fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

lunedì 4 febbraio 2013

Valeriana

 

Valeriana, la prima cosa da mettere in un orto. Anche se il vostro orto è microscopico, un piccolo lotto di valeriana avrà il suo senso.
E' buona e tendenzialmente piace a tutti. Se ne vede così poca solo perché è noiosa da raccogliere e pulire. Per ovviare a queste noie basta seminarla in uno strato superficiale di sabbia che faciliterà raccolta e mondatura.



Siamo reduci da un lotto di valeriana seminata ad ottobre e cresciuta in serra tutto l'inverno. L'abbiamo sempre apprezzata per la capacità di sveltire il transito intestinale: quella è fibra sul serio, non i pacchettini di crusca del negozio bio. Una giornata che inizia con una buona cagata... è già una giornata più allegra.
Solo un uso costante, e se vogliamo esagerato, ci ha fatto prendere coscienza degli alcaloidi della valeriana. In particolare un giorno, io e il mio compagno, dopo un'abbondante dose a pranzo, siamo riusciti a prolungare un riposino fino alle cinque del pomeriggio. Questo fatto, unito alle teorie di un mio conoscente, che con alti dosaggi di valeriana sosteneva di amplificare gli effetti della marjuana, mi ha indotto a cercare su internet connessioni tra valeriana e psicofarmaci. E in effetti non ho avuto difficoltà a trovare indicazioni delle interazioni tra le sostanze della valeriana e la farmacopea neurologica tanto cara agli italiani. Quella del nostro orto non ha sicuramente le concentrazioni di quella che si usa in erboristeria, la verietà officinale, ma neppure stiamo parlando di quella già pronta e lavata del supermercato, che è comunque buona per l'intestino.
Blandi alcaloidi dall'effetto rasserenante, e pure legali, un tonico per l'intestino, una coltura facile da seminare anche sotto le rose delle aiuole... il momento è questo! Perché privarci della valeriana?


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