In questi due anni molte persone si sono impegnate in diversi filoni di critica commento ed informazione alternativa, questo è stato preziosissimo ed essenziale, purtroppo ovunque trovo la stessa modalità di naufragare quando si arriva al momento di dare un "respiro di senso" ai discorsi. E lì casca l'asino e rispunta fuori di tutto: vecchi valori tarlati, dalla parrocchia alla cavalleria, le tradizioni, la famiglia... Basta, non siamo ridicoli, non possiamo fondare il nuovo sul vecchio!
Il pensiero frutto della debolezza è una tendenza ad ideologizzare il punto di vista dei propri limiti ed interessi, col risultato di mille soggettività divergenti, arbitrariamente identitarizzanti e ciascuna al suo interno totalizzante, inevitabili premesse al bellicismo.
Un pensiero nuovo potrà essere invece convergente se le persone, abbandonato l'individualismo e consapevoli del proprio punto di vista, useranno il riscoperto desiderio sociale per richiamarsi reciprocamente al realismo.
Questa la definizione della nuova umanità sopravvivente al disastro in corso: sapete darmene un'altra?
Certo è pesante da portare perché il reciproco richiamo al realismo è un processo doloroso quanto più profondamente le nostre identità si erano irrigidite intorno alle nostre debolezze, ma quello è responsabilità di ciascuno, diventare adulti!
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