fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

sabato 11 maggio 2013

La zuppa di miso

Il miso è una delle tante possibili trasformazioni della soia gialla, il legume con cui gli orientali, analogamente alla nostra vacca e all'industria casearia, preparano tutta una serie di prodotti tra cui il tofu (cagliato come il formaggio), il temphè (un panetto di fagioli cotti e fermentati) e lo shoyu (la salsa di soia).
Il miso è una pasta di fagioli di soia cotti, salati e concentrati: la parte solida della salsa di soia. Difatti si presenta come una pasta densa, il dado vegetale naturale senza glutammato e additivi, il condimento originario, potremmo dire!



E come condimento si può usare, ma sopratutto è interessante il suo uso come “zuppa ricostituente”, perché il miso non pastorizzato è una ricca fonte di flora batterica intestinale e fornisce una buona“copertura” di tante piccole sostanze che arricchiscono di complessità la nostra dieta.
In questo senso il miso non pastorizzato va usato con un'accortezza, non va mai bollito. La tradizionale “zuppa di miso” è una mezza tazza di un semplice brodo con un po' di cipolla, carota, una foglia verde ed un pezzo di alga Kombu, in cui si discioglie un cucchiaino di pasta di miso. Assunta bella calda ed in concentrazione che risulti un po' salata, è un eccellente antipasto che facilita l'assunzione dei nutrienti e tonifica l'intestino.



Come gusto ho verificato che piace sempre a tutti. Rapida da preparare, può essere la colazione “yang” di una giornata impegnativa. Dal punto di vista salutistico quindi è un interessante strumento per basicizzare complessivamente la nostra condizione, permettendoci di contrastare un raffreddore incombente o il bruciore di stomaco, oppure di mitigare i postumi di stravizi, alcool e fumo... (meglio ancora se la usiamo per sostituire un pasto e lasciar riposare gli organi interni).
In commercio se ne trova di vari tipi, vi consiglio il miso di orzo perché mi sembra il più adatto per l'uso in zuppa.
Riguardo alla soia gialla è sempre utile ricordare che, pur essendo un legume molto gustoso ed uno degli alimenti più diffusi nelle sue tante versioni trasformate, è di per sé indigeribile. Per questo la cultura orientale ha sviluppato una ricca esperienza nel trattamento indispensabile per renderla commestibile. Una lunga cottura, l'eliminazione della buccia o la fermentazione sono obbligatorie per mangiarla, non improvvisate una fagiolata di soia gialla senza esperienza, potete provocarvi un'indigestione già grave. La soia da mangiare così esiste ed è buonissima, è la soia rossa o azuki, con cui potete preparare delle ottime fagiolate e che, tra i legumi, rappresenta una delle varietà più digeribili e di uso frequente... ma ne parleremo in un altro post.

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