fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

martedì 3 aprile 2012

Pensiero debole e Poteri forti


Ciao,
sono Michele, uno studente di filosofia, ho letto con interesse le tue valutazioni sul potere.
Il potere di stabilire la realtà, questo mi sembra essere il nocciolo della questione, almeno per quanto riguarda i filosofi di professione. Ti segnalo a questo proposito dal Blog di Gianni Vattimo del 19/8/2011:

<< L’addio al pensiero debole che divide i filosofi
FERRARIS E VATTIMO DISCUTONO IL MANIFESTO DEL "NEW REALISM" CHE PROPONE DI RIPORTARE I FATTI CONCRETI AL CENTRO DELLA RIFLESSIONE

FERRARIS Gli ultimi anni hanno insegnato, mi pare, una amara verità. E cioè che il primato delle interpretazioni sopra i fatti, il superamento del mito della oggettività, non ha avuto gli esiti di emancipazione che si immaginavano illustri filosofi postmoderni come Richard Rorty o tu stesso. Non è successo, cioè, quello che annunciavi trentacinque anni fa nelle tue bellissime lezioni su Nietzsche e il "divenir favola" del "mondo vero": la liberazione dai vincoli di una realtà troppo monolitica, compatta, perentoria, una moltiplicazione e decostruzione delle prospettive che sembrava riprodurre, nel mondo sociale, la moltiplicazione e la radicale liberalizzazione (credevamo allora) dei canali televisivi. Il mondo vero certo è diventato una favola, anzi è diventato un reality, ma il risultato è il populismo mediatico, dove (purché se ne abbia il potere) si può pretendere di far credere qualsiasi cosa. Questo, purtroppo, è un fatto, anche se entrambi vorremmo che fosse una interpretazione. O sbaglio?

VATTIMO Che cos’è la "realtà" che smentisce le illusioni post-moderniste? Undici anni fa il mio aureo libretto su La società trasparente ha avuto una seconda edizione con un capitolo aggiuntivo scritto dopo la vittoria di Berlusconi alle elezioni. Prendevo già atto della "delusione" di cui tu parli; e riconoscevo che se non si verificava quel venir meno della perentorietà del reale che era promessa dal mondo della comunicazione e dei mass media contro la rigidità della società tradizionale, era per l’appunto a causa di una permanente resistenza della "realtà", però appunto nella forma del dominio di poteri forti – economici, mediatici, ecc. Dunque, tutta la faccenda della "smentita" delle illusioni post-moderniste è solo un affare di potere. La trasformazione post-moderna realisticamente attesa da chi guardava alle nuove possibilità tecniche non è riuscita. Da questo "fatto", pare a me, non devo imparare che il post-modernismo è una balla; ma che siamo in balia di poteri che non vogliono la trasformazione possibile. Come sperare nella trasformazione, però, se i poteri che vi si oppongono sono così forti?  >>


Caro Michele, ecco lo stato del dibattito:

-Il postmoderno ci ha emancipati dalle ultime rigidezze...
-Non è vero, il tuo pensiero debole ci ha portato solo populismo e berlusconi!
-Non è colpa mia, è che i poteri forti resistono...

Siamo ancora lì, quando uno non sa cosa rispondere invoca l'intervento metafisico del "Potere"! Il grave è che nessuno sa che rispondergli, perché nessuno, né a destra né a sinistra, s'è mai fatto un'idea di cosa sia questo "Potere".
Nessuno è interessato a capire il potere perché, in realtà, la questione spinosa è quella del proprio coinvolgimento in quel potere.
Ma non è questione filosofica, non siamo a livello di quelle sottigliezze, è solo questione di forma, di stato della popolazione: è molto debole quella gente tra cui il populismo infiamma! Il Paradigma Filosofico è tutto qui, banalmente. La miseria personale sta alla radice di un atteggiamento molto comune: se il mondo è brutto mi chiedo su chi riversare la colpa, invece di "sentirmi di merda" per la mia partecipazione a quei limiti.

Ci vogliono spalle forti e salute per sostenere quella verità. Verità che esiste ma che non è soltanto la realtà oggettiva dei fatti quanto, e qui pesantemente, la propria complicità in essi.

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