fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

giovedì 16 maggio 2013

Intonaco di terra


In questo post documentiamo l'inserimento di terra cruda nella ristrutturazione di un alloggio di 90 mq.
Non sempre è possibile realizzare una casa in terra cruda. Non esiste invece alcun impedimento, né normativo né pratico, nel realizzare tramezzi interni non portanti o intonaci. Ma perché farlo?
Il proprietario, un nostro amico che abbiamo ospitato durante i lavori, ha avuto l'opportunità di vivere sei mesi in una casa di terra e di poterne apprezzare gli effetti "sottili", niente di mistico per carità ma solo un certo bilanciamento tra: condizione di umidità, possibilità di traspirazione delle pareti esterne, effetto cromatico che ci ricorda l'estate anche con la neve fuori, la mancanza di un odore. Tra l'altro il nostro amico era da tempo afflitto da una fastidiosa dermatite alla schiena che trovava sollievo solo con delle applicazioni di argilla (la pastella di argilla, spalmata manualmente per uno strato di uno-due millimetri, asciuga in pochi minuti e poi altrettanto facilmente si sbriciola e si spolvera via). La casa in cui ha abitato è stata realizzata con 5 mc di argilla impastata con 5 mc di trucioli, ma riteniamo che già l'inserimento di 2 mc di argilla possa avere effetti più che tangibili sul microclima di qualunque alloggio.
Nel caso della sua ristrutturazione abbiamo individuato tre pareti che si prestavano all'intervento: due di queste erano pareti residuali della ristrutturazione e molto storte che ci avrebbero creato problemi  per raddrizzarle con tavelle e intonaco, la terza era una nuova parete da realizzare tra due camere da letto.
Le pareti vecchie vengono trattate con l'inserimento di un tralicciato in legno (qualunque scarto può servire) tassellato al muro a cui viene applicata, lanciandola, una palla di argilla e paglia che andrà a legarsi al traliccio.






Il metodo migliore è tenersi una montagnola di argilla di fianco al muro, bagnarne un angolo e poi inzupparci la paglia dopo averla sfibrata stropicciandola con le mani. Lanciato il grosso del materiale sul muro, con la cazzuola americana si comprime il tutto contro il traliccio e si riempono i vuoti con pugnate di argilla.
Dopo una grossolana lisciatura si lascia rassodare qualche giorno e poi si applica uno strato di intonaco.





L'intonaco è stato realizzato in betoniera con argilla setacciata onde evitare sassolini che non sarebbero di alcun disturbo per il muro ma rendono complicata la finitura dell'intonaco. L'argilla può essere setacciata da asciutta in polvere oppure prima la si rende liquida e poi si setaccia. Bisogna poi arrivare ad una certa consistenza che si può ottenere aggiungendo una fibra sottile che migliora la tenuta superficiale e riduce le fessurazioni. Noi abbiamo usato cellulosa e letame di cavallo, per circa il 10+10% dell'impasto.
Steso l'impasto (ci si può aiutare con una barra di legno o di alluminio e la bolla d'aria per controllare il piano) lo si comprime tenendo la cazzuola americana inclinata di 30° e facendo lavorare il bordo. Per ottenere un buon risultato bisogna metterci parecchia forza, che si scaricherà tutta sui pochi cm del filo della cazzuola: questa pressione, più la presenza di fibra nell'impasto, garantisce la realizzazione di uno strato di intonaco di una compattezza paragonabile ad un intonaco a calce.
Anche l'effetto finale può non essere diverso dall'intonaco normale, tanto che potreste avere la sorpresa che la zia (quella bigotta di cui temete il giudizio fin da quando eravate bambini!) non si accorga neanche di essere di fronte ad un muro "di fango" e lo prenda per una tinteggiatura...








Per una valutazione di costi e tempi, i costi sono ridicoli, se siete andati a vivere in un posto dove l'argilla l'avete sotto i piedi. Altra cosa sono i tempi: caricare una carretta di terra e trasportarla sul posto sembra poca cosa finché non facciamo due conti: qui ad esempio ne abbiamo utilizzati 2 mc e abbiamo quindi mosso tre tonnellate di materiale! Non è un caso se i rumeni, che della fatica fisica non hanno certo paura, quando devono costruire case in terra lo fanno come lavoro collettivo... da concludere sempre con una grande festa!

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