fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

mercoledì 4 febbraio 2015

La cosmologia non è poi così importante


Gli egizi costruivano enormi piramidi, noi il CERN. La ricerca del senso della vita può rivelarsi anche molto costosa! Il bisogno di vestire un’ipotesi cosmologica è molto forte ed accomuna cose molto diverse tra loro. Sotto questo punto di vista il fisico nucleare ed il terrorista islamico sono equivalenti: entrambi cercano di imporre la loro ipotesi cosmologica, anche se l’uno con l’evidenza empirica della prova sperimentale e l’altro, tragicamente, con le bombe.
Ma la cosmologia non è poi così importante. Ad orientare i nostri passi, a pensarci bene, è sufficiente il modesto obiettivo della sopravvivenza: respirare, bere, mangiare, tenersi in salute e coltivare la complessità della specie.




La fisica classica ci qualifica come sistemi antientropici (nell’universo l’energia si disperde, il bioma invece la raccoglie e l’organizza). La relatività ci avverte che lo spazio-tempo euclideo, squadrato e rassicurante che conosciamo… è solo l’esperienza limitata del nostro ordine di grandezza. La meccanica quantistica, infine, ci ricorda che la materialità è pura apparenza, il frutto del gioco dialettico di punti senza dimensione. Tutti questi dati non cambiano il verso biofilo che abbiamo da imprimere alle nostre esistenze, lo confermano piuttosto, lo contestualizzano, lo arricchiscono di un dato cognitivo interessante ma non fondamentale ai fini del nostro inserimento ecologico nell’ambiente.
Anche per quel che riguarda le religioni tradizionali (quelle con un Dio creatore per intenderci) il discorso è analogo. Non abbiamo bisogno di un codice morale a dirci che è bene vivere, possiamo arrivarci da soli! Il problema si pone quando, di astrazione in astrazione, gli articoli di quel codice arrivano ad interferire con ciò che avrebbero dovuto invece solo interpretare, cioè con i nostri bisogni ed i nostri desideri.

Storicamente, la ricerca cosmologica segnala non la nascita di un particolare interesse per le grandi strutture dell’universo, ma l’alienazione, la debolezza di non capire più il senso di un’esistenza o la forma di un corpo nelle economie più larghe di un sistema complesso. 

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