fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

giovedì 7 giugno 2012

Case di paglia


Cara Natalie,

approfitto del blog di mio marito per alcune considerazioni sulle case di paglia
che, come tu sai, sono un argomento che mi provoca l'orticaria!
Ti ho promesso una consulenza sul tuo progetto di insediamento ma, vista
l'importanza che il farsi casa può avere per l'autonomia delle persone, mi sembra
interessante rendere pubbliche queste considerazioni. In ogni caso, felicitazioni
per aver ricevuto la licenza edilizia di una casa in paglia e terra cruda.
Premetto che non ho nulla contro la paglia, materiale che mi sembra, di per sé, un
ottimo coibente. Qui vorrei evidenziare alcuni limiti di una certa tipologia di
muratura in paglia.
In realtà le "case di paglia" sono costruite in paglia, legno e terra: la balla di
paglia come coibente, una struttura portante in legno e la finitura in terra cruda
all'esterno e all'interno. Essendo lo spessore del ballotto di paglia almeno 40 cm
e la finitura in terra cruda almeno 15 cm per parte, alla fine si ottengono muri da
circa 70 cm... ed uno dice: che bello! con un muro così coibentato mi scalderò con
niente.
E' vero, ma parziale, e la progettazione deve invece cercare di considerare la
totalità dei fattori. Te ne presento due di fattori che mi sembrano problematici -
lo spazio e la luce - comparando un muro da 70 con uno da 35 cm di spessore.



Come vedi dallo schema, dunque, lo spessore del muro comporta la perdita di un
terzo della superficie interna (e ricordo a tutti che la cubatura edilizia, per il
comune, è quella lorda delle misure esterne), e la necessità di raddoppiare la
superficie finestrata (il sole ti arriva, certo, ma dal fondo di una nicchia
profonda 70 cm). Esiste una norma che prescrive finestre per almeno 1/8 della
superficie dei locali e, se non si specifica nulla riguardo allo spessore dei muri,
è solo perché si dà inteso che tutti tendenzialmente cercano di snellire le pareti
appunto per non trovarsi i vani angusti e bui di certe vecchie costruzioni in
muratura "pesante".
In sostanza, mi sembra che la tipologia del "muro di paglia" sia frutto più di
certo sentimentalismo che di una reale pratica. E' una componente romantico-
fiabesca che non mi sembra ti si addica...

Quel che ti propongo è invece un tipo di muro che unisce i vantaggi
della terra colata con la capacità coibente della paglia.
Prendiamo la balla di paglia e tagliamo i cordini. Essendo pressata in senso
longitudinale, la balla si aprirà in falde che infileremo in un graticciato
costruito a salire inchiodando listelli orizzontali ai pilastrini in legno che
reggono il tetto, e che dovremo quindi concordare con gli ingenieri in quanto a
larghezza e frequenza. Poi si cassera fuori e dentro e si cola l'impasto di argilla
e segatura che andrà ad aderire al graticciato. Una volta scasserato il muro, da
fuori puoi fare un intonaco sottile, una glassa da mezzo centimetro di argilla
calce e sabbia in parti uguali, mentre da dentro sarà sufficiente spatolare il
materiale stesso prima che sia completamente asciutto per avere una finitura di
lusso, gradevole e salutare per gli effetti climatici della terra viva, e
decisamente comodo perché non ha bisogno di imbiancatura (per cancellare un segno
sul muro è sufficiente la spugnetta dei piatti, si bagna localmente e si riliscia).



Ancora una cosa. Tu sai cosa intendo per argilla e segatura "colati", cioè lo
sfruttare la capacità colloidale dell'argilla resa liquida che, unita alla segatura
(preferibile quella lunga di abete, e attenta alla produzione della falegnameria
dove la cerchi, per non riempirti la casa di formaldeide colle e laminati!),
costituisce il muro "leggero" ma tenace che a casa mia non ha mostrato cedimenti in
questi suoi primi 10 anni di vita.
In fin dei conti è vero che costruire un cassero sembra più costoso che
l'appiccicare argilla con le mani su balle di paglia, ma la struttura di legno che
deve reggere le balle di fatto è più complicata del tralicciato che qui ti ho
proposto. Altrettanto vale per la finitura che risulta pratica tecnicamente ed
esteticamente valida.

Ciao, Piero


P.S. Ho il massimo rispetto per gli sforzi fatti per realizzare questa casa di
paglia in autocostruzione, ciononostante casa tua cerchiamo di farla diversa!


6 commenti:

  1. ciao,mi chiamo davide,sei stato molto chiaro,volevo pero farti una domanda:
    io armeggio con la terra cruda per varie cose fra cui una stufa in terra che ho posto nella serra limonaia e un forno per pane fatto da un mio amico,la cosa della terra colata mi interessa parecchio per il potere isolante ,potresti darmi le percentuali in volume di terra e paglia piu o meno si intende'
    per il forno io ho usato un impato di 1 a 6 fra terra e paglia per l'isolamento ma si tratta di un impasto duro e difficile da posare,vorrei provare con la tecnica liquida e dei casseri che hai descritto tu.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Davide,

      non ho esperienza di costruzione di forni in terra ma ti posso parlare delle mie esperienze di unire argilla ad altri materiali per sfruttare la capacità colloidale
      dell'argilla. "Argilla" e non "terra", termine che non definisce un bel niente, perché anche la sabbia o il limo possono essere definiti "terra" ma l'effetto colloidale non lo producono.
      Paradossalmente l'effetto colloidale è quello che da dieci anni stiamo combattendo nell'orto, inserendo legname e sabbione da cemento (la sabbia rischia di compattarsi al pari dell'argilla mentre il sabbione da cemento ha grammature molto diversificate e riesce a bloccare la tendenza colloidale).
      Per la casa abbiamo realizzato parete colata in cassero e agganciata ai pilastri da un'orditura di corde in canapa da 1 cm (non si sono legate al muro ed ancora adesso, con il cambio di temperatura, riesco a percepire nettamente il suono che producono tendendosi all'interno del muro). In questo caso abbiamo usato un impasto 1/1 in volume di argilla e trucioli di abete, di fibra lunga prodotti da
      piallatura. L'argilla pesa 1600kg/mc e il truciolo pesa circa 130kg/mc, il muro di casa nostra pesa 1000kg/mc. Per descriverti la sua solidità ti posso dire che un grosso tagliere da polenta, in rovere diametro 60cm, è appeso alla parete ad una vite avvitata direttamente nel muro.
      Ho successivamente sperimentato la coibentazione del solaio della scuderia, 70mq in assi di pioppo. Avevo del fieno marcio che non potevo dare ai cavalli, l'ho bagnato in argilla liquida e disposto sul solaio per uno strato da 5cm: schiacciandolo ha fatto una glassa d'argilla particolarmente dura in superficie, è pedonabile e mi sembra un coibente gratuito e più furbo della lana di vetro che dopo 20 anni si
      degrada.
      Come coibente di un sottotetto posso immaginare diverse soluzioni che sfruttano la capacità colloidale dell'argilla, esempio i tutoli di mais: te li tirano dietro e penso che se uno li disponesse anche interi sul solaio e poi gli colasse sopra argilla liquida otterrebbe un buon risultato.
      Un'altro esperimento interessante è stato la combinazione di argilla e cellulosa (questa la vendono come isolante ma costa, sarebbe interessante ricavarla dalla carta ammollata) nel tentativo di migliorare la finitura e la resistenza
      superficiale dei muri di argilla cruda o di avere un buon materiale da stuccatura.
      Un campione di argilla pura, una travetta di cm 2x2x14, ha sopportato alla flessione 4,5kg; quella fatta con un impasto 1/1 in volume di argilla e cellulosa ha sopportato 14,5kg: tre volte tanto!
      Ho poi fatto una ciotolina di terra e cellulosa e l'ho cotta nella stufa a legna, sulla brace aprendo il tiraggio a manetta: non si è crepata. Avendo visto dei bei forni slavi in terra (piccoli ma in grado di farti una pagnotta da 1,5kg) penso che si potrebbero fare con quell'impasto o comunque usarlo per rivestirli internamente.
      Ancora 30-40 anni fa si poteva veder giocare a bocce con quelle precedenti le attuali metalliche: erano un po' più grandi ed erano fatte di argilla pressata, a proposito della solidità immagina che il gioco si caratterizza proprio per tirare "la bocciata" contro quelle dell'avversario a venti metri di distanza!
      La capacità colloidale dell'argilla è una cosa molto interessante che, unita alla pressione, potrebbe dare applicazioni sorprendenti. Mi piacerebbe unire dell'argilla a della fibra lunga e molto resistente come la canapa, sottoporlo a pressione e verificare la portata di una travetta in questo materiale... ma non sono esperimenti che posso fare in questa cucina. Posso però offrire vitto e
      alloggio ad un laureando di architettura o ingeneria che voglia fare una tesi su questo argomento.
      Fammi sapere delle tue esperienze.

      Ciao, Piero

      P.S. Visto l'interesse per questi argomenti prometto di fare un post con le foto della realizzazione di casa nostra, appena troviamo qualcuno un po' più sveglio di noi sul computer.

      Elimina
  2. grazie della risposta.io uso terra o meglio argilla del mio orto che è molto molto grassa,per evitare ritiri la taglio in rapporto 1 a 3 con sabbia.successivamente formo i mattoni che uso per i miei forni o le stufe(è un hobby visto che io sono falegname)
    successivamente allo stesso impasto unisco della paglia sempre in rapporto 1 a 1 in volume e lo uso come intonaco grosso di rinforzo e poi finisco con argilla e sabbia in rapporto 1 a 4.
    queste sono percentuali che ho ricavato dopo vari test empirici e basati sulla terra di casa mia.
    ho sperimentato un travetto con terra,sabbia ed equseto essiccato e sono rimasto stupefatto della resistenza:di gran lunga superiore alla paglia.
    per la terra pressata ho fatto delle prove con una pressa in legno e degli stampi ma,secondo me,si ha una maggior resistenza usando la classica mescola acqua,sabbia ,argilla e paglia.
    ti chiedevo le info perche,nonostante tutte le mie prove,non avevo mai usato la terra colata e sta cosa mi stuzzica parecchio.questa è la pressa che ho copiato e realizzato http://www.instructables.com/id/Biomass-Briquette-Lever-Press/

    ciao davide

    RispondiElimina
  3. io sono convinto che le case di paglia siano un altra di quelle mode ambientaliste estremizzate,la storia e la favola dei tre porcellini,che è esperienza popolare pura tradotta in modo semplice ,lo dicono chiaramente!

    RispondiElimina
  4. ciao anonimo,anche io penso sia solo una moda comunque meglio dei buoni mattoni...
    sopra scivevo che faccio forni e stufe in terra cruda,non è per ecologismo,non sono ecologista,Dio me ne scampi,però ho rispetto per il mondo in cui vivo...
    diciamo che uso la terra cruda per 2 motivo:
    1-accumula calore infinitamente meglio del mattone cotto e lo cede molto piu lentamente
    2-costa nulla e quindi la mia è piu una questione di pura e semplice taccagnaggine
    3-posso fare e rifare i miei esperimenti all infinito senza rimetterci una lira(ah cara vecchia lira)
    davide

    RispondiElimina
  5. Ciao Piero, mi sono imbattuta per caso in questo curiosissimo blog perchè cercavo materiale per la mia tesi in architettura. Sto raccogliendo qualche informazione sulle case di paglia e terra cruda e dalle ricerche effettuate sin ora, la tua tesi/esperienza mi è parsa tra le più concrete e significative. L'unica cosa che ancora non ho capito guardando i disegni è il fattore "Cassero" vorrei capire esattamente se intendi una cassaforma da smontare una volta essiccata la terra oppure un modulo prefabbricato in C.A. tipo questo https://www.google.it/search?q=cassero+costruzioni&es_sm=91&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=CjJ6U6jnDufMywPOtoHoBw&sqi=2&ved=0CAYQ_AUoAQ&biw=1280&bih=613

    La mia tesi attende una Sua cordiale risposta! ;)

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.