Un'altra testimonianza degli anni '30 (vedi il post "Autonomia e salute" del 28/3/2012)
che dimostra come non sia obbligatorio star dentro all'ideologia che cerca di salvare
capre e cavoli (la malattia è fatalità, noi intanto ce la godiamo!).
Pensate quanto è stupido continuare ad investire nella ricerca quando
non vogliamo vedere i dati che già abbiamo...
<< In un esperimento senza eguali nella storia della ricerca
scientifica, con un follow up di 10 anni ( che corrispondono, in termini
umani, a circa 60 anni e 4 generazioni ), sono stati studiati gli
effetti di una dieta a base di alimenti denaturati ( cotti ) su 900
gatti, inducendo disfunzioni metaboliche e malformazioni strutturali
caratteristiche, che si aggravavano di generazione in generazione. Una
famiglia di gatti degenerati si estingue con la terza generazione, a
causa delle alterazioni funzionali troppo gravi, comprendenti
l’incapacità riproduttiva. Si è anche osservata la possibilità di
rigenerare metabolicamente tali gatti degenerati, ma sono necessarie non
meno di 4 generazioni nutrite con cibo crudo.
Il Dr. Pottenger non ha mai avuto la pretesa che quanto osservato sui
gatti possa essere valido al 100 % per gli esseri umani; sosteneva però
che le disfunzioni osservate sui gatti sono così simili a quelle
osservabili su esseri umani che seguono una dieta a base di alimenti
artificiali e denaturati, che sarebbe almeno ingenuo e imprudente non
riflettere su tale similitudine, visto l’alto grado di degenerazione
fisica nella società occidentale moderna.
“Con l’impiego di diete sperimentali controllate siamo riusciti ad
indurre alterazioni nello sviluppo strutturale e funzionale dei gatti.
Abbiamo verificato che manifestazioni allergiche e alterazioni dentali
paragonabili a quelle che presentano gli esseri umani si producono
mediante la manipolazione della preparazione dei cibi.
I gatti randagi normali vivono di topi, uccelli, rettili, insetti, pesci
e alcuni vegetali, mantenendo intatte la loro struttura e le loro
capacità funzionali generazione dopo generazione. Anche i gatti
domestici, che vivono comunque all’aperto e sono allo stato
semiselvaggio, mantengono le loro caratteristiche peculiari di
generazione in generazione.
Al contrario gatti cui viene impedito di cacciare liberamente,
assoggettati una vita facile con cibi precotti a disposizione, tendono a
sviluppare alterazioni corporee e funzionali.
In uno studio confrontiamo due gruppi di gatti, nutriti a base di latte
crudo e olio di fegato di merluzzo; unica differenza, in un gruppo
mangiano carne cruda, nell’altro cotta. La carne è per tutti costituita
da interiora, muscoli e ossa.
I gatti che mangiano carne cruda presentano un’ottimo sviluppo
maxillofacciale e una dentizione normale ( e ciononostante non risultano
perfetti come quelli randagi che da soli si cercano il cibo); il
ricambio dei denti da latte avviene senza problemi e senza ritardi;
mantengono costanti tali caratteristiche di generazione in generazione;
il tono dei tessuti molli è eccellente, così come la qualità del pelo;
il contenuto di calcio e fosforo nelle ossa è normale; per tutta la vita
si mantengono resistenti alle infezioni e ai parassiti; non mostrano
segni di allergie; in generale si dimostrano giocherelloni, curiosi,
predicibili nel loro comportamento; se lanciati da un’altezza di 6 piedi
per testarne la coordinazione, atterrano sempre sulle zampe e tornano
per giocare ancora; si riproducono regolarmente, senza difficoltà
durante il parto; la mamma partorisce in genere 5 gattini di circa 119
grammi di peso medio, che allatta regolarmente.
I gatti che mangiano carne cotta, invece, sviluppano ogni tipo di
malformazioni della faccia, delle mascelle e dei denti.
Anzitutto producono gattini tutti diversi tra loro per taglia e pattern
scheletrico( le caratteristiche fisiche non si mantengono costanti di
generazione in generazione; esistono tante differenze morfologiche
quanti sono i gatti, e nessun gatto risulta simile all’altro ); perdono
tutti i denti incisivi e la maggior parte dei molari nel giro dei 3 – 5
anni di vita, per rammollimento delle ossa alveolari; mostrano crani
allungati e ristretti, che vanno riducendosi dalla seconda alla terza
generazione; per questo, anche la mandibola e la mascella si
restringono, cosicché molti denti si ritrovano affollati o non riescono
ad erompere; molto frequenti malocclusioni da retrusione o protrusione
mandibolare; i seni frontali e gli archi zigomatici sono iposviluppati;
spesso vi sono ritardi nel ricambio dei denti; l’eruzione dei denti
permanenti è spesso accompagnata da gengive sanguinanti, rinorrea,
febbri e stato di prostrazione generale; i denti permanenti si
presentano più piccoli e di forma più irregolare; per riduzione della
crescita dall’indietro all’avanti delle ossa mascellari, i molari
possono rimanere inclusi nel ramo mandibolare; la corona di questi denti
risulta disposta perpendicolarmente alla superficie masticatoria invece
che parallelamente ( come i denti del giudizio inclusi degli esseri
umani ); l’agenesia ( assenza ) soprattutto dei denti incisivi è molto
comune; le alterazioni morfologiche sono così evidenti che basta poco
anche al non addetto per riconoscere un gatto di questi da uno nutrito
con cibi crudi; le ossa lunghe tendono ad allungarsi, a ridursi di
diametro e possono curvarsi, con gli arti posteriori più lunghi di
quelli anteriori; alla terza generazione si osserva una palese
condizione di osteogenesis imperfecta; sono facilmente affetti dalle
seguenti patologie: problemi di cuore; miopia e presbiopia;
distiroidismi; infezioni a reni, fegato, testicoli, ovarie, e vescica;
artriti; infiammazioni del sistema nervoso con paralisi e meningiti;
si osserva una riduzione del volume viscerale; uno studio microscopico
dei loro polmoni dimostra tessuti respiratori anormali; in molti casi si
ha ipotiroidismo, diagnosticato clinicamente nei gattini dalla presenza
di bozze frontali prominenti, denti sottodimensionati, mandibola retrusa
e insufficiente sviluppo dall’indietro all’avanti della faccia; la
diagnosi anatomopatologica viene effettuata nel postmortem, con
l’autopsia; le gatte sono molto irritabili e inclini alla litigiosità,
dando morsi e graffi con facilità e non fanno le fusa; i gatti maschi,
invece, sono troppo docili e presentano disinteresse all’accoppiamento
quando non un interesse invertito; è evidente un pervertimento
comportamentale, con le femmine che aggrediscono maschi piuttosto
passivi: tali deviazioni non si osservano tra i gatti che si cibano di
alimenti crudi; sono diffusissimi parassitosi e vermi intestinali;
molto frequenti allergie e disturbi dermatologici, e peggiorano da una
generazione all’altra, con un’incidenza del 100 % alla terza
generazione; le allergie più comuni sono nei confronti del latte; in
questi gatti allergici, l’autopsia rivela una lunghezza del tubo
digerente _ che si presenta atonico e ipoelastico _ in media da 72 a 80
pollici, contro i 48 dei gatti normali; gli aborti sono comuni, andando
dal 25 % delle gravidanze alla prima generazione degenerata fino al 70 %
alla seconda; i parti risultano difficili, e molte femmine ne muoiono
subito o dopo 3 mesi, per esaurimento; le gatte gravide mostrano
infiammazioni e infezioni gengivali; le femmine mostrano ingravescenti
difficoltà di concepimento, quando non sterilità ( all’autopsia si
osservano frequentemente atrofia ovarica, congestione uterina, e nei
maschi insufficiente sviluppo spermatogenetico ); la mortalità tra i
gattini neonati è alta, perché a volte nascono morti, altre sono
troppo deboli per cercare il seno materno; il peso medio alla nascita
è di 100 grammi; ma soprattutto, arrivati alla terza generazione, i
gatti degenerati sono così metabolicamente instabili che nessuno
sopravvive oltre il sesto mese di vita, ponendo così fine alla linea
riproduttiva. >>
l'articolo completo su: http://www.aipro.info/drive/File/10.pdf
Di notevole interesse anche il sito - www.aipro.info - esempio di una medicina di base,
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il proprio stile di vita e la propria alimentazione nel senso della salute e dell'autonomia.