fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

lunedì 16 aprile 2012

Antimodernità?


(riporto il commento al Manifesto contro la Modernità di Massimo Fini, trovato sul blog di Luca Barbirati)




L'ossimoro contemporaneo? Trovare sul web un manifesto contro la Modernità e la Globalizzazione!
La maldestra iniziativa del Sig.Fini mi fa quasi venir voglia di stilare un contro-manifesto... Ma questo lasciamolo fare al populismo di sinistra: che i populismi si combattano a vicenda, la realtà non ha bisogno di proclami.
Chi si rende conto che è la propria condizione di debolezza a generare il Potere, e che non c'è nessuna incarnazione del Male da combattere, allora può darsi concretamente a cercare un'alternativa. Questo, per quanto piccolo, sarà già un movimento nel verso giusto.
Piuttosto, il Sig.Fini ci dica cosa ha identificato della sua complicità di intellettuale alla Modernità, a cosa dovrebbe rinunciare per dare il suo contributo al mondo nuovo? Purtroppo la destra è tale proprio perché non sa rinunciare al suo nostalgico attaccamento alla Tradizione.

"Se vi dicessi che c'è in Europa un Paese dove non esiste la disoccupazione, non esiste il lavoro precario, non esiste il problema dei pendolari, non esiste l'inflazione, dove le tasse sono al 10%, dove ognuno possiede una casa e quanto basta per vivere e quindi non ci sono poveri, mi prendereste per matto. E avreste ragione. Perchè questo è il Paese che non c'è. Ma è esistito. E' esistito un mondo fatto così. E si chiama Medioevo Europeo..."
(M. Fini, art. da www.ariannaeditrice.it)

Ecco l'immaginario: una macchina del tempo per tornare a presupposte radici affondate in un medioevo fantasy. Che novità: i suoi professori a scuola non facevano lo stesso appellandosi ai greci...?
Basta, quando potremo cominciare a dire che la classicità ci ha stufato?

"Qualunque cosa affermi l'opinione popolare, qualunque cosa sostengano i classici stessi, il classico non appartiene a una sfera ideale, e nemmeno vi si attinge aderendo a una qualche ideologia. Al contrario il classico è l'umano. O almeno quello che sopravvive dell'umano."
(J.M. Coetzee, "Doppiare il capo", Einaudi 2011, p.203)

Questo può dire una critica onestamente ecologica al mondo dei padri, non cercare conforto dai nonni ma ricollegarsi all'umano, a ciò che ha resistito, se siamo ancora vivi, a qualunque opera di violenza e di civilizzazione.
Il bucolico medioevo era fatto di religiosi, guerrieri e contadini così come la disincantata modernità è fatta di intellettuali, imprenditori ed operai. Nessuno può dirsi fuori, la macchina dell'imperialismo è complessa, allora come oggi, ed ogni parte è funzionale all'intero, complice del danno. E il postmoderno, cos'altro è se non il momento della spartizione del bottino? Dislocata la produzione fioriscono gli artisti, operai volontari del regime, falangi di avanguardisti a cucire un'estetica che è solo dialettica alla violenza della rapina.
Che ogni categoria riconsegni le armi pagando la sua responsabilità, questo possiamo augurarci. E che ciascuno valuti sul suo, praticamente, la capacità di svincolarsi da quelle cattive abitudini. Solo se il mio orto produce davvero posso tener fuori l'agronomo, posso dirgli sinceramente: non mi frega che ti ripresenti oggi come biologico, spiegami piuttosto perché solo ieri consigliavi il kerosene per diserbare i finocchi o i copertoni d'auto per far crescere più in fretta l'insalata!
Chi ha visto uno spiraglio non può fermarsi alla speranza (segreta o sbandierata, fa lo stesso) di un rivolgimento materiale, di una crisi economica che costringa anche gli altri ad aprire gli occhi. E' rischioso invocare il disastro, è irresponsabile l'abbandonarsi ai propri sentimenti d'impotenza quando abbiamo invece, davanti a noi, tutto un mondo da coltivare!

Cantando o non cantando,
non so come né quando,
qualcosa di umano è finito!
[Pier Paolo Pasolini, 1974]

1 commento:

  1. sono daccordo abbiamo davanti un'opportunità unica,anche se sono troppi quelli che rinvangano terra arida solo perchè conosciuta. Complimenti bel testo Paola

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