fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

sabato 11 agosto 2012

Dizionario olimpionico


L'Olimpo, il monte dove vivono gli dei. Le olimpiadi come forma religiosa laica?
Considerando l'interesse generato da questo evento, trasversale a ceti e schieramenti politici, si direbbe di sì. Ma sport e religione cosa possono avere in comune?
La prima cosa che mi viene da pensare è che le persone veramente interessate alla religione difficilmente sono interessate allo sport. Non ho pezze d'appoggio a sostegno di questa tesi ma mi viene difficile immaginare qualcuno che esce da messa per fiondarsi ad urlare allo stadio.
Eppure le chiese cattoliche, fino a poco tempo fa, si dotavano tutte di campo da calcio: l'oratorio! Non c'era magari un campionato dove il San Luigi sfidava il San Bernardo, ma comunque un po' di corse dietro al pallone erano proposte come sfogo a chi si era sopportato il catechismo. Può servire a comprendere il fenomeno l'attenzione dedicata dai salesiani, ordine religioso con fini di educazione della gioventù. I salesiani, letto Freud, si sono appropriati di un concetto scientifico di "pulsione"... che cercano di contenere incentivando appunto l'attività sportiva.



Le olimpiadi ci sono ogni cinque anni, ma lo sport conquista nel sociale sempre più spazio. Destra e sinistra condividono la concezione dello sport come formativo dell'adolescente, ed il "portare" il figlio alle infinite attività sportive è ormai il sigillo dell'attività genitoriale per tutti. Penso che, in fondo, sia passata la concezione dei salesiani: il gruppo di adolescenti, indolenti e promisqui nelle loro esperienze, è considerato pericoloso, il corpo non è da condividere socialmente ma da addestrare individualmente!
Se lo sport gestisce il corpo dell'individualista, il tifo è un fenomeno mentale. Condivide col religioso la capacità di "religere", di tenere assieme. Sport e religione condividono l'uso di un linguaggio retorico: un coro da stadio o una preghiera tradiscono la funzione del linguaggio, dal comunicare il nuovo al ripetere sempre lo stesso messaggio. Sport e religione condividono un piano di irrealtà: un dio o una squadra di calcio possono essere oggetto di una passione totale proprio perché non reale, due espressioni di un "amore puro" che tendenzialmente non si mischiano, anche muovendo le stesse leve.
Con "agonismo" possiamo identificare un fenomeno di simulazione, la simulazione della guerra. Ogni "genius loci" si sceglie la tecnica sportiva che più gli aggrada - alle olimpiadi sono tutte rappresentate - e poi... tutti contro tutti, la guerra!
Il termine di "prestazione" parla da solo: verificare chi ce l'ha più lungo! Paranoia prettamente umana: certo anche i cani si confrontano ma se volete, ripensando alle storie dei miei, posso presentarvi Teo che nella sua vita ha vinto tutte le sfide con Uto (è decisamente più grosso), ma non per questo ha mai preteso di fare il capo, riconoscendo in Uto una precisa vocazione ed una visione del mondo più larga della sua. Confronti che servono a tenere alto il livello del branco, non alla conquista del potere. Evidentemente il "primato" rappresenta per l'umana specie una particolare afflizione. Ma se è l'umano nella sua totalità a migliorare faticosamente i suoi primati, l'altro da sé, l'animale, proprio in quanto animale, non riesce probabilmente ad apprezzarci!
Ammetto di essere un po' noioso con tutti i miei post che finiscono allo stesso modo: spiegando le cause del problema evidenziato con una scelta tecnologica di individualismo, l'individualismo su cui si è posizionata la nostra specie da un po' di tempo... Ma che volete daltronde, è il blog della Civiltà del Fottere!

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