fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

venerdì 23 marzo 2012

Non vorrai mica tornare alla candela?


Caro Sergio,

rispetto alla questione editoriale premetto che non sono la persona giusta per dare consigli: l'anno scorso la mia tiratura è stata così misera che ho paura a telefonare all'editore! Spero che il blog promozionale serva a qualcosa.
Non sai quanta rabbia mi fa pensare di essere stato tradito da tutti i miei amici di "oratorio" (all'oratorio protestante si gioca a far discussioni invece che a calcetto, la bandiera: essere responsabili del proprio stare al mondo, impegnarsi per capirlo... non sai quante serate buttate via in interminabili disquisizioni sulla rava e sulla fava!). Col tempo ho capito che, banalmente, i miei correligionari si stavano addestrando a quanto ora io critico: diventare abili internazionalisti capaci di cavalcare i tempi moderni e guidarne i destini. Che ci siano riusciti o meno, gli dà comunque fastidio vedersi portare in piazza.
Rispetto alla razionalità che ci accomuna ti voglio raccontare un po' della mia esperienza. Il libro che hai per le mani è il risultato non intenzionale di un qualcosa iniziato molto tempo prima, lo sviluppo di un'intuizione.
Avevo quindici anni e discutevo con mio padre dei limiti del progresso e della vita moderna. "Non vorrai mica tornare alla candela?" mi fa, ed io non so che rispondergli. Sì, volevo "tornare alla candela" ma non sapevo bene perché né come. Mi ci sono voluti vent'anni per capirlo e rispondergli a tono. Ora mi accorgo che il non voler capire viene prima di qualunque stringente ragionamento.
Punto secondo: io e te non siamo filosofi, siamo soltanto gente normale che vuole capire in che mondo è finita, e che usa le capacità che ha per farlo. Mentre i filosofi, che sono venali professionisti del ragionamento, spesso non si intendono molto della realtà cui quel ragionamento si riferisce.
Mi spiego. Prova ad immaginare che il contraltare della razionalità non sia banalmente la stupidità, come molti potrebbero pensare, ma la vitalità. Le cose sono concrete, intere, vive, "spingono" nella loro essenza (un atomo ha una dimensione reale perché l'elettrone "spinge" girando continuamente a marcare il territorio dei suoi orbitali), noi le possiamo distinguere definire e, astraendole, possiamo immaginare di maneggiarle. Con la razionalità noi cogliamo i limiti di un oggetto, le dimensioni, i confini esterni che ne costituiscono la forma, ma la sostanza rimane lì. La vitalità è intangibile alla razionalità e forse è per questo che il riduzionismo scientifico non può "capire" la vita, per quanti dati particolari raccolga.
La razionalità mi ha portato durezza, solitudine e alienazione da me stesso (precorrere razionalmente le esperienze non equivale a farle) ma questo avrai tutto il tempo per digerirlo e trovare i tuoi modi per sopportarlo. Voglio solo dire che se qualcuno ha qualcosa in cui è particolarmente vocato, forse non è il caso di insistere su quel tasto a detrimento di tutto il resto. La botte piscia dalla doga più bassa, mentre la sua capacità complessiva è del tutto indifferente alla doga più alta. In questo senso l'educazione protestante non mi ha fatto bene, spingendo ulteriormente qualcosa di già sproporzionato.
Comunque, si usa quel che c'è ed io non disprezzo la mia razionalità, solo ho imparato il trucco di bilanciarla con vitalità, concretezza e lavori fisici (ti scrivo nelle pause di una tranquilla mattinata di sole, circondato da cani capre e cavalli, ho già lavorato nell'orto, spalato una carretta di letame ed ora devo andare a mettere su il pranzo).
Nella mia mente bacata ti ho accostato al friulano immaginando che farebbe bene ad entrambi se vi scambiaste per un po' i ruoli (turismo esistenziale incrociato si potrebbe definire!).
Solo una cosa ancora (l'acqua della pasta sta per bollire). Se Stato di Grazia ha qualche elemento creativo è solo perché l'ho scritto assieme al mio compagno: io magari ragiono bene ma da solo sono troppo pigro indolente e ignorante per farne qualcosa di utile.
Raccontami qualcosa di te, se ti va e lasciami ancora un po' di tempo per entrare nel merito delle tue tesi.

Ciao, gj

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.