fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

domenica 3 giugno 2012

Miglio e autonomia


In molti si rendono conto che l'umano ha una forma e che è un vantaggio
assecondarla.
Dalla mia esperienza personale posso testimoniare che un cambio di alimentazione
avvenuto sedici anni fa, sostanzialmente la rinuncia al cibo animale e
l'introduzione di cereali integrali (attualmente a casa mia il cereale è sempre
centrale nella progettazione di un pasto), ha nettamente migliorato la mia
condizione di salute, di efficienza e di umore.
In questo post vorrei illustrare il metodo che abbiamo elaborato per il
trattamento del miglio, cereale che può essere centrale nell'alimentazione, come
lo è tuttora per vaste zone dell'africa e dell'india.
Anche in italia il miglio era il cereale più importante e garantiva l'autonomia di
interi villaggi che per esso non avevano bisogno del mulino e del forno, posti
evidenti dove una fila di sacchi di farina può essere contata e quindi tassata.
Questo avvenne invece quando il miglio fu soppiantato dal grano (farina... pane e
tasse) usato come strumento per la conversione dei pagani dall'instancabile
cristianità medievale che doveva riconquistarsi tutta l'europa, orfana dell'impero
romano. E poi di nuovo si ribadì con l'introduzione del mais quando, dalla
scoperta dell'america, questo giunse assieme  a quell'altra "semplificazione" che
è stata la patata. Il mais è molto più produttivo, anche del grano, ma le sue
caratteristiche organolettiche sono decisamente inferiori: a questo fatto si
aggiunga la sfarinatura, la cottura violenta e l'abitudine a mangiar solo
quello... ed ecco spiegata la diffusa pellagra tra i poveri.
Il miglio contiene lisina, l'unica sostanza in dotazione agli psichiatri della
prima metà del novecento che la usavano per calmare gli stati psicotici. La lisina
ha un effetto rasserenante ed il buon umore dei napoletani non viene certo
dall'acido pomodoro, ma è un residuo dei secoli precedenti quando l'intera zona
era una forte produttrice di questo cereale.
Il miglio rigenera e l'abbiamo usato con risultati eccezionali sui tre cagnetti
che abbiamo raccolto in questi anni, arrivati a casa nostra in condizioni fisiche
pietose: una settimana di polenta di miglio e vedi il pelo lucido! E' adatto
all'alimentazione dei bambini anche appena svezzati, ed è sorprendente vedere
quanto lo gradiscano. Ovviamente indicato per le persone ammalate, per gli anziani
e per quanti hanno problemi di masticazione.
La polenta che qui vi presento lo vede accoppiato con le lenticchie rosse
(decorticate hanno lo stesso tempo di cottura e sono più digeribili), come in uso
attualmente ad esempio tra i tanti egiziani poveri. E' da notare che l'accoppiata
tra cereale e legume, che fa il "piatto unico" di molte tradizioni (riso e azuki
alla giapponese, riso e fagioli neri per l'america centrale, orzo e piselli, farro
e ceci...), assomma e fornisce tutti gli aminoacidi essenziali, cioè pareggia la
pretesa "nobiltà" della carne.
Sulla storia dell'abbandono di questo cereale sarebbe interessante una ricerca, ma
in questo post sarei già lieto di fornire uno strumento utile per gente
interessata all'autonomia e alla salute.

Ricetta:

Il limite del miglio è che se cucinato da solo risulta facilmente stopposo, anche
per questo è utile cominciare a conoscerlo con le lenticchie rosse. Come
indicazione generale il cereale può anche risultare al dente mentre è essenziale
che il legume sia ben cotto, disfatto, per renderlo più digeribile. Il miglio lo
trovate nei negozi bio, le lenticchie rosse decorticate anche in qualche discount
alla metà del prezzo. Risultato: circa 30 centesimi a porzione!











Mettete in pentola miglio e lenticchie in parti eguali, sciacquate e coprite con
altrettanta acqua (2,1 lt per 1 kg di granaglia), salate e mettete a fuoco rapido
(tanto finchè c'è acqua non rischia di attaccare).
Dopo una decina di minuti abbassate la fiamma e cominciate a girare, farà
probabilmente la crosta in fondo come ogni polenta che si rispetti: tranquilli,
viene solo più soda e gustosa, e la pentola lasciatela poi a mollo che la crosta
si staccherà da sola.
Verificate la cottura (dopo una mezz'ora le lenticchie disfatte non dovrebbero più
vedersi) e girate la polenta su di un tagliere di legno.
La prima volta si mangia calda accompagnata da qualcosa di un po' gustoso, quel
che resta ripassatelo poi in padella con aromi tipo aglio e rosmarino.


4 commenti:

  1. Interessante. Ma non è mi è chiaro perchè il miglio garantisse l'autonomia dal mulino.

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    1. Il miglio non ha bisogno del mulino perché viene consumato intero (integrale), non è quindi sfarinato, trattamento che ne riduce il valore nutritivo con la distruzione del germe e la possibile adulterazione dei componenti così liberati.
      I cereali che si possono consumare integrali sono riso, miglio, grano saraceno (non è un cereale ma ha funzioni analoghe), sono semi vivi in grado di germinare. Mentre il farro e l'orzo integrali sarebbero di lunga cottura per cui spesso si trovano decorticati o perlati (sono ancora chicchi interi ma morti). Il grano tenero o duro risulta poco appetibile e di difficile cottura, viene quindi sfarinato per la produzione di pasta e pane.
      Il mais nella versione sudamericana delle tortillas viene usato integrale previo trattamento in ammollo con calce o cenere (basiche che ammorbidiscono la buccia), quindi lavato schiacciato e cotto. Nella versione europea il mais si usa sfarinato per la polenta, buona ma scarsamente nutriente per la sfarinatura e la cottura a fuoco intenso.

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    2. Grazie.
      Alcune fonti annoverano il miglio fra gli alimenti contenenti meno lisina nel mondo http://www.calorie.it/alimenti-con-meno/lisina/pagina-1.
      Quindi verrebbe meno la teoria sul buonumore dei napoletani, dato che i fagioli contengono molta più lisina.

      Ciao,
      Albi

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  2. Hai ragione tu e mi scuso per non aver verificato il dato. Ti consiglio, sugli effetti del miglio, il sito
    http://salutenaturale.forumattivo.com/t1120-miglioproprieta
    Per quanto concerne il buon umore dei napoletani, l'avevo collegato erroneamente alla presunta abbondanza di lisina (non stiamo parlando di scienza, il buon umore per fortuna non è ancora misurabile), ma potrebbe originare dall'effetto basicizzante di cui parla il sito segnalato. L'area del napoletano produceva molto miglio ed il pomodoro, noto per la sua acidità, è arrivato poche centinaia di anni fa.

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