fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

martedì 19 giugno 2012

Sull'affetto


Sovrappensiero consideravo le condizioni della cagna accucciata in cucina: patisce
il clima ed il suo precario stato di salute potrebbe risentirne, ma per il caldo di 
questa estate, purtroppo, non posso proprio farci niente. Che stupido che sono, 
pensavo, ad affezionarmi a qualcuno che sta per morire!
E in effetti è così. Mi hanno chiesto di tenere questa cagnetta venuta d'impaccio
in mezzo a un divorzio: a quindici anni è decisamente vecchia e cataratta e 
displasia dell'anca sono l'annuncio evidente di quel "parossismo" di malattie cui i 
cani sono soliti abbandonarsi dopo averci regalato anni di salute e vitalità.






L'affetto è gratuito, questo lo sanno tutti, ma c'è di più: l'affetto non si
sceglie e sorge spontaneo con chi c'è! E' la presenza reale, è la convivenza di 
fatto quella che conta, non quella voluta o desiderata.
E così dovrebbe accadere anche nel branco umano. Che problema c'è a riempire case,
cascine ed ecovillaggi di sorta? E' sufficiente lavorare  un po' fianco a fianco, 
condividere il cibo, scaldarsi allo stesso focolare... e l'affetto dovrebbe 
crescere inosservato ma inesorabile, complice il tempo passato assieme.
E invece no, tutti si dà per scontato che ciascuno pensi al suo interesse e nessuno
rischia la comunione dei beni laddove manchi l'intimità d'un rapporto famigliare. 
Tutti abbiamo in testa che l'affetto sia una cosa speciale, da spendersi con una 
precisa persona in un rapporto d'elezione...
Ma per quella strada non si va da nessuna parte, è quella che conosciamo già e
porta all'individualismo e alle sue strutture tradizionali. Non c'è ecologia  e non 
c'è rinnovamento sociale per quella strada, e non pensiate che basti sforzarsi un 
po' per amare il prossimo... per favore, la strada dell'amor cristiano ha già dato 
bella mostra di sé.
No, il punto è che l'affetto è questione di salute e che la salute è dunque il solo
collante sociale di una possibile alternativa al vivere moderno. Ma questo, 
ovviamente, a patto di non voler chiudere sbrigativamente il discorso dichiarandosi 
sani e accoppiati: l'amare "solo" una persona non è sintomo di grande salute, e 
spesso si struttura in forme che di fatto ci escludono a priori dal resto del 
mondo.
Usiamo l'affetto come indicatore del nostro stato di salute. Quanto affetto sono in
grado di esprimere? Quante persone sono in grado di considerare affettivamente?
Queste sono le domande reali che possiamo farci. Non abbiamo bisogno di alcuna
morale quando già abbiamo un corpo che ha tutta la voglia di dirci come sta. 
Ascoltiamolo, forse la salute può ancora stupirci dimostrandosi un po' più in là 
dell'immagine che ci siamo fatti di noi stessi.

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