fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

venerdì 25 gennaio 2013

Spazzatura


Ci sembrava interessante fare un post sulla fitodepurazione. Chiunque si trovi a ristrutturare un cascinale o a realizzare un'abitazione nuova o un cambio di destinazione d'uso che implichi un'abitabilità, ha da dimostrare a qualcuno, giustamente, che cosa ne farà dei suoi scarichi. L'allacciamento alla fognatura risulta spesso improponibile per distanze e costi, nel caso di abitazioni in aperta campagna. Fitodepurazione e subirrigazione sono le possibilità alternative previste, in genere, dagli strumenti urbanistici.
Prima di raccontare la nostra esperienza in merito, ci è però venuto lo scrupolo di quantificare anche i rifiuti solidi, la spazzatura che produciamo.

 





Questo è il sacchetto di rifiuti prodotti in una settimana da una coppia di adulti con tre cani. Chiamare in causa i cani è d'obbligo visto che due di loro sono di taglia medio-grossa e che loro si sono mangiati almeno la metà della pasta di cui vedete i tanti sacchetti in foto.
Peso 750 gr x 52 settimane, uguale 40 kg annui di indifferenziato, a cui dobbiamo aggiungere circa 30 kg  di vetro (malto in barattolo, qualche bottiglia di passato di pomodoro). Oltre a questo c'è la carta in quantità irrisoria, giusto quel che serve ad accendere la stufa. Il giornale non si compra, si legge in biblioteca e ce ne sono pure tanti. Oppure, io che vado in città, ogni tanto ne tiro su uno dal cassonetto... il mio compagno apprezza se le notizie sono frolle di due o tre giorni! Resta il rifiuto umido che in questa casa viene risolto all'indiana, lo si butta direttamente dalla finestra posteriore della cucina: la vacca sacra non passerà, ma le caprette profane ci passano diverse volte al giorno!
Ovviamente se avessimo la possibilità di comprare fusilli e cereali in confezioni grosse di carta, saremmo lieti di risparmiare tutta quella plastica e ridurre ulteriormente quei 40 kg annui.
Non usiamo accortezze particolari per tenere bassi i quantitativi di prodotti di scarto se non il cucinare quotidianamente, evitando quindi gli imballi dei prodotti preconfezionati, ed il non avere l'abitudine dell'acqua minerale con tutte le sue belle bottiglie. Restano l'igiene della casa e della persona, ma su questo faremo altri post.
Un orto, il cucinare quotidiano, un'alimentazione a base di cereali, l'abitudine dei cibi stagionali... ed i rifiuti si riducono notevolmente. L'occuparsi direttamente dei propri bisogni, dove è possibile, aiuta a contenere i consumi. Fare l'orto e mangiarsi la verdura, oppure fare legno e scaldarsi d'inverno, sono attività che risultano appaganti, e questo appagamento ha ridotto il mio bisogno di consumo. E non siamo santi: io sto evidentemente pigiando i tasti di un computer, in cortile c'è una macchina e a me tocca un lavoro part-time cittadino.
Mi dispiace che molti giovani non abbiano la possibilità di fare l'esperienza che sto facendo. Sono convinto che sia la fissità di un certo schema di genere - il maschile ed il femminile che si autocertificano nella coppia e nella famiglia - a fare da propulsore al consumismo: consumare oltre misura va a compensare un'insoddisfazione famigliare che non può essere risolta. Mentre è invece appagante la ricerca dell'autonomia individuale, e la riduzione dei consumi è il primo frutto, spontaneo, di questo appagamento.

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