tag:blogger.com,1999:blog-66210496923392095142024-03-13T13:16:39.152-07:00LA CIVILTA' DEL FOTTEREcritica al fondamentalismo della modernitàgiovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.comBlogger281125tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-26315778741428179182024-02-06T08:57:00.000-08:002024-02-06T08:57:32.259-08:00Il ragazzo sotto la quercia e l'ermellino che gioca con i cavalli<p> Oggi è passata un'anziana signora, a passeggio con un'amica, e mi ha raccontato dei campi e delle vigne che c'erano prima degli anni cinquanta, prima che tutti questi paesi si spopolassero.</p><p>E poi ha guardato la nuova casa, che abbiamo costruito 25 anni fa, cercando di ricordare i vecchi edifici e l'aspetto dell'antica cascina: c'era una vasca, diceva, fatta di pietre e interrata, e c'era stato nascosto un ragazzo per dei mesi durante la guerra, forse dopo l'8 settembre, lui si ficcava lì sotto e poi coprivano tutto con un mucchio di frasche o di fieno...</p><p>L'avevamo incontrata quella vasca facendo i lavori, era fatta con le pietre tonde del posto ed era mezza crollata ma ancora riconoscibile, un pozzetto circolare di un metro di diametro per uno e mezzo di altezza o poco più, incrocio di due altri canali di pietra, forse lo scolo e la raccolta dell'acqua piovana... comunque un grosso mucchio di pietre che so di custodire nel mio cortile e che una bella quercia mi ricorda tutti i giorni. Guardate come è cresciuta in soli trent'anni, affondando le radici nell'antico nascondiglio!</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2EH4wHbrOcUgcgyUdkoFjwps613R_x_K8bhyphenhyphenPyQgzCtyjZe0mljwQs5j2yi2V8cSSV5AigPWJF7Cpfcx2aW6YK_VSMLljvsMq3JB5adF6ArG7wya2Y_-VUQh_vziudf1xRz5cB0DjFva6ouv9HzCszEEZhRnk3eXD2MfxFvVxeIaPx4OEOqZcs1EOW8s/s3835/20240206_170658.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3835" data-original-width="2397" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2EH4wHbrOcUgcgyUdkoFjwps613R_x_K8bhyphenhyphenPyQgzCtyjZe0mljwQs5j2yi2V8cSSV5AigPWJF7Cpfcx2aW6YK_VSMLljvsMq3JB5adF6ArG7wya2Y_-VUQh_vziudf1xRz5cB0DjFva6ouv9HzCszEEZhRnk3eXD2MfxFvVxeIaPx4OEOqZcs1EOW8s/s320/20240206_170658.jpg" width="200" /></a></div><br /><p><br /></p><p> Poi è passato un amico rumeno che mi ha raccontato un'altra storia. Stavamo guardando i cavalli e Oscar in particolare che aveva nella criniera qualche nodo e una grossa treccia aggrovigliata. Sono degli animaletti che le fanno, mi racconta, vengono di notte e corrono sulle schiene dei cavalli, si divertono a fare le trecce e i cavalli li lasciano fare perché anche a loro fa piacere. Non so come si chiama questo animale in italiano... E si mette a scorrere lo schermo alla ricerca della "piccola fauna dei boschi europei".</p><p>Ma è una favola, chiedo io, parli di gnomi o di elfi? No no, risponde, è un animale vero, io li ho visti, hanno una pelliccia che cambia colore e d'inverno diventano tutti bianchi... Eccolo! E mi gira il telefono a farmi vedere: l'ermellino!</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ3BMp9YeZ9IzCGh_sdtrHvMvAPQF4XE2Y9yqtPtm33IP7WZMUwBznI5UDAm5yAOV5Nnj2hZ4_5Zb2Z0RUyvGeYJwKgk2HZC0vuwUguc9DimocSPlEeTsWACbQiWktqImFulUu58I3d4LfAEGynKFhEvo6SW7e2AxZNQe5T67hLJQduTVWLBcjqwX2Vi8/s2526/20240206_170904.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2526" data-original-width="1652" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ3BMp9YeZ9IzCGh_sdtrHvMvAPQF4XE2Y9yqtPtm33IP7WZMUwBznI5UDAm5yAOV5Nnj2hZ4_5Zb2Z0RUyvGeYJwKgk2HZC0vuwUguc9DimocSPlEeTsWACbQiWktqImFulUu58I3d4LfAEGynKFhEvo6SW7e2AxZNQe5T67hLJQduTVWLBcjqwX2Vi8/s320/20240206_170904.jpg" width="209" /></a></div><br /><p><br /></p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-10097619462813228002024-01-24T11:11:00.000-08:002024-01-24T11:11:08.097-08:00Vi aspetto: piano piano ci state arrivando...<p> <span style="background-color: white; color: #0f0f0f; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; white-space-collapse: preserve;">Bravo Franco Fracassi, ci stiamo avvicinando...</span></p><p><span style="background-color: white; color: #0f0f0f; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; white-space-collapse: preserve;">Ci serve una teoria del potere che ne identifichi la genesi nella debolezza popolare: sono le popolazioni occidentali che per prime storicamente ci fanno vedere gli effetti dello stile di vita industriale, una degenerazione che è stata segnalata da Nietzsche come da Pasolini.</span></p><p><span style="background-color: white; color: #0f0f0f; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; white-space-collapse: preserve;">Noi popolo ce lo siamo voluti il transumanesimo, è stato però anche un effetto secondario di una tensione positiva, quella per cui la modernità è stata per tutti l'occasione di emanciparsi dalle vecchie rigidezze dio-patria-famiglia.</span></p><p><span style="background-color: white; color: #0f0f0f; font-family: Roboto, Arial, sans-serif; font-size: 14px; white-space-collapse: preserve;">Ora, bisogna ringraziare l'emancipazione moderna ed andare oltre, ricostruire nuove e più complesse versioni di trascendenza, legame col territorio e gruppo sociale... dobbiamo confrontarci su quale idea abbiamo della forma umana e tornare a farci un'idea di possibile salute e complessità.</span></p><p>commento a https://www.youtube.com/watch?v=P_COp1oy1uI</p><p>100 giorni da leoni - puntata del 24/01/2024 "La sveglia" con Franco Fracassi</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhebt9TjgpHDZRmh6t9qajkrPPfU0JsONfOVL-Am_PzazOawgJUeT0Kxhqe-dvsKKhiFmHt2u3lehmODl6vQXd-Mbkmsl_QrX-2x4HC8nvAsq1Unp78wiHyFEKQjKhLPS2dDy3aXtOnPfQOKeHTLX-yzxfK3c4N3iUjNeo1Gyyl3FwdO4jiWNeSqCRfABs/s1260/Screenshot%202024-01-24%20200753.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="698" data-original-width="1260" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhebt9TjgpHDZRmh6t9qajkrPPfU0JsONfOVL-Am_PzazOawgJUeT0Kxhqe-dvsKKhiFmHt2u3lehmODl6vQXd-Mbkmsl_QrX-2x4HC8nvAsq1Unp78wiHyFEKQjKhLPS2dDy3aXtOnPfQOKeHTLX-yzxfK3c4N3iUjNeo1Gyyl3FwdO4jiWNeSqCRfABs/s320/Screenshot%202024-01-24%20200753.png" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-44446654617112959792024-01-20T14:32:00.000-08:002024-01-20T14:32:02.187-08:00La vera biologia non può che essere trascendentale<p> La Biologia della Complessità (storicamente: il futuro e inevitabile post-evoluzionismo) non può che essere Biologia Trascendentale. Sì, proprio quella dei biologi ottocenteschi arresisi alla tautologia darwiniana (il meccanismo della selezione naturale non aggiunge nulla al semplice detto "chi non muore si rivede", è una banalità che però funziona come vizio logico che fa dimenticare la connessione unitaria del reale ed apre al riduzionismo).</p><p>Oggi, chi torna alla complessità di considerare l'organismo vivente un sistema, deve riconoscere che gli esseri non sono la semplice somma delle parti ma anche il peculiare modo di stare tra loro di quelle parti. Questo "rapporto tra le parti" è un dato di natura immateriale, sono informazioni che quindi trascendono la materialità e che dettano le forme degli organi e degli organismi, informazioni che traducono lo "schema del possibile" nelle forme delle specie, diciamo noi, in una continua coerenza ontologica, prima che la storia degli eventi possa scolpire coi tratti del caso la scultura morta dell'idea darwniana di vita!</p><p>Le specie, per semplificare, continuano a riproporsi con tratti riconoscibili e coerenti non solo perché sono parenti ma per un fattore che viene prima ancora della parentela: perché continuano ad esprimere, ogni specie ed ogni individuo alla sua nascita, una diversa formulazione (irriducibile tra le infinite possibili) dello stesso schema generativo. Esattamente come una legge fisica si traduce infinite volte in eventi del tutto analoghi.</p><p>La sistemicità come apertura al trascendente dunque: l'informazione che trascende la materialità, tanto da organizzarla in tutte le sue tassonomie di somiglianze e specificità, sarebbe costantemente generata e rieditata dall'ordine cosmico e solo secondariamente sarebbe conservata dal genoma e trasmessa dalla parentela.</p><p>Basta, sono due secoli che pervertiamo le menti dei giovani scienziati col dubbio nevrotico su ogni pezzo del corpo "se è stato selezionato ci sarà un perché... a qualcosa servirà di sicuro..."</p><p>Le strutture, gli organi, i colori e le forme dei corpi non "servono" a qualcosa ma "manifestano" qualcosa, un qualcosa che ci interessa perché riguarda la realtà tutta e noi assieme ad essa: uno schema generante che sarebbe stupido non presupporre, e che anzi è possibile percepire ed indagare usando proprio il nostro corpo come sestante e mappa geografica.</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-4713997150450303592024-01-18T10:38:00.000-08:002024-01-18T10:38:12.500-08:00Libero o Servo Arbitrio? Che stupidaggine...<p> La storica e religiosa contrapposizione tra libero e servo arbitrio mi sembra fondamentalmente stupida. Un ragazzino a scuola impara a lezione di scienze che la sabbia dentro un coperchio posto su di un amplificatore e sottoposta a diverse frequenze manifesta geometriche figure ed organizzati disegni. Cosa può pensare? Che ogni granellino di sabbia dal suo piccolo punto di vista si sentirà libero di spintonarsi e rimbalzare dove meglio crede, ma tutti insieme comporranno, evidentemente e con grande obbediente precisione, la figura specifica di una tensione sottesa, un onda sonora in questo caso. Allora è libero? è servo? Entrambe le cose evidentemente.</p><p>Lo svelamento, tanti anni fa, di questo piccolo principio fisico mi ha oggi felicemente predisposto al lavoro di Mauro Biglino che, assieme alle centomigliaia di persone che ne seguono i lavori sul web e per tutto il mondo, ci riporta al testo biblico come oggetto di archeologia e ci apre ad una finalmente seria indagine sul nostro passato.</p><p>La prima cosa che viene da pensare è che nell'idea di Dio vi sono perlomeno due visioni: da un lato l'astratto principio cosmico, dall'altro il dominatore alieno che plasma la nostra forma domesticata per i suoi intendimenti. Sono evidentemente due soggetti tanto diversi da rendere pura verbosità qualunque discorso teologico: impersonali leggi fisiche da un lato, psicanaliticamente fangose edipicità con i misteriosi esseri artefici delle nostre origini. Nel conto, aggiungo io, dobbiamo anche tener conto della parentela con le specie di ominidi selvatici terrestri o di varie umanità precedenti che sono state usate per la nostra ibridazione: forme e psicologie più terrestri e naturalistiche, direi.</p><p>Cosa trascende un fenomeno fisico? Adesso, con l'esempio di prima, possiamo dire che ciò che trascende un fenomeno fisico è semplicemente la legge che ne detta il modo di verificarsi.</p><p>Analogamente, cosa trascende un essere vivente? Il suo genitore. Genitore da intendersi sia come antenato di sangue sia come diretta espressione della genetica della specie (la "legge" che ne detta la forma). Allora se Io Figlio (l'umana specie) sono trasceso dal Padre (la specie che mi ha preceduto, in questo caso sia l'alieno sia l'antenato ominide terrestre) ed entrambi siamo trascesi dalla legge del genoma di cui siamo espressione... possiamo chiamarlo Spirito Santo a questo punto? Tutto 'sto giro per riscoprire il trinitarismo...? E se anche fosse?</p><p>Scienza e trascendenza non sono alternative nella testa di chi è ancora capace a pensare. Ecco dunque che abbiamo distillato una formulazione alternativa al catechismo evoluzionista, per tutti gli usi:</p><p>IO DISCENDO DAL PRINCIPIO COSMICO</p><p>NELLA FORMA DELLA SPECIE</p><p>TRAMITE I MIE GENITORI</p><p>Il riferimento trascendentale alla forma della specie, alla legge biologica generale e alla sua diretta derivazione dal principio cosmico è una risposta alla deriva semplificatoria ed inevitabilmente imperialista dell'evoluzionismo. Ne vedete altre?</p><p><br /></p><p><br /></p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-35678175329136254092024-01-16T02:56:00.000-08:002024-01-18T10:54:37.141-08:00L'universo fisico dentro l'organismo cosmico<p> Se chiamiamo "Universo" il complessivo di tutto ciò che riusciamo ad osservare intorno a noi, abbiamo allora bisogno di un termine più generale per nominare le condizioni che lo permettono, questo universo osservabile.</p><p>Propongo di usare il termine "Cosmo" per indicare quelle condizioni, quei parametri fisici e quelle costanti universali che dettano legge nella nostra esperienza empirica, ma che sappiamo anche deformarsi, relativizzarsi e quantizzarsi ai margini dell'immaginabile.</p><p>Uni-verso dice bene il complessivo flusso termodinamico dei fenomeni e ci descrive in uno spazio-tempo evolutivo tra l'origine di un big bang concentrato ed un destino di dispersione entropica. Coscienti di noi stessi, "sappiamo" cosa abbiamo fatto durante la nostra giornata, dal mattino alla sera, dal risveglio al sonno e dalla nascita alla morte.</p><p>Ma non sappiamo nulla di quell'altro verso dell'esistenza: cosa c'è tra l'addormentarsi e il risveglio, la notte, la morte ed il mistero del rinnovarsi e del rinascere. Cosa c'è dopo la morte termica dell'universo? E cosa c'è prima del big bang?</p><p>Sono questioni fisiche e cosmogoniche ma che ignoriamo completamente al pari della fondamentale questione della biologia: come nasce la vita?</p><p>L'evoluzionismo pensa che siamo figli del caso e che le forme che abbiamo preso nel tempo non abbiano nulla di particolare da dirci.</p><p>Noi invece pensiamo che la biologia prenda le mosse ed ingeneri il suo sistema ad imitazione della natura cosmica e che, di conseguenza, le nostre forme non siano casuali ma abbiano invece molto da dirci per immaginare la forma di quell'orizzonte che ci è altrimenti troppo largo da percepire.</p><p>Il cosmo non può dunque essere il contenitore statico delle nostre esperienze, non avrebbe paragoni in natura, sposta solo il problema: chi ha costruito quelle pareti e di cosa sono fatte?</p><p>La vita, invece, immagina e rappresenta il cosmo come il contenitore naturale di un vortice, lo spazio raccolto di un flusso ciclico, di un utero che ciclicamente propone un terreno fertile ed equilibrato.</p><p>Un cosmo come un organismo che propone in sé le condizioni della vita, e la vita come rappresentazione coscienziale del cosmo.</p><p>Un cosmo unico che diventa autocosciente grazie alle infinite e irriducibili versioni che ogni singolo e prezioso essere vivente rappresenta.</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-75214331438642888832024-01-15T08:40:00.000-08:002024-01-15T08:40:04.916-08:00Provincialismo come tecnologia di vita<p> Il provincialismo non è solo un difetto, cioè una mancanza della dimensione internazionalista, ma una espressa "tecnologia" di vita scelta da chi ritiene che ci sia del merito a stare a livello locale e lì organizzare le proprie economia di vita. Purtroppo essendo noi tutti in questo frangente storico le proprie economie di vita (come mantenere la mia famiglia) di fatto sono le strategie per fottere e fottersi nelle consuete forme della reciproca fottitura economica, commerciale o lavorativa: mentre i "Signori" fottono in città, nel mondo largo e misterioso che continua là oltre la loro voluta ignoranza. Perché è voluta quell'ignoranza. quella chiusura! E' una tecnologia di vita: noi siamo quelli che rifiutano gli strumenti che ritengono della controparte, le informazioni di chi ha studiato, le esperienze di emancipazione permesse dalla vita moderna, e così spingono a fare del provincialismo la bruttura quasi estenuata che conosciamo.</p><p>Guardare al largo mondo o al proprio orticello sono due ottiche permesse entrambe dal nostro apparato visivo (apertura e chiusura, il grandangolo o il teleobiettivo), le conosciamo purtroppo nella loro forma degenere ma dobbiamo invece cercare di immaginarle nella loro versione migliore: e allora gli aspetti di apertura vorremmo fossero i socialnetwork, le reti di relazioni, gli scambi culturali e non gli apparati imperialisti e aggressivi di popoli indeboliti, e nazionalismi malati; e gli aspetti di chiusura vorremmo intenderli piuttosto come di "raccoglimento" per coltivarsi, l'attenzione e la cura di sé di una intera collettività, lo stato sociale banalmente.</p><p>Ecco, allora non vorremmo che dall'ambiente alternativo della controinformazione la scelta di "vivere in campagna" venga banalizzata e, di fatto stigmatizzata, come l'espressione comoda ed egoistica di chiudersi in un eremo dorato fuori dal mondo...</p><p>Anzi, l'ecovillaggio vorrebbe essere proprio il tentativo di organizzare quelle forme di autonomia indipendenza e creazione di una nuova cultura che tutto il mondo stufo della modernità vorrebbe.</p><p>L'ecovillaggio come forma di localismo sano, l'accogliente contenitore di una nuova umanità in sintonia con l'ambiente e responsabilmente collegata dai legami di una rete sociale fondata sul desiderio umano e non sulla fottitura.</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-65813267109835235582023-11-11T11:23:00.000-08:002023-11-11T11:23:00.951-08:00La città deve tornare ad essere solo uno strumento<p> Ho trovato interessante l'intervento "La casa per tornare umani" di Stefano Serafini su Casa Del Sole TV (https://www.youtube.com/watch?v=sy4CjyKIs1E) sul tema della bioarchitettura. Serafini ci avverte dei rischi del "green-washing" (l'attuale tendenza della speculazione green che riedita i vecchi palazzoni aggiungendo due alberelli sul tetto), e ci informa sulle potenzialità di autocostruzione, tecniche ecologiche e forme alternative di autodeterminazione architettonica ed urbanistica delle comunità locali.</p><p>Mi piacerebbe arricchirlo di questa riflessione: non diamo per scontata la natura della città e delle motivazioni che portano a volerci vivere. Se diamo invece per assunto, almeno in questa sede, che un umano ragionevole sano e complesso non è concepibile senza un buon rapporto col territorio, con la comunità locale, e con l'autoproduzione del proprio cibo e delle sue necessità primarie... allora cosa può giustificare il vivere in città, scelta che inevitabilmente spezza il legame col territorio ed ingenera, con i suoi consumi, l'irresponsabilità dell'economia di mercato?</p><p>Motivi tecnici specialistici amministrativi, ok un raggruppamento urbano può giustificarsi come centro dei servizi per un certo territorio: un ospedale, una scuola, una istituzione pubblica, servizi industriali e commerciali, quindi ovviamente anche gli alloggi di chi vi lavora, e i relativi servizi e svaghi... e il relativo troiaio che ha sempre affascinato e promosso le grandi città di tutto il mondo!</p><p>Qualunque città è <i>moderna</i>.</p><p>Fin qui va bene, il problema è di volerci fare figli ed insediarcisi per la vita! E' ragionevole che tutti dalla vita di provincia debbano avere l'opportunità di fare un'esperienza di urbanesimo per i motivi più vari: un periodo di carriera professionale, un servizio pubblico temporaneo, qualche anno di stipendio... lo sfizio suo! Tutto va bene ma non è ragionevole che per fare quello uno debba buttare via il suo riferimento locale e gli amici di casa, e tanto meno ragionevole il farci nascere qualcuno: perché noi saremmo stati delle persone ancora radicate nella realtà che hanno fatto un'esperienza di modernità, degli umani completi quindi degli <i>agricoltori anche capaci di urbanesimo ed internazionalismo</i>, mentre loro non potranno che essere degli <i>urbanizzati tesi ad un internazionalismo aggressivo</i>, dei nativi urbani, degli alienati.</p><p>E, peggio ancora, mentre qui si discute di ritrovare la ricetta di un individuo un po' più sano, in realtà la fuori ci aspetta la nuova generazione dei <i>nativi digitali</i>, dall'urbanizzazione al web, un ulteriore salto verso l'irrealtà!</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-60860482121597832422023-11-02T11:40:00.001-07:002023-11-02T17:10:33.159-07:00Vaccinati contro mafia e altre debolezze?<p> Siamo arrivati ad ammettere che il potere delle élite è generato dalla debolezza popolare? Bene, ma non basta! Se il mondo è nella merda è anche perché ciascuno di noi che vorremmo un'alternativa è impastoiato in qualcosa che lo frena. Ognuno di noi deve trovare quel blocco dentro di sé e superarlo... Autocoscienza compagni!</p><p>No, non c'è bisogno di pagare un terapista, spesso basta guardarsi attorno e lasciarsi interrogare dalle esperienze altrui. Lasciamoci contaminare, se vogliamo essere comunità non solo l'altro deve essere ovviamente libero di fare le sue scelte, ma quelle scelte e quelle esperienze devono interrogarmi.</p><p>Facciamo un esempio pratico: qualcuno nel villaggio "dei risvegliati" si interessa di produzioni biologiche e qualcun altro di sana alimentazione.. e cosa facciamo con l'amico che alleva le capre macella i capretti e fa il formaggio tradizionale?</p><p>Il libero mercato salva capre e cavoli, tutto è buono da vendere! Io copro te che tu copri me... Qui no, qui dobbiamo dircele senza sconti, realismo: caro amico allevatore, il villaggio ha deciso di escludere la carne rossa dalla dieta quindi inventati un altro mestiere.</p><p>Non c'è da girarci intorno, questo è il punto principale. Poi potremo inventarci altri modi di usare la sapienza tradizionale dell'allevamento con animali da utilità di vario genere... ma non possiamo più considerare legittima e difendibile la pubblicità di carne latte e formaggi, quand'anche biologici e di antiche tradizioni.</p><p>Il soggetto alternativo è davvero alternativo quando sa affrontare le critiche che lo pungono sul vivo e sa reagire creativamente.</p><p>Quindi sotto con l'autocritica... dio patria famiglia: la voglia di parrocchia è una parodia di un legittimo interesse al trascendente, il sovranismo incrosta di simboli e soffoca il più sincero genius loci di qualunque luogo, la famiglia è una triste semplificazione di un sano gruppo sociale; e ancora la vita cittadina è un'indifendibile deroga al risiedere responsabilmente sul territorio; la vita virtuale nello spazio digitale è la rinuncia ad un indispensabile principio di realtà; l'adesione a ruoli di genere stereotipati e la rassegnazione ad una dimensione individualistica sono il prezzo ed il rituale autolesionistico per l'appartenenza alla tribù della società industriale e al suo implicito e inesorabile decadimento umano... ognuno trovi il suo!</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-74810742494714445762023-10-31T12:58:00.000-07:002023-10-31T12:58:08.119-07:00Lettera ad un astrofisico impegnato<p> <span style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Caro dott. Aurelien Barrau,</span></p><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;"><br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">le scrivo dopo aver visto il suo intervento su youtube in difesa di Derrida. Mi sono detto: ecco, il decostruttivismo è proprio il nostro esercizio di critica culturale e la pratica di vita di questi ultimi venti anni che ho raccontato nel blog "La Civiltà del Fottere" (giovanni-jalla.blogspot.com). Spero che lo troverà interessante ed ho piacere di comunicare la nostra esperienza ai nostri vicini d'oltralpe.<br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">Nel tentativo di capire la crisi del mondo moderno abbiamo identificato il problema principale nel rapporto tra i sessi, nel modo culturale di intenderli e nella semplificazione dei modelli dell'individualismo e della famiglia.<br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">Per riassumere le molte riflessioni che troverà sul blog, posso così descriverle il modello sociale che ci sembra proponibile per il mondo futuro: piccoli insediamenti locali ecologici dove vivono gruppi di uomini e di donne organizzati in società maschili e femminili. Le persone prima maturano la loro adultità, non individualista ma socievole, nel confronto all'interno delle loro società di genere, e solo dopo si incontrano tra loro nel villaggio, sia per le relazioni amorose sia per la gestione politica (scegliere quanti figli fare in base alle risorse disponibili). In questo modello si evitano i limiti della famiglia, si offre una ricca complessità sociale alla crescita dei figli e si riconosce un ruolo alle persone omosessuali come "tutor" delle rispettive società di genere.<br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">Il primo frutto dell'ecologia di questo modello di vita è la coltivazione della forma umana, quindi della sua salute e complessità, sapendo che tutte le pratiche di una sana alimentazione e di un corretto stile di vita portano al centro di Una forma sana rispetto alle mille di possibili malattie.<br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">Un concetto di forma diventa così il nuovo paradigma alla base di una visione complessa e realistica della strutturazione sociale del potere, così come di un superamento, in campo non solo scientifico e biologico, del concetto di evoluzionismo.<br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">Il potere non è una condanna misteriosa e metafisica ma solo il portato molto concreto delle nostre debolezze, cioè della perdita di forma. La modernità ha emancipato le popolazioni occidentali dalle vecchie rigidezze tradizionali, ma le ha anche indebolite nella semplificazione da contadino a operaio a impiegato urbanizzato. Oggi i figli degli impiegati inquinano i loro corpi al supermercato, non sanno più fare niente ed hanno bisogno di una società che sempre più li tuteli. L'élite ovviamente organizza i suoi interessi ma il vero mandante e complice è il popolo, a causa delle sue paure, delle sue debolezze ed incapacità. L'abbiamo visto tragicamente con l'imposizione dei vaccini così come con la propaganda bellica. E' vero che si è creato anche un movimento di resistenza ma, almeno in Italia, il concetto di complicità popolare è del tutto assente tra gli opinionisti della libera informazione, e tutta l'attenzione è volta alle trame dei potenti che sono considerati i soli "cattivi".<br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">L'idea di una forma biologica è anche l'unica alternativa alla semplificazione e ai limiti della teoria evoluzionista, le riporto una parte di un mio intervento al riguardo:<br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;"><br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">"Con Darwin abbiamo accettato di abbandonare un concetto di forma, umana e biologica, come riferimento. Darwin, invece della sua stupida tautologia del "chi non muore si rivede" della selezione naturale, poteva limitarsi a dire "lasciamo un attimo da parte il senso complessivo della realtà, che è difficile da cogliere, ed analizziamo ogni singolo aspetto separato dagli altri". <br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">Va bene, non è il demonio, è solo lo strumento del riduzionismo come strategia tecnica e scientifica, quello strumento che ci ha dato le "potenti" leve della società occidentale e della somma delle sue conoscenze.<br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">Il riduzionismo tecno-scientifico è solo uno strumento, quindi dobbiamo considerare che quei dati sono per definizione insensati, cioè muti e ciechi, e che spetta a noi la responsabilità di sapere cosa farne alla luce di una coscienza di un senso complessivo della realtà che possiamo solo ricavare altrove. In quel "altrove" sta, ovviamente, l'ammissione della necessità di una cosmogonia. E qualcosa di più serio e di più fondato di tutto quell'olismo inconcludente che rischia, come tutti i movimentarismi critici finenovecenteschi, di farsi fottere dalla rilettura elitarista e tragica del transumanesimo.<br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">Cosmògoni di se stessi, dunque: guardiamoci sapendo che è nella nostra forma che dobbiamo cogliere la rappresentazione del tutto."<br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;"><br style="outline: none !important;" /></div><div dir="ltr" style="background-color: white; color: #1d2228; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;">Qui può partire una interessante ricerca dello schema delle forme biologiche, cosa che abbiamo cominciato a fare provando a combinare assieme antichi reperti archeologici culturali come lo schema dell'astrologia mediorientale e la medicina tradizionale cinese. I risultati di questa ricerca avrebbero bisogno di una lettera ben più corposa di questa. Qui mi basterebbe incuriosirla con una ipotesi: se le forme della vita manifestano tensioni sottese alla realtà, allora quelle stesse forme potrebbero suggerire quali modelli cosmologici preferire come più coerenti e verosimili... La biologia riletta con attenzione ecologica potrebbe forse dare indicazioni ontologiche agli astrofisici che vorrebbero "chiudere il cerchio" della gravitazione quantistica!</div>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-43087891634832722252023-10-31T00:53:00.003-07:002023-10-31T00:53:48.511-07:006 Il cambio di paradigma<p> Se anche fosse solo di natura didattica, la forte corrispondenza che si dimostra tra uno schema astratto e le forme biologiche ci permette un radicale cambio di paradigma nella considerazione degli esseri.</p><p>La forma di una qualunque specie non sarà più dunque solo la sommatoria di una serie di funzionalità frutto del caso e selezione della storia, come dice l'evoluzionismo, ma la sempre diretta manifestazione di una legge generale, di uno schema comune che in ogni specie e in ogni individuo realizza un esemplare unico.</p><p>In un paradigma, che sia più complesso dell'evoluzionismo, le specie per prima cosa nascono col loro particolare assetto, ricavato da logiche interne, e solo poi si confrontano col mondo trovando creativamente un qualche uso per ogni loro parte, o anche no...</p><p>L'evoluzionismo ha dovuto ansiosamente cercare una funzione per ogni carattere, ma in questa prospettiva non è necessario. Le ali delle farfalle sono colorate perché esprimono un intrinseco carattere di una parte del cerchio... poi qualche specie di farfalla troverà utile quel carattere, altre magari solo l'impaccio.</p><p>I ragni producono seta per loro assetto intrinseco. Molte specie troveranno un qualche uso (dei più diversi, tra l'altro) per quella particolare vocazione, altri semplicemente riempiranno il mondo di inutili e noiose ragnatele "perché è nella loro natura"!</p><p>I testicoli stanno appesi fuori dal corpo perché devono stare a temperatura leggermente inferiore... salvo che nelle specie che li ritengono all'interno! Dovrebbe bastare un esempio di avvitamento logico come questo a far capire come la spiegazione evoluzionista sia stata un inutile ma costante spreco di energia mentale in intere generazioni di scienziati.</p><p>Smettiamola, rassegnamoci al fatto che il riduzionismo permette fantastici approfondimenti nei dettagli, ma è del tutto incapace di ridarci un senso complessivo delle cose. Quello dobbiamo riconoscerlo da noi, nell'autocoscienza del nostro stesso schema costitutivo.</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-35623067847192402352023-10-31T00:49:00.001-07:002023-10-31T00:49:46.304-07:005 La conferma del corpo nel cerchio<p> Così, come per sfida, può cominciare la verifica delle attribuzioni anatomiche di un povero corpo inserito "simbolicamente" in un astratto cerchio zodiacale...</p><p>Solo che, con stupore, una per una sembrano quadrare: una bocca gioviale nel segno del toro si trova proprio diametralmente opposta ad un ano mercuriale il quale, guarda caso, è proprio in scorpione tra le decadi di un marte fallico ed un plutone testicolare...</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDIX_QHGLvLlLGlyeSY9RJyOUzh68pI5wGSvRb5hjQDKqncsdY4TCPDtGJDq-_NIER-O_OJ-zMoRBwXLHTn4Y9Luy3pX1971XOWaCttzQi7rKF8pq661bgHqOlxOx3ZWEmeavjO4hkWfaPGjyrDhKzuPk2KePUciA6GTeOk26eTyp6hpW0J_yd4wm-JxE/s700/schema-molpurgo-rev-700x657.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="657" data-original-width="700" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDIX_QHGLvLlLGlyeSY9RJyOUzh68pI5wGSvRb5hjQDKqncsdY4TCPDtGJDq-_NIER-O_OJ-zMoRBwXLHTn4Y9Luy3pX1971XOWaCttzQi7rKF8pq661bgHqOlxOx3ZWEmeavjO4hkWfaPGjyrDhKzuPk2KePUciA6GTeOk26eTyp6hpW0J_yd4wm-JxE/s320/schema-molpurgo-rev-700x657.jpg" width="320" /></a></div><br /><p> (schema del feto con le attribuzioni planetarie di Luisa Morpurgo)</p><p><br /></p><p>Subito si apre ovviamente la questione del glossario di riferimento, molte delle accezioni planetarie sono nel vocabolario normale col riferimento ai miti greci come gli aggettivi <i>marziano</i> e <i>venereo</i>,<i> </i>e trovano diretta corrispondenza col pene e gli organi femminili, altre sono connessioni logiche molto evidenti come il senso di centralità solare rispetto al carattere del nostro Io (è la posizione del sole il giorno della nascita a dettare il segno zodiacale). Altre sono invece di nuova e più difficile attribuzione ed è maggiore il suggerimento logico che arriva dallo schema piuttosto che dalla loro funzione di aggettivo della realtà.</p><p>Il dettaglio al quale può arrivare la descrizione anatomica del corpo tramite una griglia di valori disposti secondo lo schema logico e geometrico del cerchio zodiacale, dipende forse solo dall'approfondimento che vi si vuole dedicare, ed apre in realtà un intero campo di studi.</p><p>Qui ci basta ricordare come l'indagine scientifica riduzionista era arrivata ad identificare una comunanza genetica fondamentale, e sembra condivisa da tutti gli esseri pluricellulari, con i cosiddetti "geni architetto", una serie di geni molto antichi che sono alla base della struttura dei primi abbozzi embrionali in tutte le specie. In questa prospettiva anche questi geni sembrano figli necessari dello schema e non fortuiti inventori dello stesso.</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-49997053022038199342023-10-31T00:34:00.000-07:002023-10-31T00:34:10.726-07:004 Schema zodiacale moderno<p>Dicevamo che il feto nel cerchio, per parlare davvero, deve ancora incontrare lo schema completo delle trentasei decadi nella ricostruzione che ne ha fatto l'astrologa italiana Luisa Morpurgo a partire dagli anni '70. Perché? Perché fino ad allora lo schema era sempre stato incompleto!</p><p>L'antica pratica astrologica da tolomeo in poi si è dovuta adeguare ogni volta che aguzzando un po' la vista e poi col telescopio si è arrivati agli otto pianeti oggi conosciuti oltre alla terra. Con l'aggiunta del sole e della luna siamo a dieci e ancora non basta... Nei lunghi secoli del medioevo non avevano che sette misere perline da infilare nelle trentasei decadi del cerchio... Nonostante questo, caparbiamente, tutti hanno sempre cercato di attribuire il senso di un qualche pianeta ai singoli settori del cielo. Molte di quelle attribuzioni trovano riscontro ancora oggi dimostrando una certa validità anche del metodo empirico.</p><p>Comunque, la signora Morpurgo, per capacità sue logiche personali (e in modi anche interessanti da seguire leggendo le sue opere, a partire dall'<i>Introduzione all'astrologia </i>del 1971) ha fatto principalmente due cose: ha pensato che i nostri pianeti conosciuti fossero solo una parte di quelli che dovevano invece essere, per intrinseche logiche naturalistiche, una serie di dodici; e poi ha pensato che tre di quelle sequenze fornivano la perfetta attribuzione planetaria a tutte le trentasei decadi del cerchio astronomico secondo una certa ipotesi di disposizione.</p><p>Ne risultava quindi una corona circolare caratterizzata da un disposizione puramente geometrica o matematica delle trentasei decadi. Perfetto... e quindi, almeno in teoria, sicuramente incompatibile con delle forme organiche...</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-48513180991578670692023-10-31T00:32:00.000-07:002023-10-31T00:32:04.867-07:003 Reperti di archeologia culturale<p> Gli schemi di antiche culture possono aiutarci nel continuare l'indagine dei biologi trascendentali di metà ottocento: il tentativo cioè di identificare uno schema generativo comune a tutti gli esseri. Noi qui abbiamo trovato interessanti i suggerimenti della medicina tradizionale cinese e dell'astrologia mediorientale.</p><p>La medicina tradizionale cinese non solo ci offre uno schema della corrispondenza tra gli organi interni e le parti del volto, ma permette pure la verifica empirica della sua validità (a chiunque voglia praticare l'alimentazione macrobiotica ed i suoi criteri di autodiagnosi). </p><p>L'apporto della tradizione cinese non si ferma certo qui, ma a questo, ad una concreta pratica di uno stile di vita come per esempio l'alimentazione, sta l'esperienza fondamentale di un altro tipo di percezione del proprio corpo che con l'evoluzionismo, non so come dire... fa proprio a pugni!</p><p>La seconda, l'astrologia (dalla quale discende ancora oggi il tentativo previsionale e caratteriale della rubrica da rotocalco) ha antiche origini mesopotamiche ed egizie, e ci fornisce una griglia, uno schema del cielo in cui provare ad infilare il corpo.</p><p>Gli egiziani attribuivano differenti parti del corpo a ciascuno dei trentasei decani, divinità tutelari del cerchio celeste.</p><p>(foto dell'affresco: cielo nel tempio di dendera)</p><p>Nel medioevo si rappresentava spesso il corpo umano in piedi con l'indicazione didascalica dei segni zodiacali.</p><p>(dipinti medievali come esempio di melotesia figura in piedi e figura incurvata)</p><p>E a volte si "torceva" un corpo adulto nel cerchio zodiacale, cosa che tra l'altro già gli egizi facevano, ed in un segno-concetto teologico per loro fondamentale come la rappresentazione del duat, l'adilà.</p><p>(geroglifico con la barca del duat ed il corpo piegato a cerchio)</p><p>Ancora oggi si pratica di fatto la melotesia, cioè il tentativo di attribuire le parti del corpo ai segni zodiacali. Qualcuno ha finalmente anche centrato la questione fondamentale dell'età, notando che è proprio il corpo nelle sue proporzioni embrionali che si trova più a suo agio nelle dimensioni interne di un utero-cerchio zodiacale, quello essendo ovviamente il suo momento formativo.</p><p>(schema del feto nel cerchio con i dodici segni)</p><p>Ma non basta perché fino a lì, dall'attribuzione dei segni al corpo caviamo poco, giusto qualche indicazione simbolica. Il feto nel cerchio, per parlare davvero, deve ancora incontrare lo schema completo delle trentasei decadi nella ricostruzione che ne ha fatto l'astrologa italiana Luisa Morpurgo a partire dagli anni '70.</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-64437735416933630352023-10-31T00:18:00.001-07:002023-10-31T00:18:24.685-07:002 Nel 1800 cercavano ancora quello schema<p> Quando Darwin arrivò al tavolo del vivace dibattito in corso chiuse ogni discussione dicendo qualcosa come... <i>se è così difficile pensare al senso complessivo della vita e delle sue forme, allora facciamo come se fossimo davvero figli del caso (della selezione naturale etc, etc) e dedichiamoci ai singoli pezzi!</i> </p><p>E da lì il riduzionismo, e scienza e tecnica potenti ma cieche... ma non è questo che ci interessa. Ci interessa invece quel dibattito che era in corso a metà ottocento tra i migliori biologi europei (vedi la biologia trascendentale), il cui oggetto era proprio la ricerca dello schema secondo il quale si organizzavano le forme degli organismi.</p><p>Alcuni ipotizzavano che le ossa del corpo si riproponessero nelle parti del cranio, da altri veniva l'ipotesi che se le forme degli organi potevano anche cambiare (come i tre stomaci dei ruminanti per esempio) non cambiava la posizione relativa (dopo l'esofago e prima del duodeno, per continuare l'esempio). Si dava per scontato che le forme degli organismi originassero da uno schema comune, l'ambizione era di scoprirne la struttura (esattamente come si poteva constatare la "rettangolarità" periodica della tavola degli elementi chimici).</p><p>Oggi, che ci siamo finalmente accorti di quanto due secoli di evoluzionismo ci abbiano ottusi, quell'ambizione deve tornare nostra. Noi abbiamo a disposizione molti dati in più, nuovi come antichi, che possiamo usare per aiutarci in questa ricerca.</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-76885952361968582832023-10-31T00:16:00.001-07:002023-10-31T00:16:23.809-07:001 Rileggiamo la biologia<p> La biologia va riletta tutta, da occhi naive e da un posizionamento ecologico e coinvolto.</p><p>Cos'è la vita? No. <i>Cosa io sono </i>deve dire la nostra coscienza a se stessa, sapendo inoltre di stare a parlare in nome del cosmo intero. Perché se siamo più della somma delle nostre parti è perché quelle parti sono ordinate secondo uno <b>schema</b> che innesca un sistema, il più complesso nell'universo, di cui atomi e stelle sono solo i confini materiali.</p><p>E quel <i>rapporto tra le parti</i> è di natura immateriale, è soltanto un'informazione che viene a <i>dar vita</i> al sistema: è la natura innegabilmente trascendente di noi stessi e dell'intera realtà. Bene, ma quel principio di trascendenza non dobbiamo solo adorarlo ma è da indagare, in ogni modo che ci è possibile, per renderci pienamente consapevoli di noi stessi secondo tutte le componenti della nostra umanità, e quindi anche quella razionale.</p><p>A pensarci bene un batterio, se vive, rappresenta l'equivalente esistenzialità di me stesso (e forse anche in forma più schietta e vitalmente potente). Siamo noi piuttosto che, per le nostre complicatezze, fatichiamo ad un'istintuale adesione alle leggi dell'universo ed incespichiamo nella logica.</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-64269774992618741102023-10-30T02:34:00.003-07:002023-10-30T02:37:13.521-07:00Accenni di "complicità"...<p> Bravo dott. Meluzzi,</p><p>mi hai dato finalmente modo di citarti perché nella puntata di stamane di 100giornidaleoni (https://www.youtube.com/watch?v=WxysnWVHV_0) hai notato, anche se solo per inciso, il nodo cruciale: cosa ci ha condotto ad essere quelli che siamo cioè, in pratica, degli idioti che si cercano le disgrazie...</p><p>Raccontavi di come "... l'80% dell'umanità viveva con il 20% delle risorse e il rimanente 20% dell'umanità, il nostro, <u>cosa che ha contribuito anche al nostro ebetismo e al nostro rincoglionimento generale da grande fratello</u>, consumava invece e produceva scorie per l'80% delle risorse..."</p><p>Il consumo, il mangiare troppo ci ha rincoglioniti e nel rimettere al centro del tavolo (tirando via ideologismi e pregiudizi vari) la forma umana, e nel ricostruirle un congruo stile di vita sta l'obiettivo ed il senso di cui un movimento di alternativa come il nostro ha sicuramente bisogno.</p><p>Io penso che farebbe molto bene a tutti i nostri ragionamenti infilare sempre un atteggiamento del genere: quale mia-nostra debolezza sta generando il problema che ho davanti? Questa capacità di realismo deve essere il metro di valutazione di un altro stile di vita che produca nei fatti complessità umana invece che semplificazione industriale.</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYwveOHa46jqMLs_rSOR61vmydJDiRVbUpSKm1Fc2bjwiZM4Zqxmo0JAIqPGt-tmpYui-b-4Z-6YmnjxuxT7eB__sa8CRBr7vLwXtRm6CMcDxpT40SOL4aiMqE1JOkNWA7U5Cobe6euYVhGYz5F6RQV8tsr2fXZw_DACPQVuoaU5l3MmLT10DqStcmjj0/s396/Screenshot%202023-10-30%20103304.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="226" data-original-width="396" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYwveOHa46jqMLs_rSOR61vmydJDiRVbUpSKm1Fc2bjwiZM4Zqxmo0JAIqPGt-tmpYui-b-4Z-6YmnjxuxT7eB__sa8CRBr7vLwXtRm6CMcDxpT40SOL4aiMqE1JOkNWA7U5Cobe6euYVhGYz5F6RQV8tsr2fXZw_DACPQVuoaU5l3MmLT10DqStcmjj0/s320/Screenshot%202023-10-30%20103304.png" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-67746503453344925632023-10-22T09:22:00.000-07:002023-10-22T09:22:23.004-07:00Non simmetria tra i sessi<p> Le Società degli uomini e delle donne non possono essere simmetriche e speculari, così come non vi è simmetria tra l'omo e l'eterosessualità, vediamo perché.</p><p>Tra i maschi la virilità rende equivalenti: alla soglia dell'adolescenza un ragazzo dovrebbe poter dare del tu all'anziano dove, crescendo, avverrà solo che la potenza si tramuterà in saggezza.</p><p>Tra le donne invece la menopausa segna una divisione tra l'esperienza di giovanile e fertile ciclicità e ondivaghezza, ed una anziana di maggiore stabilità e linearità di coscienza: l'autorità di una matriarca.</p><p>Pure differenti sono i destini della meiosi riproduttiva, cioè della divisione cellulare che come ultima tappa trasforma una cellula staminale gametica in spermatozoi o ovuli. Da una cellula maschile in due passaggi si producono quattro spermatozoi fratelli, paritetici e solidali. Da una cellula femminile invece uno solo dei quattro potenziali ovuli conquisterà tutto il citoplasma, mentre <i>butterà fuori dal nido</i> gli altri tre.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX_vEWv-D-0cv4AjUHC0UgohOOu-FoBS__psCOFEantVwf2AOZTiIj4DAT-U2rgACSdG9wy6offYR_Osyt9V3-nKbRYo3mdTCx1I9B056HtnWIK9vDmaGM27BPqaQ_xWDuwcuaZAgLRn8ItaU0re_A4kVwyxZ158-CPzr7pTCaTexQ2rIovdET2c5IebM/s2354/schema%20sessi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2341" data-original-width="2354" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX_vEWv-D-0cv4AjUHC0UgohOOu-FoBS__psCOFEantVwf2AOZTiIj4DAT-U2rgACSdG9wy6offYR_Osyt9V3-nKbRYo3mdTCx1I9B056HtnWIK9vDmaGM27BPqaQ_xWDuwcuaZAgLRn8ItaU0re_A4kVwyxZ158-CPzr7pTCaTexQ2rIovdET2c5IebM/s320/schema%20sessi.jpg" width="320" /></a></div><br /><p>Al maschile un plutonico cameratismo fra gli spermatozoi coltiverà e promuoverà l'azione del fallo marziano teso all'azione, ne deriva una <u>creatività promiscua e collettiva</u>.</p><p>Al femminile l'elemento X (nell'ipotesi di completamento della sequenza planetaria dell'astrologa Morpurgo) corrisponde all'utero e al controllo dell'omeostasi corporea, potremmo dire all'autorità di imporre l'equilibrio. Venere invece descrive le ovaie e la selezione dell'ovulo che di volta in volta sarà scelto per maturare. Ne risulta un'idea di necessaria <u>gerarchia come controllo della fertilità</u>, ed un'idea di legittimo <u>egoismo come attenzione a drenare tutte le risorse verso il proprio utero gravido e verso la prole</u>.</p><p>_____________</p><p>Altrettanto non sembra esservi simmetria tra l'omo e l'eterosessualità: per gli uomini arrivare ad amare le donne non vuole necessariamente dire <i>arrivare ad odiare gli uomini</i>, a schifarsi della maschilità del proprio corpo!</p><p>Anzi, se io fossi una donna sinceramente mi preoccuperei degli uomini che arrivano a tanto... ma tant'è che molte donne, quando sciolte dall'autorità femminile, proprio all'estetica del maschio delinquente ed aggressivo rischiosamente mirano!</p><p>Essere omosessuali forse è solo il soffermarsi sul proprio genere perché troviamo già così interessante coltivare una sana virilità e la creatività del collettivo maschile... da lasciare volentieri ad altri l'ulteriore piacere dell'ambìto bersaglio!</p><p><br /></p><p><br /></p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-76922787873973448152023-10-20T16:00:00.001-07:002023-10-20T16:05:10.130-07:00Oltre-moderni: il tempo non torna indietro!<p> Se la modernità è malata, se è modernismo, cioè incastro nell'affascinato infantilismo del potente strumento tecnico e scientifico, allora non è possibile tornare indietro ma è necessario passare oltre ad un'adultità che sia qualcosa <i>più che moderna,</i> che sappia usare tutti gli strumenti della modernità... ma tesi allo scopo vitale della specie, umanizzati.</p><p>L'umanità <i>oltre-moderna,</i> potremmo chiamarla, è allora conscia del monito di Nietzsche come di Pasolini: stiamo degenerando! Allora il richiamo al superuomo non scivola nel delirio d'onnipotenza del transumanesimo ma è solo il richiamo all'umana natura: sani complessi e vitali!</p><p>L'umanità oltre-moderna non torna indietro. Sa che bisogna essere emancipati ma anche qualcosa in più: sa che bisogna essere <i>almeno moderni</i> e, meglio ancora, <i>qualcosa più che moderni.</i> Così come: </p><p>bisogna essere qualcosa più che ideologici o anche solo idealisti: bisogna essere ragionevoli!</p><p>Qualcosa più che religiosi o morali, bisogna essere realistici!</p><p>Qualcosa più che individualisti, bisogna scoprirsi socievoli!</p><p>Qualcosa più che semplicemente sessuali, bisogna risultare fertili e creativi!</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-75060133229143137392023-10-20T15:59:00.001-07:002023-10-20T16:54:25.685-07:00La biologia incontra la termodinamica per superare Darwin<p> Nell'ecologia umana la biologia sa ragionare con la termodinamica e col suo inesorabile flusso dalle origini all'entropia: la scienza della vita chiude il cerchio con la fisica e ci porta a superare l'evoluzionismo nella semplice considerazione che l'evoluzione non è vanto vitale ma immeritato flusso del tempo dell'esistenza e, peggio ancora, termine della stessa!</p><p>Compito della vita è piuttosto la riproduzione di se stessa e, nelle sue forme e nella sua coscienza, riproduzione del mondo che la circonda.</p><p>Se al batterio delle origini è ovvio attribuire la maggior potenza vitale in assoluto, forse dobbiamo riconoscergli anche la coscienza più diretta e schietta, riservando alla nostra invece, solo la minuscola preziosità di una delle infinite e soggettive riproposizioni.</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-55661891155010695362023-10-19T16:44:00.005-07:002023-10-20T16:57:00.454-07:00Situazionismo pacifista?<p> E' meglio farsi ammazzare a casa propria per difendere la pace, che farsi ammazzare al fronte per amor patrio.</p><p>E' meglio essere pacifisti, cioè forti dentro di sé, coi propri cari e a casa propria, e lasciare che l'invasore invada e che un altro capo sostituisca i nostri capi... non cambierà molto: continueremo a subire tasse e vessazioni ma almeno finalmente odiando quelle istituzioni che prima, come oltre al danno la beffa, seppure per debolezza amavamo!</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-11336481900331616752023-10-14T01:07:00.002-07:002023-10-14T01:20:53.377-07:00Sillogismi...<p> Se accertiamo la correlazione tra pluridosati e malori e morti improvvise, allora sarà il caso di escludere dal servizio la maggior parte dei piloti di aerei, degli autisti di treni, bus, taxi e quant'altro. Peccato, si erano inoculati proprio per continuare a lavorare...</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-79128950868834106302023-10-14T00:09:00.000-07:002023-10-14T01:19:10.374-07:00Piove: governo ladro!<p> Da quando enti ed istituzioni hanno cominciato a dichiarare pubblicamente operazioni di geoingegneria è legittimo chiedere loro conto e risarcimento di qualsiasi danno del maltempo, che sia una siccità o un alluvione!</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-54085885150628217522023-10-13T23:17:00.000-07:002023-10-14T01:19:44.490-07:00Delirium tremens<p>Le trame dell'èlite sono spesso occulte, all'estremo però potrebbero anche diventare insensate. Il delirio d'onnipotenza della <i>religione che si eclissa </i>(il protestantesimo modernista di cui si parla nel titolo di questo blog) forse sta finalmente degenerando in un alcoolico Delirium tremens...</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-8903839399742007372023-10-11T17:15:00.001-07:002023-10-20T17:21:22.447-07:00Omosex vs transumanisti<p> <span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Caro Gabriele Sannino,</span></p><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">per prima cosa ti devo dire, e ti ringrazio, che fai parte della costellazione della controinformazione del mio ecovillaggio nei boschi in provincia di Torino. In un qualche video ho sentito un tuo accenno all'identità omosessuale, ho guardato la tua bibliografia, cliccato su amazon, letto il tuo "Non sono un alieno" e deciso di chiamarti. Il tutto in due giorni, grazie ai potenti mezzi della modernità! Mi piacerebbe offrirti il nostro punto di vista sulla questione.</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Per parte mia biograficamente riassumo in due tappe: fino ai venticinque anni ho maturato il mio personale coming-out, poi ho incontrato il compagno dei successivi venticinque e con lui, un po' come fosse il nostro modo di fare famiglia, l'abbiamo messa sul sociale: lui disegnava e costruiva mobili ecologici, abbiamo cominciato con un gruppo d'acquisto di alimentazione macrobiotica e poi comprato dei terreni fuori città e costruito una cascina per stare più larghi. Negli anni abbiamo conosciuto moltissime persone che sono passate di qua e, anche se fisicamente non hanno sedimentato una nutrita comunità convivente, hanno comunque partecipato a maturare le riflessioni che qui ti riporto.</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">La mia mente (forse eccessivamente vocata alla sintesi filosofica piuttosto che al romanzare... ) è subito corsa alle conclusioni: se io (gay) esisto... il mondo deve cambiare!</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Forse che il potere (altrui) si fonda sulle (nostre) debolezze e forse che la famiglia è la prima di queste debolezze...</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Forse che i maschi possono trovare un modo plurale piacevole e costruttivo di stare assieme al di là del sesso...</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Forse che i due sessi hanno un diverso modo di socializzare e gli converrebbe maturare la propria identità nel riferimento al proprio gruppo di genere, prima di andare al confronto con l'altro, sociale o seduttivo che sia.</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Forse che gli ecovillaggi del mondo di domani potrebbero essere il connubio responsabile di una "società degli uomini" e di una "società delle donne" piuttosto che una giustapposizione di egoismi famigliari?</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">In questo contesto il ruolo delle persone omosex sarebbe quello di animatore, di tutor della propria società di genere. In questo, tra l'altro, si ritroverebbe un aggancio con l'antropologia di molte società tribali sparse per il mondo.</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">In questo momento la comunità lgbt si trova ad esprimere quello che la società italiana tutta ha vissuto negli anni '50: boom economico, emancipazione dei costumi e tanto romantico immaginario da feuilleton sentimentale.</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Rispetto al coming-out anch'io ho ancora tribolato un po' da ragazzino ma poi devo sinceramente ringraziare il mondo liberal che ho trovato attorno a me crescendo. Oggi però mi sembra fino un po' esasperata e compulsiva l'iperproduzione di immaginario gay riguardo alla scoperta e all'accettazione di sé. Forse è giunto il momento di dirci: ok esistiamo... ma allora, per fare cosa?</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Anche perché altrimenti, e questo è il tragico risvolto, il nostro "tema" diventa arma del nemico e cioè della società semplificante figlia dell'indebolimento implicito nella modernità industriale e consumista. Siamo diventati uno dei tanti proiettili nella pistola del transumanesimo, di fianco agli stratagemmi manipolativi e autoritari degli ultimi anni: psicopandemie, guerre imperialiste, allarmismi climatici etc.</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Dobbiamo darci una mossa, ce lo chiede l'intera nascente comunità delle persone che a questo mondo distopico non ci stanno e che però faticano a trovare un senso nuovo per il mondo da costruire.</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Mi piacerebbe, ovviamente, parlare con te di queste cose. Per cominciare puoi trovare tutti questi discorsi sviluppati nella miscellanea del blog "La Civiltà del Fottere". Come ti ho detto io sono un sintetizzatore filosofico e non assolutamente un front-man discorsivo, ma sarei ben lieto, per la causa, di regalarti tutte le riflessioni nate da questi anni di confronti col mio compagno e con tutti quelli che ci hanno tenuto compagnia.</span><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><br style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; outline: none !important;" /><span style="background-color: white; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;">Con stima</span>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6621049692339209514.post-71022487350328433172023-10-11T09:25:00.000-07:002023-10-11T09:25:28.819-07:00Liberismo obbligatorio<p> Il capitalismo sembrava un assoluto fino a che i capitalisti stessi non hanno deciso di cambiare gioco inventandosi il divertente ossimoro del <i>liberismo obbligatorio</i>...</p><p>la sanità privatizzata ci obbliga a comprare i suoi vaccini, ficcarceli in vena e firmargli pure il consenso!</p><p>Potremmo anche ricostruirne la storia: le madame del boom economico sono corse al supermercato, i loro figli più avveduti hanno pensato bene di riassumere l'edonismo con un ago in vena ed ora l'estetica del tossico e delle sue siringhe si è normalizzata con i pluridosati e i richiami stagionali. Gli effetti avversi di oggi sono i morti di overdose di ieri... divertitevi!</p>giovanni jallahttp://www.blogger.com/profile/07419125799304680871noreply@blogger.com0