fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

martedì 8 gennaio 2013

Il proselitismo impossibile


Nulla di sostanziale può cambiare se non cambia l'immaginario sessuale.
Finché le donne continueranno a privilegiare il delinquente, e finché gli uomini
accetteranno di lasciarsi mettere l'uno contro l'altro dalle loro donne, l'umanità
continuerà a riprodursi in maniera edipica e ad agire senza misura: una massa di
individui senza riferimento sociale e con scarse capacità cognitive perché si preclude
l'organicità di uno sguardo collettivo di specie.

In senso naturalistico ed ancestrale, dove ancora funzionasse un equilibrio fra gruppi
di genere precedente assetti storici matri-patriarcali, possiamo immaginare per i due
sessi atteggiamenti complementari del tipo:
il maschile associato interviene sull'ambiente facendo un conto realistico della risorsa sociale;
il femminile associato interviene sulla demografia facendo un conto realistico della risorsa
ambientale.
Ci è anche facile immaginare come, sbilanciandosi, l'attivismo del maschile possa
trasformarsi in "cazzoneria" individualistica; e come il femminile possa analogamente
trarre la sua peculiare "stupidità" dall'incapacità di reggere psicologicamente
l'ingrato compito del controllo demografico (guardo il mio utero ed escludo il resto,
e quando devo escludere qualcuno dalle risorse smetto di considerarlo con empatia: non
ti guardo in faccia perché ti sto fottendo!).
I primi sono ruoli che possono originare fisiologicamente dalle diverse conformazioni
di genere. Le seconde, la cazzoneria e la stupidità, sono le stesse componenti, ma
distorte per mancanza di vitalità e semplificazione cognitiva, trasformate in semplici
stratagemmi o "tecnologie" comportamentali di parte.
Un terzo fattore è però essenziale nel riprodurre questo stato di cose: l'immaginario
sessuale che fa preferire la forma distorta!

Dovete proprio spiegarmi come si fa a scopare con la cazzoneria o con la stupidità,
io purtroppo non ci riesco. Se riuscite a spiegarmi come questi immaginari sessuali siano
legittimi e riuscite ad imporli (non è difficile, basta una tacita esclusione sociale
di chiunque non si presenti con cazzoneria o stupidità) allora sarò convinto che il
disequilibrio ambientale e sociale non potrà mai venir corretto... e buona estinzione
a tutti!
E non ditemi che l'onda della modernità ha permesso agli uomini di scoprire la
sensibilità e alle donne l'intelligenza. In realtà le donne si sono permesse la
violenza intellettuale e gli uomini la comodità... Ma quanto è profondamente,
doppiamente avvilente trovarsi a letto la stupidità di un uomo. L'amore forse esiste
per darci modo di raggiungere l'altro relativizzando tutti i suoi limiti, ma la
stupidità è troppo, non si può trovare attraente una persona stupida: non è sesso, è
retorica, può solo essere una retorica sessuale figlia di banale impotenza.

La cazzoneria è dunque, sul piano pubblico, una rigidezza ed un ostacolo cognitivo:
l'idea che si possa forzare la realtà. Mentre la stupidità rappresenta chiaramente,
sul piano personale, il rifiuto dell'altro: qualcuno che non ti ascolta (ed è facile
accorgersene, sappiate che da fuori si vede benissimo) perché sta seguendo le sue idee
preconcette.
Ma per accettare l'altro, per riconoscerlo veramente per quello che è e dunque poterci
aprire alla complessità sociale della specie, dobbiamo prendere atto che mai potremo
cambiarlo o convincerlo di alcunché?
Non si convince alla realtà qualcuno che ha invece scelto la convenienza di una
qualche falsariga ideologica. Se con uno non ci puoi parlare ma neppure scopare...
allora non hai proprio nessun accesso. Come di fronte alla ritrosia di una bestiola
selvatica: non puoi che fare un passo indietro!
Questa può essere una triste constatazione da trarre a livello personale, ma andrebbe
anche considerata come categoria dell'agire politico: non si possono far proseliti a
parole. Solo il battere il naso, solo l'esperienza della realtà può mandare in crisi
le certezze di qualcuno e farlo cambiare.
Le nostre parole non contano. Chiunque, anche gli stupidi reagiscono per quello che
siamo e facciamo e non per quello che diciamo. Le parole sono corrette, cioè hanno un
qualche valore nel rappresentare la realtà, solo se vengono in seconda dietro la
realtà.
L'umano con la civiltà non inventa e costruisce la sua dimensione sociale, piuttosto
la sclerotizza, in immense strutture di rapporti alienati. L'umano dimostra oggi la
ritrosia di una bestiola inselvatichita, o meglio, desocializzata. Forse bisogna
riconoscergli tutta la sofferenza di questa profonda ferita... e fare un passo
indietro.
E' faticoso sopportare la passività di un attesa, più faticoso che reagire con impeto,
ma è indispensabile per ridefinire i modi del nostro agire: così come a livello
personale uno può anche prendere l'iniziativa ma deve trovare l'altrui desiderio
perché ci sia un incontro, così, forse, lo spazio legittimo per la politica...
è quando la gente si fa avanti!
Possiamo solo essere noi stessi, questa è l'unica posizione politica e personale
corretta, e sperare con questo di essere una di quelle esperienze che faranno battere
il naso a qualcuno!

P.S.
L'accesso ad un dato di realtà può avvenire tramite un livello personale oppure
impersonale (pubblico, politico, razionale, teorico).
Si prende qualcosa dal primo appiglio e poi ce la si completa, se mi è arrivato un
dato personale cercherò di inquadrarlo razionalmente, se mi è arrivato un dato
razionale cercherò di verificarlo personalmente. Se evito uno dei due aspetti, sto
evitando un processo di consapevolezza e di autonomia. Uso opportunisticamente il
nuovo dato ma evito accuratamente di prenderne la complessità e di inserirlo in un
panorama, è il rifiuto dell'autonomia.
La mancanza di una cognizione tridimensionale del mondo rappresenta dunque la base
fisiologica dell'adesione ideologica. Alla realtà si preferisce il falsopiano
ideologico che meglio giustifica i nostri porci comodi!

Analogamente accade in ambito accademico, dove si potrebbe sospettare che il dividersi
in specialismi non sia in realtà finalizzato ad una migliore comprensione della realtà
ma piuttosto ad esorcizzare il fatto che si possa mai arrivare ad una situazione di
sazia consapevolezza... dove ovviamente il ruolo dell'accademico e dell'educazione
genialogena (tesa ad estenuare particolari inclinazioni piuttosto che a coltivare
personalità armoniche ed integrate) non sarebbe più giustificato.


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