Un cereale nuovo per noi, mai usato nella nostra cucina, e
non è cosa da poco perché, attualmente, ne stiamo usando parecchi. In questo
modo: a colazione circa un etto tra fiocchi di
avena nel caffè d’orzo, gallette secche di segale e cornflakes di mais;
pranzo e cena una piccola porzione di pasta e poi il cereale integrale così
alternato: circa una volta la settimana polenta (non farina ma cereale intero
abbinato ad un legume, bella soda e mangiata
ripassata in padella per almeno due o tre pasti) di miglio e lenticchie ed una
di amaranto o di quinoa, sempre cotte con lenticchie rosse decorticate.
Occasionalmente riso, farro o bulgur.
In ordine di quantità consumata: avena, miglio, grano
saraceno, quinoa, mais e amaranto, poi riso e farro, il grano duro e tenero praticamente
solo come farinaceo. Undici cereali che il sorgo porterebbe alla dozzina piena!
Appena l’ho trovato commercializzato (della Finestra sul
Cielo l’ho trovato a Torino a 1,90 euro il mezzo chilo) abbiamo cominciato a
sperimentarlo.
In primo luogo dimenticate le istruzioni sul pacchetto: in venti
minuti dopo due ore di ammollo… lo mangerete ben crudo (la cattiva abitudine di
allettare il cliente che non ha voglia di cucinare con tempi di cottura ridotti
è una strategia commerciale sicuramente imbecille, sui tempi lunghi, ma anche
la più diffusa). L’ammollo è essenziale per eliminare eventuali tracce di durrina
(una sostanza indigesta cianogenetica), ma lasciatelo pure una notte o un
giorno intero perché è un cereale coriaceo.
E poi la cottura. Bollito in pentola a pressione per due ore
è il minimo per averlo appena cotto sgranato (da insalate o da saltare in
padella), poi questo ho provato a ricuocerlo con lenticchie rosse decorticate:
buono il risultato, così come abbinato ai piselli, ma non troppo pratico come
ricetta di due cose da fare separatamente. Pensando invece ad un legume a lunga
cottura, ho provato a farlo coi borlotti, ammollato con loro e cotto a più
riprese fino a che i fagioli fanno la crema. Così può essere la base per una
buona minestra da inventare, però il sorgo è ancora in chicchi e non fa l’effetto
polenta. Proverò ancora a cuocerlo coi tempi lunghi dei ceci.
Come valutare questo cereale?
La macrobiotica ha sempre consigliato la centralità del riso
per il suo equilibrio yin-yang. La nostra esperienza di vita ci ha nella
pratica indotti a centrarci più sui cereali
minori (miglio, grano saraceno, quinoa, più piccoli e quindi più
concentrati, più yang) e sulla loro traduzione in comode polente.
Questa prima esperienza con questo cereale ci ha stupiti
perché ci è sembrato più yang, energeticamente più carico ancora dei cereali
che stavamo usando. Questo ha coinciso con un periodo di intensa attività
fisica, di tutti i generi, e questo cereale si è rivelato un’eccezionale fonte
di energia. L’alto contenuto di fibra unito alla resistenza del chicco intero
alla cottura lo rendono un buon accelleratore del transito intestinale
(attenzione, intestini delicati potrebbero averne problema). Nulla da eccepire
sul piano ecologico, essendo una coltura adatta a terreni poveri e siccitosi
sarebbe ottimo per sostituire l’idrovoro mais.
Trovando poi le informazioni storiche ci siamo resi conto
che il sorgo potrebbe rappresentare davvero un altro tipo di centralità nella
nostra alimentazione, una centralità filogenetica conseguente ad un uso
ancestrale, e qui per ancestrale non si può intendere solo il paleolitico
(100mila anni fa, fino a dove hanno trovato testimonianza archeologica dell’uso
del sorgo) ma probabilmente originaria, fin dall’africa e fin dai primi
ominidi.
Gli effetti del ritorno ad un cereale che ci ha accompagnati
forse da sempre, in cucina può rappresentare quel “ritorno indietro” inteso
come progresso esistenziale dagli antichi taoisti…
In questo momento il sorgo è il cereale dei morti di fame
(zone povere di africa e asia), mentre da noi è considerato e coltivato solo
come foraggio per il bestiame. Ma chiunque riconosca che anche l’umano ha una
forma, può rendersi conto dell’importanza alimentare e medica di reintrodurre un cereale
con il quale, in fondo, abbiamo allevato la nostra specie.
molto interessante
RispondiEliminagrazie!
Ciao, sto iniziando a sperimentare anch'io il sorgo e mi sento un po' confusa perché trovo informazioni contrastanti. Molti dicono che l'ammollo non è necessario, altri addirittura nocivo. Posso sapere dove hai reperito le tue informazioni sulla necessità dell'ammollo? grazie
RispondiElimina