fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

giovedì 18 ottobre 2012

La morte è antimoderna


Questo delizioso piccolo racconto giapponese ci ricorda come anche la morte possa
essere culturalizzata. La raffinatezza nipponica tratteggia una vecchina zelante, quasi
eccitata di fronte al nuovo compito che l'età le riserva. La vediamo sistemare le
ultime cose con gli altri e con se stessa e poi, sulla strada dei ricordi della sua
esistenza, partire serena per il suo ultimo pellegrinaggio, offrendosi alla morte come
alla più alta delle responsabilità nei confronti della vita.



La raffinatezza, nel caso della tradizione giapponese, è stata il canonizzare una serie
di comportamenti consoni ad un'esperienza vissuta naturalmente, rispettata nella sua
fisiologia: il proprio farsi da parte fa posto alla vita, e se ne può scoprire il
desiderio solo in ragione del compimento, nel bene o nel male, delle tappe precedenti.
Le è difatti affiancata, moralmente nel racconto, la vicenda tribolata di un vecchio
suo coetaneo, decisamente restio alla medesima richiesta sociale e, alla fine,
tragicamente succube.
Questo racconto mi sembra didascalico ad illustrare quel momento epocale dove si è
rinunciato, collettivamente, al realismo dei propri corpi per "potenziarsi" nella
prospettiva virtuale della civiltà storica.
Oggi non si regge più la morte, la preistoria ci spaventa proprio per l'incapacità di
immaginare un altro modo di gestire personalmente e socialmente le nostre esistenze.
L'antenato, paradossalmente, ci ricorda la morte mentre dovremmo celebrarne la vitalità
che ci ha generato.
Il rifiuto della morte non è ecologico. Quando la morte ci spaventa nascono le
religioni e l'individualismo, l'arte e la guerra. La vita contemporanea è tutta un
costoso esorcismo: la moderna umanità non vive, "esorcizza la morte"!
Dobbiamo sottrarre la morte all'ontologia della religione e riportarla all'alveo delle
nostre esperienze fisiologiche. Dobbiamo aver cura di svezzare i lattanti, dare ai
bambini l'affetto che meritano, sincerarsi che gli adolescenti facciano tutte le loro
esperienze, richiederci reciprocamente adultità, usare i muscoli e far posto a qualcosa
di vivo, allevarlo...
Sono tutte tappe inderogabili per giungere sazi alla fine della nostra vita.

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