La civiltà ci alleva ad un ordine mentale romanzesco, al bisogno di sentirsi partecipi di una storia, e questo si riflette anche nella religione (la storia della salvezza) come nell'ideologia (il successo individualista o la lotta di classe, la liberazione).
Questo mi fa pensare che non sia lecito rappresentarci una qualche
futura fine della civiltà. Abbiamo visto che la modernità va riassorbita
e che si può uscire dalla storia, la civiltà allora può forse solo
essere sopita, non debellata ma messa da parte, senza mai dimenticarne il pericolo, sempre
latente, insito nei nostri limiti.
Dobbiamo cambiare immaginario. In un proposito ecologico non c'è lotta
politica, non c'è storia della liberazione e non c'è promessa di salvezza. Nel
riferirsi alla sua forma, l'umano può solo trovare modo per scendere da quei
treni in corsa... e tornare ad occuparsi della sua vita.
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