Nell'ecovillaggio siamo ormai abituati a "fare da sé", dal "medico di se stessi" in poi ogni campo può essere affrontato con la medesima prassi... tutto salvo il branco: salta subito all'occhio l'assurdità, l'ossimoro della definizione del "branco di se stessi".
Purtroppo, anche se assurda, la definizione del branco di se stessi è molto frequentata perché, se ci pensiamo bene, è la definizione stessa di individualismo. Quando il branco collassa sull'individuo, ecco, proprio lì si crea la condizione dell'individualismo, la normalizzazione dell'informe.
Dentro un branco umano sano non c'è potere e non ci sono soldi. Il potere, al massimo, è la disparità del genitore che alimenta il cucciolo, o il potere del saper fare. E lo scambio economico si riduce al massimo alla riconoscenza, allo scambio di aiuto reciproco.
Questi problemi sorgono fuori dal branco, e branchi sani dovrebbero saper gestire ragionevolmente soldi e potere come strumenti per fare delle cose utili consapevoli dei limiti intrinseci.
Gli individualismi invece (cioè i branchi collassati sugli individui) li elevano a fini e creano di conseguenza la società di merda che conosciamo come flusso di invidia e gerarchia di dominio.
Segni dei tempi che fanno ben sperare...
L'élite neoliberista che spinge al massimo il divario economico e la concentrazione di ricchezza rischia di arrivare all'estremo di bruciare i soldi come tensione sociale e oggetto di invidia. Letteralmente sottraendo i soldi dal mercato costringe a ripensare alla loro funzione di strumento di scambio e al senso del bene scambiato.
L'ammissione dell'esistenza di ufo alieni e quant'altro (per quanto possa essere fatta nell'ottica emergenzialista per aumentare coercizione e controllo, come l'11 settembre, per chi considera la tesi dell'autoattentato) rischia di contrasto di far crollare il fascino del potere umano. Se un piccolo alieno sconosciuto è più potente dell'airforce... forse sarà più saggio tornare ad occuparci del nostro umano saper fare!
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