Da qualche mese al lavoro, “di ritorno” dalle peripezie
della stagione Covid, non ho ripreso le mie mansioni assistenziali con l’utenza
ma temporaneamente (?) sono stato parcheggiato negli uffici del Servizio
Sociale: un computer da guardare per stare buono, rispetto l’orario e
accondiscendo a richieste tipo fotocopie e bassa cancelleria…
Non posso dire di lamentarmi, con quel che succede al
fronte, ma ieri ho colto il commento sfuggito suo malgrado ad una collega.
Passando davanti al mio ufficio (dico mio perché sono
rimasto da solo in una stanza abbastanza grande da ospitare, negli altri casi,
due o tre assistenti sociali) una giovane appena arrivata fa alla collega “e
quello lì da solo… è in punizione?”, l’altra tossisce imbarazzata… e tira
dritto!
Bene, posto qui il cartello che avrei dovuto e voluto
affiggere alla porta del mio ufficio (ma che tutte le simpaticone mi possono
comunque leggere in faccia!)
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! ATTENZIONE !
Non permettetevi di dire che sono io che sono in burn-out, che sono un care-giver frusto, un operatore sociale da buttare… in realtà:
MANIFESTAMENTE mi
rifiuto di fare qualunque cosa professionalmente valida finché non si tornerà a
parlare e ragionare normalmente (… come si faceva una volta tra adulti, vi
ricordate?)
Sono in AUTOPUNIZIONE
volontaria finché questa demenza collettiva non sarà finita.
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