fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

sabato 30 novembre 2013

Narcisismo della vita contemporanea

La critica femminista ha accusato l'umanesimo di aver costruito una cultura falsamente neutra
rispetto al genere sessuale, quando invece e generalizzatamente ci si sarebbe in realtà sempre
riferiti ad un idea di uomo maschio.
"La vita civilizzata pone l'uomo a riferimento di se stesso", questo sembra dirci quindi la critica
femminista. L'uomo, adulto, maschio, etero, lavoratore... L'immagine di quest'uomo e la sua
dimensione diventa unità di misura dell'ambiente, dell'infanzia e della vecchiaia, delle donne e
dei non eterosessuali, dei non occupati... di tutto ciò che, a lui rapportato, perde il senso
proprio e ne acquisisce uno arbitrario e variamente coniugato in sfruttamento, umano e
ambientale, in sperequazione economica, sopruso, crudeltà o semplice ignoranza.
Attenti però a non attribuire questa immagine alla maschilità di per sé. Non è "colpa dell'uomo"
ma della dimensione individualista cui tutti, uomini e donne, ci conformiamo per scarsa
vitalità e salute.
L'uomo patisce la condizione individualista esattamente come tutte le sue "vittime".
"L'unità di misura" è metro di se stesso, in primo luogo, e ciò gli conferisce come una
sorta di opacità. Si inganna, chiama edonismo i passatempi per la sua noia. Chiama
relazioni ciò che resta di fianco e attraverso il suo fondamentale narcisismo. Ma quei
passatempi sono solo le perniciose sfaccettature del suo stile di vita, che si riduce,
quindi, ad un monocorde e complessivo "autolesionismo normalizzato".
Perché è proprio la normalizzazione di questi tratti comportamentali a tracciare i
limiti della dimensione individualista e a renderla incomprensibile a se stessa. Farsi
un po' di male per sopportare un male più grande, è un'esperienza "fisiologica" che può
essere capitata a molti: l'individualismo consiste semplicemente nel dimenticarsi del
male grande cui quello piccolo rispondeva in origine.
Così il narcisismo, che può essere fisiologicamente inteso come la necessaria componente
di autocompiacimento e cura di sé, qui invece, nella dimensione di un certo infantilismo
cui la vita civile costringe, diventa misura estetica del mondo e dell'altro: l'ambiente
diviene oggetto da sfruttare e l'apprezzamento sessuale per il partner spesso si riduce
alla figura che fa al suo fianco in società.
Il rimosso, l'indiscusso dell'individualismo non sono tanto i termini di autolesionismo
o narcisismo, di cui pure un certo postmoderno si fregia (eterni adolescenti), quanto l'assoluta
incomprensione dei motivi reali dei propri comportamenti. Ma il male e la solitudine,
cui quei comportamenti inizialmente si riferivano, non sono altro che il prezzo del
tradimento di sé, di quella rinuncia che tra l'infanzia e l'adolescenza ci "addomestica"
alla vita civile sostituendo la prospettiva di un privilegio alla coerenza e al realismo
del nostro corpo e del nostro desiderio.

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