fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

martedì 26 marzo 2013

Bacchette


Come tutti avevo provato a mangiare con le bacchette al ristorante cinese: meno facile
di quello che sembra!



Adesso, che sono diciassette anni che mangio con le bacchette, trovo invece strano
infilare in bocca quella specie di tridente che chiamiamo forchetta. Le posate
d'acciaio mi ricordano gli attrezzi del dentista...
Gli orientali le cose le tagliano prima, ed il cibo viene portato in tavola della
dimensione giusta per essere afferrato con le bacchette.
Le bacchette sono a tutti gli effetti una estensione delle dita, usarle corrisponde ad
afferrare qualcosa tra pollice ed indice. E' sorprendente come il nostro cervello si
accordi, con la pratica, direttamente con lo strumento ed un gesto preciso, come
afferrare un singolo pisello per portarlo in bocca, diventa completamente automatico.
La neurologia fino ad una ventina d'anni fa aveva una certezza: il cervello è quello
che è, e col tempo non può che ridursi poiché i neuroni non si rigenerano.
Oggi, con le nuove tecniche di indagine, sappiamo invece che il cervello è plastico. Ad
esempio il Sig. Einstein aveva in testa una bozza che non era, come si potrebbe
pensare, il pallino della matematica bensì quello del violino che aveva imparato a
suonare in tenera età: l'uso esasperato delle mani aveva "gonfiato" l'area motoria
relativa.
Ogni strumento che usiamo occupa una parte del nostro cervello. L'uso delle bacchette,
così come una scrittura particolarmente impegnativa, hanno dotato gli orientali di una
particolare abilità manuale nei lavori di precisione. Adottando le bacchette tutti
possiamo affinare la precisione delle nostre mani.
Riguardo alle mani degli orientali vorrei raccontarvi di un giorno che sul treno mi
sono seduto vicino ad un giovane cinese. Il ragazzo stava guardando fuori dal
finestrino e la sua mano, appoggiata con noncuranza al sedile, formava un angolo retto!
Novanta gradi tra il dorso della mano e le dita in estensione, io al massimo arrivo a
sessanta gradi ma con sforzo, per lui era una postura normale.
In quella differenza fisica tra le nostre mani c'era il risultato di una diversa
alimentazione protratta per secoli. Evidentemente la nostra combinazione carne/latte ci
ha "arrugginito" nelle articolazioni e ci ha reso tutti un po' artritici.
Per questo penso che dobbiamo avere pazienza per molti dei nostri personali malanni:
cambiando alimentazione possiamo fare in modo che i nostri figli o i nostri nipoti
ripartano da un'umana forma nella sua completezza.

1 commento:

  1. Trovo sempre piacere, collegarmi al tuo blog e leggerne i contenuti.
    E' ricco di spunti e riflessioni interessanti!

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