fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

giovedì 27 novembre 2014

Platone e la Società degli Uomini


<< Intendiamo ora affermare che gli uomini sposati nulla meno dovranno consumare i pasti nei banchetti comuni; cioè come prima, quando non erano sposati. Indubbiamente questo provvedimento apparve strano, quando, la prima volta, fu introdotto nei vostri paesi certo in occasione di qualche guerra (e la guerra ne impose la necessità); oppure anche in occasione di qualche altro flagello di pari importanza. Comunque sia, erano momenti in cui ci si trovava in grande scarsezza d’uomini; si fece esperienza di tale istituzione e, perché costretti per forza a ricorrervi, si vide che l’istituzione d’altronde era molto giovevole alla città. Insomma, press’a poco in questo modo si venne a stabilire presso di voi l’usanza dei pasti in comune (…)




Invece, per quel che si tratta delle donne, ne è stata abbandonata l’organizzazione, senza stabilir nulla per legge. E questo non va bene. Insomma non è stata istituita apertamente l’usanza dei pasti in comune per le donne, mentre appunto il sesso femminile in genere è più chiuso e più portato a nascondersi che non sia il sesso dell’uomo. E tale natura della donna, inclinata a far uso d’astuzia per la sua stessa debolezza, fu appunto abbandonata senza disciplina da parte del legislatore, con evidente errore di calcolo. Per questo abbandono del sesso femminile, molte cose da voi non andarono bene, che certo sarebbero andate meglio di oggi, se queste cose avessero trovato le leggi convenienti. Per il benessere, dunque, dello stato è molto meglio riprendere questo punto e stabilir bene, con precise disposizioni, le norme della vita in comune di uomini e di donne (…)
E in qual modo potrebbe evitare il ridicolo chi tentasse di costringere le donne a mangiare e a bere in comune, così da esser sotto gli occhi di tutti? E questa è la cosa che riuscirebbe certo più sgradita al sesso femminile. La donna è abituata a viver nascosta e nell’ombra; la conduci alla luce, e riluttando con tutte le sue forze finirà per avere piena ragione del legislatore. Le donne, come dissi, in altri luoghi non accetterebbero nemmeno questa giusta proposta; sarebbe un coro di proteste e di grida. >>
Platone, Dialoghi Libro VI


Reminiscenze di un lontano passato o nuovi protocolli militari? Platone non sembra aver le idee chiare in proposito… Ci sembra comunque importante come testimonianza dell’esistenza delle società di genere. Interessante la notazione della non specularità, e quindi del diverso apprezzamento che ne potevano avere uomini e donne.

sabato 8 novembre 2014

Il Fascismo del Gusto Universale

Avevamo appena parlato del Salone del Gusto criticando espressamente la scelta culturale di privilegiare il gusto all’effetto del cibo sulla salute, ecco che un amico mi riporta sul tema raccontandomi la visita all’”Università delle Scienze Gastronomiche”, prestigiosa istituzione, accreditata dal Ministero della Pubblica Istruzione ed attiva da 10 anni a Pollenzo, vicino a Bra in Piemonte.



“Sono andato a trovare la mia ragazza che studia lì, l’ho aspettata alla fine delle lezioni, abbiamo mangiato alla mensa e poi mi ha fatto visitare il posto. Alla mensa si poteva scegliere un piatto tra diverse alternative: tagliatelle al sugo, zuppa di patate, tajarin al tartufo (ma per questi c‘era un sovrapprezzo di 25 euro!), polpettone di carne o frittata (di spinaci e con le uova, ovviamente, ma anche adagiata sopra un letto di majonese!), insalata (del supermercato) e pane (industriale).
Dopo pranzo abbiamo visitato l’orto, gestito da studenti del secondo e terzo anno: 150 mq per ospitare qualche cavolfiore, sei peperoni e una decina di finocchi, due o tre melanzane, una pianta di cetrioli e qualche aromatica.
Tre ore di lezione al mattino più una serie di laboratori al pomeriggio, tre anni di corso a 14mila euro l’anno!”
Lei pensa realisticamente di usare il suo futuro titolo di studio per trovare lavoro?
“Lo spera ma non è sicura, lei fruisce di una borsa di studio come la gran parte degli studenti stranieri (un 40% circa), ma tutti gli altri sono ragazzi italiani a retta intera, che vengono qui come a fare un normale corso di studi universitari finite le scuole superiori…”
Allora, eccoci di nuovo di fronte alla stessa questione: abbiamo da vendere il prodotto italiano e qualcuno lo pubblicizza. Enogastronomia carnivora ed ipercalorica, grassi e zuccheri senza alcun criterio, latte e derivati… Lo ribadiamo, nel momento in cui le popolazioni industriali cominciano a far fronte ai danni del loro stile di vita, e la priorità delle istituzioni dovrebbe diventare la salute pubblica, il perdurare di forme corporative di tutela degli interessi commerciali di alcuni settori merceologici diventa sempre più sfacciato ed inaccettabile.
Se è scandaloso il prestarsi di tanti medici e scienziati nella costruzione di inverosimili facciate di salubrità per i nostri “prodotti tipici”, la responsabilità politica delle istituzioni è ancora più grave!

Che la pubblicità è lì per fotterci tutti se lo aspettano. Ma che l’Università proponga a titolo di universalismo questi battuage pubblicitari, pagati con le stesse tasse che dovrebbero curare gli infarti e le cirrosi, i diabeti e gli alzeimer che con quei cibi ci procuriamo… beh questa è circonvenzione di incapace, questo è fascismo... e fascismo di pessimo gusto!