Questo è un post "visivo": il confronto tra due modi di
rappresentare il corpo umano nelle raffigurazioni dei Faraoni dell'antico
Egitto.
Questi primi sono esempi dell'iconografia tradizionale, e sono
l'espressione canonizzata e tramandata per tutto il lungo corso trimillenario
dell'impero d'Egitto.
Mi sembra evidente, in tutti questi esempi, un tratto estetico che
raccoglie le caratteristiche individuali per fonderle con una idealizzazione
della forma umana: c'è la tensione ad una forma perfetta.
Adesso guardate invece queste rappresentazioni di Akhenaton (amato dal
sole), il Faraone che regnò per meno di vent'anni intorno al 1300 a.C.
In questo caso nessuna forma ideale, anzi. Il Faraone è rappresentato
per quello che realmente è, con tanto di pancia, testa oblunga, grosse labbra e
due braccine ridicole... Come spiegarsi questo repentino cambiamento di
parametri estetici?
Tutto il lungo corso della civiltà egizia è fondato su di una visione
del mondo che è improprio definire religiosa: l'ordine dell'universo, che la
dea Maat impersona, è costantemente minacciato nel suo equilibrio e qui la
funzione "religiosa" è tenere lontano il caos. Una classe sacerdotale
ottempera a riti a ciò finalizzati (per farsi vedere dal popolo il dio esce una
sola volta all'anno dal tempio).
Non siamo ancora decaduti alla semplificazione morale di bene-male. Ad
esempio Seth, divinità del caos e del deserto, tutte le notti aiuta Ra, la
divinità solare, a combattere i mostri che gli impedirebbero di sorgere. Il
potere negativo dunque, imbrigliato a fin di bene... un pensare ancora
dialettico.
Per fare la sua "rivoluzione" Akhenaton assunse il monopolio
spirituale, chiuse i templi di tutte le altre divinità ed impose il culto unico
di Aton, il disco solare. Per il ventennio del suo regno si può parlare
propriamente di religione: la divinità solare resta sola e perde ogni attributo
dialettico, la complessità dell’ordine universale cede il passo alla semplificazione
di un unico dio e l’estetica cambia. Guardate Akhenaton che gioca con la moglie
e le sue prime tre figlie: è un quadretto famigliare dove nel realismo fisico traspare
anche il tratto psicologico e l’indole individuale, non è più il Faraone alla
testa del suo esercito, non è più la raffigurazione dello schema generale della
forma umana… Ed infatti, all’improvviso, il Faraone muore e con il suo successore,
il famoso Tutankamon, insediato al trono da bambino, i maggiorenti egiziani
distruggono i templi costruiti da Akhenaton e ripristinano i vecchi culti.
A proposito di questo quadretto famigliare, a quanto pare unico nella
storia millenaria dell’Egitto, di un Faraone che gioca con i suoi bambini,
Erodoto spiega che gli Egizi potevano permettersi di fare molti figli perché
non costavano nulla, mandandoli in giro nudi e addestrati a nutrirsi di tuberi e
di germogli di bambù…
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