fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

sabato 29 marzo 2014

Proprietà privata, commercio e guerra



Proprietà privata, commercio, guerra. La civiltà si riassume in pochi termini perentori che sembrano irrinunciabili o, perlomeno, fatalisticamente inevitabili. Nella prospettiva di una rilettura naturalistica dell'esperienza umana, questi termini vanno invece considerati come semplificazioni di precedenti complessità:

La proprietà privata è la misura dei propri limiti.
Sono miope: ho bisogno del mio paio di occhiali. Sono un vecchio malsano: ho bisogno di pagarmi medicine e badanti. Ma anche e semplicemente non so bene chi sono, in questa vita alienante, ed ho bisogno di oggetti di ogni sorta, dalla macchina bella alla casa al mare, per costruirmi un'identità. La proprietà di una casa e di un pezzo di terra possono essere certificati solo dal notaio, ma quel singolo esoso atto è nulla in confronto allo sforzo reale di costruirsi quella casa e di coltivarsi quel pezzo di terra. La salute è presenza reale, sul territorio come in qualunque cosa facciamo, e precede (precede, non sostituisce!) qualunque atto notarile voglia garantirmene il possesso.

Il commercio sostituisce la comunicazione interpersonale.
I soldi sembrano risolvere il bisogno degli altri. Nel procurarmi il cibo e qualsiasi oggetto mi serva non starò più a considerare gli altri e cosa sanno fare, ma sarò preoccupato solo di quanto ho nel portafoglio. In realtà questi soldi non corrispondono al cibo che posso comprare... ma all'incapacità di coltivarmelo da solo. La comunione attorno ad un focolare o lo scambio con gli altri sono opzioni sempre disponibili, non hanno bisogno di eliminare la moneta circolante per affermarsi.

La guerra è un gioco individualista
Sostituisce il sesso ed un sano scambio genetico fra popolazioni. E' la tragica semplificazione della diplomazia, lo sfogo di una pressione demografica che non si è stati in grado di regolare altrimenti, la falsa creatività di sentirsi più ricchi perché in meno a spartirsi il bottino. La guerra è fatta dagli uomini e voluta dalle donne... come la fabbrica, come l'arte. Chi si vuole sottrarre a questa logica dovrebbe chiedersi come fare per evitare perlomeno di generarne la richiesta. E l'organizzazione di un reale tessuto sociale, non familista ma territorializzato, continua a sembrarmi l'opzione più ragionevole: un territorio tenacemente abitato da tanta gente con un parco stile di vita rappresenta ben poco interesse per qualunque aggressore.




Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.