fondamentalismo della modernità

"Potremo esultare alla morte di dio
solo quando avremo un'alternativa all'individualismo."

sabato 26 ottobre 2013

Dal galateo galante all'inabilità lavorativa




Una volta solo le signorine dei ceti abbienti
ostentavano braccine rachitiche,
rese tali dal privilegio di far niente...

Oggi ce l'hanno tutte!


lunedì 21 ottobre 2013

Zucche

Più di mezza tonnellata! Ottenuta da centodieci piante di zucca: novanta di varietà Iron (un ibrido ottenuto dalla Okkaido verde, del filone genetico sudamericano) e venti Violine (Butternut, del filone genetico europeo).
Che dire delle zucche? Un capitolo essenziale dell'orto, anche dal punto di vista economico, e hai tempo mesi per vendere il raccolto.







La zucca permette di sfruttare pienamente dei terreni nuovi, e noi la usiamo per allargare l'orto nel senso che accumuliamo materiale (legno, letame, sfalcio, ramaglia) a grossi mucchi distanziati che arricchiamo di anno in anno. Su questi mucchi, coperti del minimo di terra sufficiente a trattenere l'umidità, piantiamo zucche molto dense che avranno però tutto il circondario da invadere. Alle zucche piace molto buttare le radici su di una montagnola di terra, drenata dai ristagni e arieggiata nelle radici. Saranno da bagnare con costanza solo nel primo periodo di sviluppo ma in seguito, se avrete la fortuna come quest'anno di un temporale ogni tanto, non saranno più da seguire, fino all'autunno inoltrato quando la pianta cede, ingiallisce, e allora conviene identificare i frutti tra l'erba, smuoverli, girarli e fargli prendere il sole e i primi freddi notturni. A quel punto le raccogliete e le mettete in un luogo fresco dove si conserveranno per dei mesi.
E' una verdura senza controindicazioni di cui se ne può mangiare in quantità. A zucca e miglio fatti in crema ci si possono svezzare i bambini, mentre per gli adulti vi consiglio al forno o in padella con aglio e rosmarino.

sabato 12 ottobre 2013

Vita segreta di Maria Capasso


Lui le spara, poi si tira un colpo alla testa... sento alla radio l'ennesima tragica cronaca di famiglia. Un esempio di quello che oggi abbiamo preso a chiamare "femminicidio" che, tradotto, potrebbe essere: ho investito tutta la vita in questa relazione, ora mi lasci e io ti uccido, e mi uccido anch'io. Tutte scelte senza confronto, completamente solitarie.
Una sceneggiatura puramente individualistica, come il libro che ho appena letto, "Vita segreta di Maria Capasso" di Salvatore Piscicelli, edizioni e/o 2012.



Di questo libro il soggetto non è il marito uxoricida, ma la donna, una donna napoletana, moglie di un operaio e brava casalinga nella prima parte della storia, poi compagna di un camorrista e brava "camorrista" a sua volta, nel senso della sua personale lotta per emergere dalla miseria e dare un futuro ai figli. Sì, c'è pure il lieto fine in questo libro, l'effetto straniante e grottesco di una famiglia per bene e di una normale vita borghese... costruite sulle mosse decisamente criminali di una donna senza tanti scrupoli.
"Gomorra", di Saviano, ci introduceva in un girone dantesco, Piscicelli è più incisivo ancora perché racconta una storia credibile nella quotidianità, perché ci svela un possibile orrore dietro la normalità. Il libro, con abilità narrativa, ci costringe a parteggiare per questo personaggio femminile, tanto che, alla fine, anche i suoi omicidi ci sembreranno quasi "onesti".
Nei fatti, oggi si sta facendo in letteratura l'analisi di un fenomeno - la complicità femminile nella delinquenza - che mai emerge nel dibattito pubblico sulla mafia.
Questa non è una storia di clan, cosche e violenza gratuita, qui siamo prima della strutturazione sociale mafiosa, siamo al substrato che la genera. Penso che l'autore, con la sua capacità di analisi, non avrebbe difficoltà a descriverci l'analoga vicenda di una insospettabile signora brianzola che magari, per amore dei suoi figli, si occupa di "smaltire" i rifiuti tossici della fabbrichetta del marito...
"La mafiosa" di Alberto Denti di Piraino, "L'amica geniale" e "L'amore molesto" di Elena Ferrante, "Pericle il nero" di Giuseppe Ferrandino, sono solo alcune delle voci di questo dibattito. Voci tutte che ci parlano di un'impostazione di genere (la coppia, senza limiti e contro al mondo) che diventa l'intero di una strutturazione sociale: uno stile di vita, un modo di mangiare e di stare assieme, di lavorare e di allevare i figli... le scelte indiscutibili di una famiglia!
Evidentemente, se uno non concepisce un riferimento di genere oltre al suo legame di coppia, la fine o l'insicurezza di questo legame porta in sé il suo potenziale di violenza, a tutti i livelli: nel femminicidio più classico come nelle vicende di questo romanzo, nella delinquenza in genere come nei pericolosi movimenti delle grandi masse, ma anche banalmente al supermercato, dove lei compra ciò che piace a lui, dove si compra ciò che piace e non ciò che fa bene... la prima delle violenze che infliggiamo ai nostri figli!

lunedì 7 ottobre 2013

Pentola a pressione

Me l'ha regalata mia madre 12 anni fa, quando siamo venuti a stare nei boschi.
E' stato un regalo utile nel vero senso della parola: almeno tre volte la settimana sul fuoco, in questi anni è stata usata milleottocento volte; una pentola di marca e relativamente costosa (120mila lire 12 anni fa) ma che si è ripagata ampiamente con il gas risparmiato; una pentola che in un ora ti cuoce gli azuki (1/2 kg che sono 10 porzioni!) e in due ore i fagioli neri (e senza bisogno di metterli in ammollo la sera prima).
Uno strumento essenziale per chi decide di sostituire la carne con i fagioli che, a differenza dalla carne, in frigo ti durano dei giorni e a riscaldarli non peggiorano di certo.

La pentola a pressione è lo strumento indicato per gestire praticamente un'alimentazione a cereali e legumi, è un risparmio di tempo ed energia, ed infine ha una storia millenaria a partire dai cinesi dove l'effetto a pressione veniva ottenuto con coperchi di ghisa molto pesanti.
Se può sembrare difficile seguire la cottura un trucco è alzare la pentola dal fuoco e ondeggiarla: se l'interno non ha più reazione liquida è il caso di indagare, se invece poggiando la pentola nel lavandino bagnato sfrigola è perché comincia proprio a bruciare.
Come avvertenza bisogna solo avere la minima precauzione di non riempirla troppo onde evitare che il contenuto in ebollizione possa intasare la valvola (ricordate che le pentole a pressione possono anche scoppiare, come le caffettiere).

mercoledì 2 ottobre 2013

Fotti tu che fotto anch'io!

La sinistra si è sbagliata.
Non è vero che per vent'anni gli italiani hanno votato Berlusconi
nonostante le sue pendenze giudiziarie,
l'hanno invece votato proprio come simbolo di un preciso orientamento culturale:
la fottitura!