fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

martedì 28 gennaio 2014

The China Study 1

"The China Study" è un libro che merita più di una recensione (Macro Edizioni 2011, euro 20). E' una ricerca epidemiologica che confronta alimentazione e malattie tra gli Stati Uniti e la Cina. Un'enorme massa di dati per la più importante ricerca di questo genere che sia mai stata svolta.
Mister Colin Campbell non è un fricchettone e non è un rappresentante della new age, ma è il tipico americano, nato in una fattoria e cresciuto a carne e latte. Diventa uno scienziato affermato, di quelli che ricevono finanziamenti ufficiali. Durante le sue ricerche scopre che le sue regole alimentari, che coincidono con quelle tipiche americane, sono sbagliate: non portano alla salute ma alla malattia. La sua ricerca è in grado di farci capire nel dettaglio quale condizione di malattia ci stiamo allevando con le nostre scelte alimentari.



Fin dal primo capitolo ci presenta del materiale che può interessare direttamente sia il consumatore che il produttore di vegetali. Nella nostra cascina ci siamo impegnati per anni a produrre, in alleanza con un coltivatore locale, un paio di quintali di farina di mais di vecchie varietà. Serviva per il nostro uso (e quant'è buona la polenta di "ottofile") e per la nostra clientela.
L'abbiamo coltivato fino a che non ci siamo imbattuti nelle dichiarazioni del dott. Veronesi il quale, da oncologo, riteneva espressamente pericoloso il nostro tipo di produzione: le aflatossine prodotte da alcuni tipi di muffa sono ritenute uno dei cancerogeni più potenti.
Siamo andati sul sito della regione veneta ed abbiamo trovato tutte le spiegazioni scientifiche che cercavamo. Le aflatossine sono realmente pericolose e non c'è scusa che tenga, non è questione di buone intenzioni, di bio o non bio. Senza un'analisi specifica (che finisce per costare più della nostra piccola produzione) non si può essere certi di non avere la presenza di questa sostanza tossica.
Non abbiamo rinunciato a piantare il mais, ne piantiamo per il nostro consumo e facciamo una particolare attenzione a raccoglierlo al momento giusto, controlliamo le pannocchie scartando quelle con tracce di muffa e lo facciamo seccare subito artificialmente (phon per l'aria calda in una scatola con rete sul fondo) onde evitare inutili rischi.
Dobbiamo considerare che il problema delle micotossine non riguarda solo i vegetali. Infatti finiscono per concentrarsi nella carne e nel latte di animali che mangiano foraggi e mangimi contaminati. Ad esempio in Veneto il raccolto di mais del 2012 è risultato così contaminato che, viste le normative, non è stato possibile farlo uscire dai magazzini. Verrà usato come combustibile da riscaldamento ed i contadini riceveranno un indennizzo dalla regione. La questione è aperta, ovviamente i contadini chiedono di alzare i limiti, il ministero della sanità si oppone, e nessuno può risolvere il problema di queste sostanze che, indifferenti alla bollitura, finiscono per sedimentarsi nel nostro corpo passando per vegetali e prodotti animali. E non sembra che le informazioni manchino,se battete su google "micotossine" avrete solo l'imbarazzo della scelta, non troverete però le informazioni che ci sono in questo libro.
Campbell nel fare la sua ricerca si è imbattuto nell'esperimento di un dottore indiano. Costui ha preso 200 topi e li ha imbottiti di aflatossine, poi a cento di loro ha dato un'alimentazione al 20% di proteine, agli altri cento una al 5%. E' risultato che tutti quelli alimentati al 20% di proteine hanno sviluppato un cancro al fegato (tipico effetto delle aflatossine), mentre nessuno dei cento alimentati col 5% ha sviluppato il cancro.   Quando il dottor Campbell, in uno studio sulle alte incidenze di cancro al fegato riscontrate tra i bambini filippini, scopre la massiccia presenza di aflatossine nel burro di arachidi, (le arachidi buone, selezionate a mano, vengono vendute intere, mentre quelle di scarto diventano burro), molto consumato nelle zone con tassi elevati di cancro. Ma la cosa interessante è che non sono i poveri di queste zone  a sviluppare la malattia,  ma i ricchi. L'esperimento con i topi del dottore indiano viene confermato. Le aflatossine da sole non bastano a sviluppare la malattia ed è la combinazione con un eccesso proteico ad essere deleteria.
Uno studio successivo evidenzia come siano le sole proteine animali a fare questo effetto, (i topi dell'indiano sono stati alimentati col 5/20% di caseina, la proteina del latte); le proteine vegetali invece, il glutine del frumento o le proteine della soia, anche se sovraddosate, non innescano questi meccanismi.
Purtroppo queste informazioni non vengono considerate e divulgate: abbiamo troppi interessi economici su carne e formaggio per permetterci questi lussi. Ma, come potete constatare, questa ricerca è molto interessante e ne presenteremo altri aspetti in post successivi.                                                                                          

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