tale assetto, costringendole a ripresentarsi in forme di alleanze finanziarie. Anche per questo "si interrompe questa grande guerra di scontro tra famiglie e si crea invece una situazione in cui tutto è di tutti e le grandi multinazionali divengono in possesso di tutti. Accade perché non essendo più possibile rafforzarsi con alleanze matrimoniali si devono fare alleanze finanziarie vere e proprie e soprattutto accade perché ci si rende conto che la concorrenza e la competizione sono di fatto penalizzanti per i loro affari, tant'è vero che viene di nuovo tirato fuori quello che era il motto principale di John David Rockfeller Senior e cioè che "la concorrenza è il vero peccato!" Lo diceva con una lungimiranza incredibile e di fatto se ne accorgono i grandi banchieri della seconda metà del novecento e cominciano così a fare affari tra di loro. Ecco perché al giorno d'oggi è impossibile dire quella banca è di tizio o di caio. Sono tutta una serie di famiglie e tutti ci guadagnano in questo clima di azzeramento della concorrenza, cosa che vediamo quotidianamente anche noi nelle piccole compagnie che livellano le tariffe ed evitano di pestarsi i piedi a nostro discapito..."

Dunque il dittatore è forse più il prodotto dell'immaginario popolare che l'imporsi di una volontà soverchiatrice, perché in realtà al vertice troviamo un'élite aristocratica e navigata che sa della vera funzione strumentale dei soldi e guarda il mondo con paternalistica supremazia. L'élite di un popolo debole ed infantilizzato che si dimostra anch'essa degenere in un "adultismo" aristocratico e crudele!

Bravo Pietro,

    fai un bellissimo lavoro che spero possa servire a tanti. Penso che sul blog del nostro villaggio (La Civiltà del Fottere) troveresti un tentativo di dar forma a quell'enorme "SE" di speranza che trovo alla fine dei tuoi ragionamenti:

"... se ognuno fosse coerente con se stesso, coerente con i propri principi, ricostruirebbe almeno attorno a sé, almeno dentro di sé, il mondo di cui ha bisogno, il mondo che vorrebbe abitare..."

giovedì 5 ottobre 2023

Memoria e autocontrollo

 Il rischio di perdersi un bel pensiero originale
perché in quel momento non hai nessuno a cui dirlo,
è analogo al pericolo di lasciarsi sfuggire un pensiero geniale
ma deleterio nei suoi effetti.

Ci vuole un minimo di memoria e molto autocontrollo
per essere dei ragionevoli filosofi di se stessi.

mercoledì 4 ottobre 2023

Una nuova linea di faglia

 Oggi non si tratta più di lotta di classe o di confronto Usa-Urss. Oggi la nuova linea di faglia divide la moderna società della tutela da chi le oppone qualsiasi cenno di residua e resistente vitalità.

Vi suggerisco due film con funzione didascalica. Da un lato Idiocracy è un perfetto parossismo della deriva attuale. Dall'altro Il pianeta verde mostra i tratti sufficienti a richiamare una possibile complessità di un umano rappacificato con la natura.

Inoltre, se ci pensiamo bene, il loro "ordine di visione" può descriverci perfettamente le due anime che oggi troviamo nel numero dei sovversivi o risvegliati o alternativi al mainstream che dir si voglia:

Chi ha visto prima il Pianeta Verde sono i movimentaristi anni 80 (donne omosessuali ecologisti e pacifisti e quant'altro) che oggi, con Idiocracy, possono veder confermati i loro timori su dove la modernità stesse andando.

Chi invece ha visto prima Idiocracy (come immagino i nativi digitali) con il consumismo ha potuto sperimentare tutto l'abisso dell'insensatezza prima di accorgersi che un'alternativa di complessità naturale fosse possibile anche all'umano.

Queste due anime forse è il caso che oggi si parlino e si spieghino. Due generazioni che è necessario si incontrino per riuscire a fecondare qualcosa di realmente nuovo.

domenica 1 ottobre 2023

Individualismo come normalizzazione della solitudine

 In questo scorcio di vita mi tocca riflettere, crudelmente direi, sulla natura dell'individualismo. La perdita del mio compagno mi riporta alla solitudine delle tante persone che non cercano o non riescono a trovare qualcuno.

Come la salute presenta una sola forma di contro alle mille facce delle malattie possibili, altrettanto penso che esista una forma di sano desiderio di socialità di contro a mille modi differenti di adattarsi, per quanto possibile, alla solitudine.

Personalmente approfitto della prospettiva realistica del ritorno a casa di un nostro amico e convivente, costretto per vari motivi ad una assenza di qualche mese, per affrontare la questione in termini di semplice sopportazione e paziente attesa.

Nell'esperienza del branco (la dimensione che ritengo fisiologica per la forma umana) tanti particolari aspetti delle relazioni sono analizzabili più distintamente che nella compulsione della moderna alternativa single-accoppiato.

L'affetto sedimentato col tempo, l'impronta di un corpo che hai abbracciato ogni notte per venticinque anni, la condivisione di un pensiero per non rischiare di perdere una qualunque idea che ti è sembrata anche minimamente meritevole... così come il lavorare assieme, il gioco o la provocazione o anche i tanti contrasti sempre possibili tra le stelle di cieli differenti... sono tutti aspetti che ringrazio di aver potuto vivere almeno con una persona, ma che più ancora rappresentano la ricchezza e la potenzialità di una vita condivisa da un intero gruppo di persone.

Venendomi d'improvviso a mancare questa dimensione, anche se solo temporaneamente spero, mi trovo a chiedermi quali forzature siano indispensabili a qualcuno che alla solitudine invece si adegua.

Penso alla deriva un po' nevrotica di un'amica che si chiude in casa, come il fenomeno degli ikicomori giapponesi, o allo studio fine a se stesso di un altro amico arrivato alla terza laurea... penso a delle compensazioni, a degli hobby, a delle sostanze o a delle abitudini usate come droga per stordirsi un po'... Questo mi sembra essere l'individualismo a cui non voglio lasciarmi andare: la mostruosità di normalizzare la perdita di forma. Persone costrette, dal contesto o dalla propria incapacità, a trovare il modo di sopravvivere lo stesso.

E purtroppo non è solo una strategia individuale perché la civiltà che conosciamo vi si fonda e al contempo promuove: dio-patria-famiglia, ma poi anche la modernità industriale ed oggi i deliri del transumanesimo.

Per quanto feroce o crudele possa risultare questa critica è ineludibile se vogliamo costruire una reale alternativa e darle un senso compiuto.