Lui e lei si fanno casa. In apparenza la dimostrazione della validità dell’individualismo. Lei è contenta della virilità del marito che le ha regalato un bel nido.
In realtà lui si è fatto aiutare
dal rumeno di turno, dall’uomo di fatica come dal progettista. Ma la sera lui
non li invita nel letto di sua moglie… non possono avere quella pretesa, li ha
già pagati, e magari i soldi non erano neppure i suoi, ma dei genitori!
Poi lei si è fatta ingravidare, ma non perché ha maturato un sano
desiderio di maternità, che potrebbe gestire col suo gruppo femminile facendosi
aiutare da madre sorelle e amiche, ma all’opposto, per emanciparsene, ecco
perché viene fuori tutto ‘sto bisogno di case! Poi lei guarderà la sua bambina
e le dirà sei una principessa, con
questo intendendo sei una troia e farai
carriera… ma fuori di qua!
Questo è la struttura attuale delle società di genere. Siamo una specie
sociale e socialmente elaboriamo i nostri comportamenti. L’individualismo è
solo un falso ideologico, un insincero fermarsi all’apparenza delle cose,
perché fa comodo, per debolezza. Queste sono le dinamiche realmente in atto, il
problema è solo esplicitarle e decidere cosa farne.
Ancestralmente la spontanea convivialità maschile fa il gruppo, ma
questo costringe le donne del gruppo a stare assieme forzando la loro tendenza
disaggregante in una gerarchia propriamente matriarcale, di potere femminile.
Quando però la grande madre cede,
allora vince la dispersione: ogni donna si accaparra un uomo e se lo porta
gelosa un po’ più in là. Da qui in avanti, se gli uomini non sanno opporvisi
perché può essere venuto meno anche il fattore maschile, aggregante, cioè l’esecrato
desiderio omosessuale, ecco la frittata è fatta, voilà la Civiltà!
Ora questi, aggregazione-dispersione (vedi il post “Maschio e femmina”
dove abbiamo smascherato lo stereotipo, anche scientifico, riguardo a
spermatozoi e ovulo), sono due tasti a disposizione della specie, ciascuno
pertinente ad un fattore ambientale diverso (c’è un mondo da popolare, oppure
c’è da attuare un controllo demografico), la complessità in questo caso sarebbe
il contemplarli entrambi nelle nostre valutazioni e gestirli, invece che
farsene gestire.
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