fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

sabato 8 maggio 2021

Mi hanno trasferito!


Il mio lavoro di Operatore Socio Sanitario si è interrotto bruscamente. Da quando mi sono rifiutato di continuare a fare un tampone ogni mese, sono stato sospeso da quel servizio. Ovviamente accesso negato alla struttura e non ho neppure più avuto modo di salutare i miei utenti...

Comunque, anche se nel pubblico impiego ancora non rischiamo il posto, la nostra professione l'abbiamo persa, per legge? per sempre?

Eccomi dunque demansionato a "prendere la temperatura" nell'atrio degli uffici centrali: in attesa di destinazione! Tempo per pensare e per tornare, costretto dagli eventi, alla politica.

Ecco il frutto dei miei pensieri, la lettera è rimasta affissa, di fianco alla macchinetta del caffè, solo dieci minuti perché mi hanno subito detto che non c'era spazio per comunicazioni personali tra colleghi...

 

<<Care colleghe e cari colleghi, vorrei presentarmi perché non tutti mi conoscete (…)

In venticinque anni di esercizio di questa professione ho usato altre volte l’istituto del trasferimento come strumento consapevole e concordato per indirizzare il mio interesse professionale.

Questa volta no, non sono qui per scelta ma per effetto di questo modo emergenziale di affrontare un virus. La questione riguarda tutti: nessuno è esente dalla paura, e nessuno può dirsi così sano da non sentirsi interpellato. Ma dopo un anno e mezzo di questo vivere paradossale dovremmo essere in grado, e proprio noi professionisti del sociale e del sanitario, di iniziare una riflessione su quanto stiamo vivendo.

Il tema è quello sociale e politico dell’imposizione terapeutica: è compatibile col vivere democratico?

Il tema è quello scientifico: da quando nel dopoguerra abbiamo avuto gli antibiotici abbiamo purtroppo anche cominciato ad abusarne, vogliamo fare lo stesso coi vaccini?

Il tema è quello della cautela: vogliamo davvero fare le cavie di un esperimento genetico dove inoltre lo sperimentatore ha un evidente conflitto di interessi?

Il tema è filosofico ed intimo al contempo perché qualunque forma di imposizione è incompatibile col termine salute, perché la salute non può arrivare da fuori ma solo essere il frutto di un apparato immunitario correttamente coltivato e di uno stile di vita che abbiamo tutti da ripensare… e questo sì, finalmente, come portato a suo modo positivo di questo virus.

I temi di riflessione qui lanciati sono alti ed in certo modo astratti, è vero, ma la concretezza della crisi economica in arrivo, la perdita di così tanti posti di lavoro ed il dolore per le troppe vittime di una sanità impazzita e di terapie forse sbagliate… tutto questo è materiale di una discussione urgente che mi piacerebbe iniziare qui con voi.

Torino, maggio 2021  >>

 

Ma un collega l'ha prontamente rilanciata... e così la comunicazione "personale" è rimbalzata su tutto l'indirizzario dei Servizi Sociali!!!


<< Ti ringrazio di aver fatto girare queste mie parole sulla mail del lavoro, adesso sì che mi sento ascoltato...

Comunque adesso vorrei che si parlasse del virus e non di me. Per esempio sarebbe bello raccogliere e far girare del materiale "ottimista", utile sia per i colleghi che per l'utenza, come ad esempio le associazioni di medici che offrono terapia domiciliare, l'elenco delle terapie disponibili alternative all'intubazione, un commento serio dei numeri e delle dimensioni del fenomeno quanto dell'effetto distorsivo dei media... etc.

Ed ancora una riflessione: lavorando noi proprio nel settore della debolezza, del bisogno, dovremmo avere una particolare attenzione al tema della gestione della paura, individuale, sociale, di tutti i tipi: in fondo dal linciaggio di un individuo alle camere a gas collettive sono tutti esempi di come la paura può sfuggire e provocare tragedie. 

Buonanotte >>

 


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