fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

venerdì 4 gennaio 2013

Educazione di genere


Per cogliere in senso realmente corposo il portato dei sessi nel determinare il
costume contemporaneo servono testimonianze dirette che sappiano vedere il disastro
nelle sue articolazioni famigliari e quotidiane. Come questa, ad esempio, che raccolgo
da un sito di cui non condivido l'impostazione critica ma che ringrazio per questa
descrizione molto lucida:



<< Gli italiani, cresciuti tra matriarcato, chiesa cattolica e mafia, hanno una
visione “femminile” della realtà, che non è una cosa da percepire coi sensi,
constatare e descrivere, ma da “creare” in base ai propri desiderata ed alle proprie
convenienze.
E’ utile ed interessante capire come le madri italiane educano i figli alla menzogna,
o per meglio dire alla “creazione della realtà”, per capire ed imparare a gestire gli
italiani, cresciuti nella “visione femminile” della realtà tipica di femmine,
matriarcato, chiesa cattolica e mafia.
Inizio con un aneddoto..
In fila alla cassa di un supermercato con Alberto, il mio figlio più piccolo, di sei
anni. Alberto si avvicina alla cassa con un cestino di quelli a rotelle, con cui
abbiamo fatto la spesa, mette le merci acquistate sul nastro e ripone il carrello.
Mentre è impegnato in questa operazione arriva una bambina della sua età che, facendo
la stessa cosa, fa cadere tutti i carrelli.
La mamma la richiama: “Metti a posto i carrelli !” La bambina risponde “sdegnata”:
“Ma mica li ho fatti cadere io” guardando mio figlio Alberto con “sguardo
accusatorio”.
La mamma, che ha visto perfettamente la scena e sa perfettamente che è stata sua
figlia a far cadere tutto, risponde invece assecondando la menzogna della figlia,
accompagnandola per di più con una frase moralizzatrice:“Non fa niente se non sei
stata tu ! L’importante è mettere a posto i carrelli”.
Alberto mi guarda sconcertato dal comportamento della bambina, e io ne approfitto per
spiegargli le femmine, naturalmente ad alta voce, in modo che mamma e figlia ascoltino
e capiscano che la loro ammuina non ha avuto alcun effetto, e non ha dunque alcun
senso: “Vedi Alberto le femmine sono così: negano l’evidenza ed educano le altre
femmine, fin da quando sono piccole, a negarla: l’importante è che tu lo sappia
senza sdegnarti e arrabbiarti, che peraltro è del tutto inutile, nel senso che non
serve certamente a cambiare il loro comportamento, in modo da imparare a capirle,
conoscerle e gestirle fin da piccolo”.
Alberto ha capito.
Mamma e figlia pure. E pensano già, da femmine, che la loro menzogna non era
congegnata bene e che la prossima volta bisognerà fare il tutto in modo più raffinato.

Dice: “O Giamba ma perchè ci racconti sto aneddoto ?”
Dico: “Pe favve capi’ che gli italiani in quanto cresciuti tra chiesa cattolica, mafia
e matriarcato, hanno una visione “femminile” della realtà, nel senso che la realtà non
è una cosa da percepire coi sensi e poi constatare, ma qualcosa da “creare” in base ai
propri desiderata ed alle proprie convenienze.
Ah n’antra cosa…
Tenete conto che la “creazione della realtà” tipica di chiesa cattolica, mafia e
femmine è accompagnata necessariamente dalla brutta abitudine di “far passare per
pazzi” quelli che vedono, constatano e descrivono la realtà effettiva, ovviamente per
mantenere intatti gli spazi per “creare la realtà” più utile e conveniente.
A questo proposito tenete conto che il vostro sdegno e la vostra incazzatura di fronte
alla menzogna, o per meglio dire alla “creazione della realtà”, magari accompagnata da
urla scomposte, lungi da venir considerata, da femmine, chiesa cattolica e mafia,
come un monito a cambiare, per tornare a descrivere la realtà per quel che è, è usata
da femmine, chiesa cattolica e mafia proprio per “farvi passare per pazzi”.
Necessita dunque, in quei casi, calma, pazienza,  e una ferma e costante ripetizione
della realtà. Insomma l’ eppur si muove di Galileo di fronte all’inquisizione
cattolica che voleva farlo passare per pazzo e lo rinchiudeva in prigione.

“Avete capito ?”
Non dite. “Ho capito” se non avete capito, pe’ fa’ bella figura.
Dite: “Non ho capito” e ve lo rispiego. >>

http://giamba2016.wordpress.com/

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