fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

sabato 1 marzo 2014

The China Study 4


“The China Study” è un libro scientifico ben fatto e comprensibile per chiunque voglia adottare razionalmente quei pochi criteri indispensabili per gestire la sua salute con l’alimentazione e lo stile di vita.
Rappresenta un’ammissione storica e fondamentale per la scienza medica: è inutile inseguire la malattia nelle sue mille facce quando basterebbe tornare a coltivare la complessità e le risorse interne al nostro organismo. Nel fatalismo con cui le popolazioni moderne leggono la loro vita, in balìa delle percentuali di cancri ed infarti, è insito un tragico disprezzo di sé.
Ma a chi giova? La gigantesca cattedrale di tecnologia e soldi per la ricerca biomedica è stata eretta da quello stesso popolo che si procura le sue malattie al supermercato. Mister Campbell prova a capire, con quella commovente ingenuità americana, dove il percorso della salute pubblica si blocca. Dedica un intero capitolo a sottolineare i potenti interessi economici e le lobby coinvolte…
“E’ un messaggio saldamente basato sull’ampiezza e sulla profondità delle prove scientifiche e il governo potrebbe chiarire la questione, come lo fanno per le sigarette. Le sigarette uccidono e anche questi alimenti sono sbagliati. Invece di tutto questo, il governo afferma che i prodotti animali, i latticini e la carne, gli zuccheri raffinati e i grassi nella dieta fanno bene! Esso finge di non vedere né le prove scientifiche, né i milioni di americani che soffrono delle malattie collegate all’alimentazione. Il patto di fiducia fra il governo degli Stati Uniti e il cittadino americano è stato infranto: il governo americano non solo non estingue i nostri incendi, ma soffia attivamente sulle fiamme.”
Ma lo stupore per la fottitura non basta a capire il reale gioco di complicità che sospinge l’umano verso derive di malattia, apparentemente incapace di usare quella stessa ragione che rivendica come sua specificità.
Proviamo a prenderla da un altro lato. Guardate ad esempio questo schema relativo agli effetti di carne e latte sul corpo femminile:



In sostanza si sottolinea la stretta correlazione fra il cancro al seno e l’esposizione a forti livelli di estrogeni e colesterolo, risultato di “una dieta a elevato contenuto di cibi animali e di carboidrati raffinati che: anticipa l’età del menarca, ritarda l’età della menopausa, aumenta i livelli di ormoni femminili e di colesterolo endogeno (…) In base ai dati della ricerca, l’esposizione all’estrogeno nell’arco di un’intera vita è almeno di 2,5-3 volte maggiore fra le donne occidentali rispetto alle donne della Cina rurale.”
Quindi gli effetti di questa “stupidità” alimentare diventano comprensibili se immaginiamo che allungare la propria vita sessuale attiva, potenziarla ormonalmente ed imbottirsi di colesterolo per difendere la propria chiusura egopatica… rappresenta sicuramente un assetto sociale gradito a molte donne contemporanee! Un’alimentazione ed una chimica coerenti con un ruolo sociale, la donna e non la mamma, infatti con questo stile di vita la gravidanza è necessariamente medicalizzata ed il far figli diventa un serio problema sanitario.
E al maschile? Qualunque calvo sa che la sua pelata è frutto di un eccesso di testosterone, magra consolazione! Così molti sportivi cercano l’effetto “potenziante” della carne direttamente con l’assunzione di carnitina, testosterone o steroidi.
Certamente i portatori di rishò e gli sherpa con i loro carichi in alta quota dimostrano che il vero potenziamento si ottiene con i vegetali. La “potenza” della carne ha invece una precisa valenza sessuale, che d’altra parte contrasta con l’efficienza fisica: tutti abbiamo esperienza di quanto pesa digerire la carne, ed il pesantore è l’opposto della potenza.
Ma se non è l’efficienza fisica il valore aggiunto dell’uso della carne, allora che cosa c’è dietro una grigliata? Secondo me “la grigliata” è quello che resta della “società degli uomini”: nell’orizzonte condiviso della “missione” maschile (la caccia come la costruzione di una casa o un campo da dissodare) l’intrusione del fattore privilegio fa sì che l’attenzione passi dalla caccia (che richiede lo sforzo di un corpo realmente efficiente) al bottino! E allora se c’è il cinghiale che cuoce al centro del villaggio, o la cotoletta nel piatto, vuol dire che il maschile ha già compiuto positivamente la sua missione…
Non è l’informazione che manca, e neanche siamo più stupidi del solito, il problema è semplicemente che l’alimentazione a carne/latte è perfettamente consonante, esaltando chimicamente la dinamica dei ruoli sessuali uomo-donna, con l’assetto individualista. Certo, il cancro è il prezzo da pagare ma, almeno inconsciamente, è un rischio che tutti accettiamo di correre per partecipare alla vita moderna.

E’ dunque l’importanza del ruolo sociale che impedisce di seguire la razionalità e cambiare rotta? Pensiamoci, ma dovete ammettere che la dimensione ormonale ha spesso la precedenza sul nostro ragionare: non ho mai conosciuto nessuno che abbia potuto fermare l’avvento della pubertà o della menopausa con uno sforzo di intelligenza!

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