fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

domenica 10 marzo 2013

Una sera al bar


Ieri sera sono uscito, sono andato al bar della Società Operaia locale. C'era un
concerto, uno che cantava De André, non c'era un giovane per tutto il locale!
Sono morti gli ideali? Di più! Improvvisamente mi è sembrato che non fosse più di
moda... che non potesse essere più di moda per nessuno ormai, essere lì, essere di
sinistra.



Berlusconi ha affondato la destra, e forse Grillo ha fatto lo stesso con la sinistra...
Siamo ormai oltre la politica: il discrimine tra individualismo e socialismo è stato
definitivamente superato dall'autismo postmoderno!
Dal '45 in poi è stata una crescita economica continua e, finché il raccolto aumentava,
il dibattito non poteva che concernere la spartizione. Questa invece che vediamo oggi è
"crisi", ormai si è reso evidente, e non solo crisi economica ma crisi paradigmatica del
concetto di progresso.
Si ha da cambiare operazione nel fare i conti: al "diviso" della spartizione, dobbiamo
sostituire ed abituarci ad usare il tasto "meno" della sottrazione. Le istanze
corporative e sindacali incentrate sulle regole della spartizione hanno perso
improvvisamente il loro senso (come posso spiegare cos'è il meccanismo del sindacato ad
un amico rumeno che si ritiene fortunato quando viene assunto per una settimana
intera?)
Questa condizione, la dimensione mentale della crescita e del progresso, ha impedito
per sessant'anni agli italiani una consapevolezza ambientale e salutista. Buona parte
delle esperienze umane di questi anni non sono uscite da queste parentesi: se sono
ricco difendo le mie prerogative, se sono povero cercherò di accedere ai beni dei
ricchi (e in questo per molti si è risolto il senso della politica!)
Non c'è mai stata una valutazione sulla "bontà" di questi beni, sull'impatto ambientale
e sulla loro reale utilità. Di fatto, per tutti questi anni, siamo vissuti nella
perfetta coincidenza tra "bene" e mercato: se abbiamo le vigne il vino fa bene, se
abbiamo gli olivi fa bene l'olio e se abbiamo la stalla fa bene la carne; a dire che il
lavoro non si tocca, che sia l'Ilva di Taranto o Marghera o Seveso... lo spettacolo deve
continuare, tutti i nostri figli devono studiare e poi fare il master all'estero...
Non è la crisi contingente a farci vedere la reale miseria, la miseria sono tutti gli anni che
abbiamo buttato nell'overdose consumista, nell'abbandono del territorio e
dell'agricoltura, nei miti del turismo o dell'arte... in tutti i condimenti
dell'individualismo! Quella era la reale miseria, culturale ed umana, che abbiamo
chiamato "progresso".
Ma basta lamentarsi, questa sera arriva Alice, 30 anni, la prima wwoofer della
stagione. Non abbiamo la più pallida idea di com'è come persona, ci ha semplicemente
chiesto di poter venire a dare una mano in cambio di imparare a farsi l'orto. Possiamo
immaginare che, vista l'età, Alice i musei li abbia già visitati, che abbia visto i
film che si dovevano vedere e letto i libri che si dovevano leggere, e possiamo anche
immaginare che troverà più interessante seminare coste e piselli, imparare da che parte
si prendono i 4 qt.li della cavalla Penelope o come si fa finta di niente quando le
capre ti hanno fottuto per l'ennesima volta...
Se questa è la crisi, ben venga!


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