fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

domenica 17 maggio 2015

Potere femminile


Quando non c’è alcuna missione da compiere il potere maschile si svuota, diventa inconsistente,
il potere femminile invece è congenito, si esercita sempre… anche se non serve a niente.
Il potere è questione di donne,

riportatevelo a casa!

mercoledì 6 maggio 2015

Sistema sanitario nazionale


Ho lavorato qualche anno nell'assistenza domiciliare, accompagnavo gli anziani del quartiere anche nelle loro visite mediche e, tra farmacie, ricoveri e ambulatori, alla fine avevo l'impressione di seguire una grande liturgia, oggi tizio iniziava la sua via crucis (quale che fosse la malattia, mettiamo il diabete) ed io conoscevo già l'iter, medico, specialista, gli esami, l'insulina, avevo in mente altri in altri punti del percorso, le gambe gonfie, la perdita della vista, il peggioramento che sarebbe venuto... Sembrava un contagio di fronte al quale tutti reagivano in solitudine. Nessun vecchietto avvertiva gli altri del condominio, "attento a cosa mangi, guarda cosa sto diventando io!", ma ciascuno partiva per il suo pellegrinaggio personale quasi con un senso di importanza, finalmente questo mi riguarda, ora è il mio turno, ora sono io al centro della scena...
Altro dato. Sento alla radio i risultati di una ricerca: le regioni sicilia e puglia vincono su tutte per il numero di parti cesarei, in tre parti su quattro interviene il chirurgo! Evidentemente al sistema sanitario nazionale pervengono delle richieste che non sono prettamente sanitarie, ma riguardano dati culturali quali un certo approccio alla malattia o, come in questo caso, la ricerca di comodità di un certo assetto del femminile.

Nell'organizzare la sanità, quella tra pubblico e privato non può essere considerata un'alternativa.
Certo gli sprechi non fanno bene a nessuno e l'efficienza è sempre un obiettivo onorevole, ma il dibattito in corso (la voglia di privatizzare proprio quando in America Obama sta cominciando a ripensare al pubblico!) ha solo l'effetto di nascondere la vera questione: la sanità non deve limitarsi ad evitare gli sprechi, ma deve dimostrarsi realmente produttiva di qualcosa!
Qual'è il prodotto? La salute, certo, ma quale? Quella di qualcuno che esce dall'ospedale "sanificato" ma del tutto inconsapevole di quanto accaduto e, soprattutto, incapace di evitarlo una prossima volta? Questo è quanto cerchiamo, con difficoltà, di garantirci oggi.
Ma la salute non è soltanto l'essere sani adesso, è qualcosa di più. Salute è la capacità di tenersi sani anche domani e dopodomani, salute è la capacità di allevare nuove generazioni vitali, efficienti nel corpo e consapevoli di sé e dei propri limiti. E la differenza non è da poco.
La medicina preventiva e l'educazione sanitaria sono oggi giusto un contorno, dovrebbero essere invece lo strumento principale per produrre una popolazione sana, cioè capace di tenersi in salute autonomamente. L'efficacia, la produttività di questa politica sarebbe subito evidente a tutti nel drastico ridursi del bisogno di ospedali, medicine, interventi invasivi e relativi costi.
Purtroppo la questione non è così semplice perché non è solo un problema di bilancio ma quello, molto più serio, di un "cambio di paradigma", di una rivoluzione nell'orizzonte culturale e complessivo di un'intera civiltà.
Purtroppo ma non a caso proprio sul nodo della malattia e della sofferenza, si gioca l'alternativa crudele tra una reale pratica medica ed una pratica religiosa. Perché religiosa e scaramantica risulta nei fatti l'attenzione medica limitata all'immanenza del dolore personale (in un orizzonte mentale dove le nostre vite sono affidate a dio o al caso), mentre una pratica medica onesta, nella prevenzione e nell'educazione per il futuro potrebbe addirittura riconoscersi un aspetto di trascendenza.
In sostanza tra sanità pubblica e privata non si gioca alcuna reale alternativa.

La medicina più efficace oggi può solo essere quella che ne farà diminuire il bisogno domani.

lunedì 4 maggio 2015

Storia della "donna" perduta


“… basta, ma’, è inutile, non posso più stare con Pietro, voglio bene a un altro. Fu un errore. La conoscevo, aspettava solo una piccola provocazione. La sua litania s’interruppe, le cose cambiarono in un lampo. Mi colpì con uno schiaffo violentissimo urlando a raffica: zitta, zoccola, zitta, zitta, zitta…”



Se un maschio diventa un uomo adulto quando arriva a riconciliarsi col padre, alla pari con gli altri maschi, nella società degli uomini, al femminile mi sembra diverso.
Il femminile può divenire adulto solo nel riconoscere l’autorità della madre, questa le permette una qualche forma di strutturazione, altrimenti è una mina vagante!

La Ferrante, così come il suo personaggio alter ego e molte donne contemporanee, davvero hanno creduto di intravvedere il loro essere donna… quando invece sono solo riuscite a fare quelle mine vaganti.