“The China Study” è
un libro scientifico ben fatto e comprensibile per chiunque voglia adottare
razionalmente quei pochi criteri indispensabili per gestire la sua salute con
l’alimentazione e lo stile di vita.
Rappresenta
un’ammissione storica e fondamentale per la scienza medica: è inutile inseguire
la malattia nelle sue mille facce quando basterebbe tornare a coltivare la
complessità e le risorse interne al nostro organismo. Nel fatalismo con cui le
popolazioni moderne leggono la loro vita, in balìa delle percentuali di cancri
ed infarti, è insito un tragico disprezzo di sé.
Ma a chi giova? La
gigantesca cattedrale di tecnologia e soldi per la ricerca biomedica è stata
eretta da quello stesso popolo che si procura le sue malattie al supermercato.
Mister Campbell prova a capire, con quella commovente ingenuità americana, dove
il percorso della salute pubblica si blocca. Dedica un intero capitolo a
sottolineare i potenti interessi economici e le lobby coinvolte…
“E’ un messaggio
saldamente basato sull’ampiezza e sulla profondità delle prove scientifiche e
il governo potrebbe chiarire la questione, come lo fanno per le sigarette. Le
sigarette uccidono e anche questi alimenti sono sbagliati. Invece di tutto
questo, il governo afferma che i prodotti animali, i latticini e la carne, gli
zuccheri raffinati e i grassi nella dieta fanno bene! Esso finge di non vedere
né le prove scientifiche, né i milioni di americani che soffrono delle malattie
collegate all’alimentazione. Il patto di fiducia fra il governo degli Stati
Uniti e il cittadino americano è stato infranto: il governo americano non solo
non estingue i nostri incendi, ma soffia attivamente sulle fiamme.”
Ma lo stupore per
la fottitura non basta a capire il reale gioco di complicità che sospinge
l’umano verso derive di malattia, apparentemente incapace di usare quella
stessa ragione che rivendica come sua specificità.
Proviamo a
prenderla da un altro lato. Guardate ad esempio questo schema relativo agli
effetti di carne e latte sul corpo femminile:
In sostanza si
sottolinea la stretta correlazione fra il cancro al seno e l’esposizione a
forti livelli di estrogeni e colesterolo, risultato di “una dieta a elevato
contenuto di cibi animali e di carboidrati raffinati che: anticipa l’età del
menarca, ritarda l’età della menopausa, aumenta i livelli di ormoni femminili e
di colesterolo endogeno (…) In base ai dati della ricerca, l’esposizione
all’estrogeno nell’arco di un’intera vita è almeno di 2,5-3 volte maggiore fra
le donne occidentali rispetto alle donne della Cina rurale.”
Quindi gli effetti
di questa “stupidità” alimentare diventano comprensibili se immaginiamo che
allungare la propria vita sessuale attiva, potenziarla ormonalmente ed
imbottirsi di colesterolo per difendere la propria chiusura egopatica…
rappresenta sicuramente un assetto sociale gradito a molte donne contemporanee!
Un’alimentazione ed una chimica coerenti con un ruolo sociale, la donna e non
la mamma, infatti con questo stile di vita la gravidanza è necessariamente
medicalizzata ed il far figli diventa un serio problema sanitario.
E al maschile?
Qualunque calvo sa che la sua pelata è frutto di un eccesso di testosterone,
magra consolazione! Così molti sportivi cercano l’effetto “potenziante” della
carne direttamente con l’assunzione di carnitina, testosterone o steroidi.
Certamente i
portatori di rishò e gli sherpa con i loro carichi in alta quota dimostrano che
il vero potenziamento si ottiene con i vegetali. La “potenza” della carne ha
invece una precisa valenza sessuale, che d’altra parte contrasta con l’efficienza
fisica: tutti abbiamo esperienza di quanto pesa digerire la carne, ed il
pesantore è l’opposto della potenza.
Ma se non è l’efficienza
fisica il valore aggiunto dell’uso della carne, allora che cosa c’è dietro una
grigliata? Secondo me “la grigliata” è quello che resta della “società degli
uomini”: nell’orizzonte condiviso della “missione” maschile (la caccia come la
costruzione di una casa o un campo da dissodare) l’intrusione del fattore
privilegio fa sì che l’attenzione passi dalla caccia (che richiede lo sforzo di
un corpo realmente efficiente) al bottino! E allora se c’è il cinghiale che
cuoce al centro del villaggio, o la cotoletta nel piatto, vuol dire che il
maschile ha già compiuto positivamente la sua missione…
Non è l’informazione
che manca, e neanche siamo più stupidi del solito, il problema è semplicemente che
l’alimentazione a carne/latte è perfettamente consonante, esaltando
chimicamente la dinamica dei ruoli sessuali uomo-donna, con l’assetto
individualista. Certo, il cancro è il prezzo da pagare ma, almeno
inconsciamente, è un rischio che tutti accettiamo di correre per partecipare
alla vita moderna.
E’ dunque l’importanza
del ruolo sociale che impedisce di seguire la razionalità e cambiare rotta? Pensiamoci,
ma dovete ammettere che la dimensione ormonale ha spesso la precedenza sul
nostro ragionare: non ho mai conosciuto nessuno che abbia potuto fermare l’avvento
della pubertà o della menopausa con uno sforzo di intelligenza!
Nessun commento:
Posta un commento