fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

mercoledì 25 febbraio 2015

Eraclito: Il mondo è uno, dialettico, dinamico... e incomprensibile per l'uomo civile!


La realtà è unitaria:
Fr.50 “Ascoltando non me, ma il logos, è saggio convenire che tutto è uno.”

dialettica e dinamica:
Fr.67: “Il dio è giorno notte, inverno estate, guerra pace, sazietà fame, e muta come <il
fuoco>, quando si mescola ai profumi e prende nome dall’aroma di ognuno di essi.”
Fr.80 “Bisogna però sapere che la guerra è comune (a tutte le cose), che la giustizia è
contesa e che tutto accade secondo contesa e necessità.”

e ciclica:
Fr.103 “Comune infatti e il principio e la fine nella circonferenza del cerchio.”

Consapevole del limite imprescindibile che quell’uno rappresenta per chi ci vive dentro, come origine del cosmo, come biogenesi:
Fr.18 “Se non spera, non troverà l’insperabile, perché è introvabile e inaccessibile.”

O di difficile comprensione, come alcune ipotesi cosmogoniche presentate dalla fisica moderna: l’armonia di un campo primario che porta in sé la tentazione a rompersi, la “rottura spontanea della simmetria”, e ad aprirsi nella realtà.
Fr.51 “Non comprendono come, pur discordando in se stesso, è concorde: armonia
contrastante, come quella dell’arco e della lira.”

Consapevole del gioco della relatività tra spazio e tempo:
Fr.52 “Il tempo è un fanciullo che gioca spostando i dadi: il regno di un fanciullo.”

Consapevole del verso antientropico degli esseri viventi:
Fr.115: “È proprio dell’anima un logos che accresce se stesso.”




Questa è la ragionevole cosmologia ancora immaginabile ai tempi di Eraclito, intuitiva, naturalistica. Poi basta, Platone sottrae l’anima alla gretta realtà materiale, e quelli dello spirito diventeranno proprio i discorsi che Eraclito cominciava a lamentare nei suoi contemporanei, retorici, ideologici, opportunisti:
Fr.2 “Bisogna dunque seguire ciò che è comune. Ma pur essendo questo logos comune,
la maggior parte degli uomini vivono come se avessero una loro propria e particolare
saggezza”.

Così facendo l’umano vorrebbe dimenticare una realtà cui però non può sottrarsi:
Fr.16 “Come potrebbe uno nascondersi a ciò che non tramonta mai?”

Risultato, l’alienazione che accompagna il corso di ogni grande civiltà e la storia delle sue ideologie:
Fr.70: “Da questo logos, con il quale soprattutto continuamente sono in rapporto e che
governa tutte le cose, essi discordano e le cose in cui ogni giorno si imbattono essi le
considerano estranee”.


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