fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

venerdì 13 giugno 2014

Akhenaton il faraone moderno


Questo è un post "visivo": il confronto tra due modi di rappresentare il corpo umano nelle raffigurazioni dei Faraoni dell'antico Egitto.
Questi primi sono esempi dell'iconografia tradizionale, e sono l'espressione canonizzata e tramandata per tutto il lungo corso trimillenario dell'impero d'Egitto.





Mi sembra evidente, in tutti questi esempi, un tratto estetico che raccoglie le caratteristiche individuali per fonderle con una idealizzazione della forma umana: c'è la tensione ad una forma perfetta.
Adesso guardate invece queste rappresentazioni di Akhenaton (amato dal sole), il Faraone che regnò per meno di vent'anni intorno al 1300 a.C.





In questo caso nessuna forma ideale, anzi. Il Faraone è rappresentato per quello che realmente è, con tanto di pancia, testa oblunga, grosse labbra e due braccine ridicole... Come spiegarsi questo repentino cambiamento di parametri estetici?
Tutto il lungo corso della civiltà egizia è fondato su di una visione del mondo che è improprio definire religiosa: l'ordine dell'universo, che la dea Maat impersona, è costantemente minacciato nel suo equilibrio e qui la funzione "religiosa" è tenere lontano il caos. Una classe sacerdotale ottempera a riti a ciò finalizzati (per farsi vedere dal popolo il dio esce una sola volta all'anno dal tempio).
Non siamo ancora decaduti alla semplificazione morale di bene-male. Ad esempio Seth, divinità del caos e del deserto, tutte le notti aiuta Ra, la divinità solare, a combattere i mostri che gli impedirebbero di sorgere. Il potere negativo dunque, imbrigliato a fin di bene... un pensare ancora dialettico.
Per fare la sua "rivoluzione" Akhenaton assunse il monopolio spirituale, chiuse i templi di tutte le altre divinità ed impose il culto unico di Aton, il disco solare. Per il ventennio del suo regno si può parlare propriamente di religione: la divinità solare resta sola e perde ogni attributo dialettico, la complessità dell’ordine universale cede il passo alla semplificazione di un unico dio e l’estetica cambia. Guardate Akhenaton che gioca con la moglie e le sue prime tre figlie: è un quadretto famigliare dove nel realismo fisico traspare anche il tratto psicologico e l’indole individuale, non è più il Faraone alla testa del suo esercito, non è più la raffigurazione dello schema generale della forma umana… Ed infatti, all’improvviso, il Faraone muore e con il suo successore, il famoso Tutankamon, insediato al trono da bambino, i maggiorenti egiziani distruggono i templi costruiti da Akhenaton e ripristinano i vecchi culti.
A proposito di questo quadretto famigliare, a quanto pare unico nella storia millenaria dell’Egitto, di un Faraone che gioca con i suoi bambini, Erodoto spiega che gli Egizi potevano permettersi di fare molti figli perché non costavano nulla, mandandoli in giro nudi e addestrati a nutrirsi di tuberi e di germogli di bambù…

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